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 2012  marzo 15 Giovedì calendario

Biografia di Ulderico Sergo

Fiume (oggi Rijeka, Croazia) 4 luglio 1913 – Cleveland (Stati Uniti) 20 febbraio 1967. Pugile. Alle Olimpiadi di Berlino del 1936 vinse la medaglia d’oro dei pesi gallo: tutte vittorie ai punti, superò l’ungherese Kubinyi, il belga Joseph Cornelis, lo svedese Stig Cederberg e, in finale, lo statunitense Jackie Wilson: «Il trionfo della tecnica di Sergo è stato netto nella finale. Messo di fronte a Wilson, un pugile agilissimo, alto un metro e settantotto, in possesso di un destro veloce e secco, Sergo ha dimostrato alle ventimila persone che gremivano il magnifico stadio coperto berlinese come si poteva battere chiaramente questo eccezionale peso gallo (...) Dopo le semifinali (...) l’allenatore degli Stati Uniti, l’italo americano Caserio (...) ha sinceramente dichiarato che era sicuro della vittoria di Wilson. “Vedi – ci ha detto in un italiano infiorato di parole in dialetto piemontese – Wilson è imbattibile. È un pugile di doti eccezionali, dei quali ne nasce uno ogni venti anni”. E infatti l’impresa di Sergo si presentava veramente irta di difficoltà. Ma i tecnici italiani avevano scoperto dei punti deboli nel negro e sapevano che Sergo aveva le qualità per sfruttarli; concertato il piano d’attacco, sono rimasti fermi nella convinzione che Wilson avrebbe questa volta trovata la trappola aperta e che ci sarebbe caduto dentro. E così è avvenuto. Uno dei nei tecnici del pugile nord-americano è di avere bisogno di trovare l’appoggio e perciò la misura col sinistro per poter partire col destro. L’altro è di non saper svolgere con le sue interminabili braccia nessun lavoro efficace in corpo a corpo. Sergo non ha mai dato, con sapienti spostamenti del tronco e delle gambe, il bersaglio al sinistro del negro e, passando sotto ad esso, è replicatamente entrato fulmineo nella guardia dell’avversario imponendogli la lotta a breve distanza. Così, il creduto imbattibile campione degli Stati Uniti si è trovato completamente disarmato. Vista inesorabilmente persa la partita, ha tentato di piazzare il suo destro di prima intenzione, ma le schivate dell’abilissimo fiumano hanno frustrato anche questo estremo tentativo. [Carlo Volpi, Sta. 17/8/1936]