Rassegna, 12 marzo 2012
La preoccupazione dei militari italiani in Afghanistan
• Dopo la strage di ieri al comando italiano di Herat le consegne di andare avanti, parlare con la gente, mostrarsi consapevoli e compartecipi. «Abbiamo immediatamente espresso il nostro cordoglio a tutte le famiglie colpite da questa tragedia – ha spiegato il colonnello Vincenzo Lauro, portavoce del contingente italiano a Herat –. Nei prossimi giorni i nostri uomini incontreranno i leader locali, i capitribù, gli anziani. Per manifestare la nostra vicinanza. E continuare il lavoro che abbiamo intrapreso». [Stabile, Sta] Il momento più difficile arriverà con la preghiera del venerdì, come accadde nella crisi per le copie del Corano bruciate dai soldati americani che provocò ribellioni in piazza e fece scorrere il sangue. Le proteste arrivarono fino a Herat, ma si limitarono alla città e si diressero soprattutto verso il consolato americano. Da Herat a Kandahar ci sono 550 chilometri di strada, in molti punti nemmeno asfaltata. [Brera, Rep]
• In Afghanistan il 90% del territorio non è coperto dalla rete elettrica. [Ruotolo, Sta]