Rassegna, 12 marzo 2012
Soldato Usa stermina quattro famiglie afghane
• All’alba di domenica, verso le tre, un sergente americano è uscito dalla base militare a Kandahar e si è diretto verso due villaggi vicini Alkozai e Balandi Pul, nel distretto di Panjwai. Ha agito in modo metodico. Ha colpito in tre abitazioni, sterminato quattro famiglie. Poi ha dato fuoco ai corpi. Diciotto le vittime, compresi nove bambini e tre donne. Dopo la carneficina si è consegnato ai superiori ed è stato arrestato. Per il comando militare della base ha avuto «un crollo nervoso, un raptus di follia». Sembra che il sergente abbia agito da solo anche se un sopravvissuto, Haji Samad, ha raccontato di «soldati ubriachi che sparavano all’impazzata» e poi hanno cosparso di benzina e bruciato i cadaveri. Il generale John Allen, comandante della missione, ha garantito che chi ha compiuto la strage sarà punito e Barack Obama ha telefonato subito al collega Hamid Karzai per «esprimere il suo choc e la sua tristezza» e promettere che «sarà fatta piena luce sui fatti e, nel più breve tempo possibile, saranno assicurati alla giustizia i responsabili». Si teme una rivolta contro i soldati americani. Ieri una piccola folla imbufalita si era già riunita davanti alla base di Kandahar. [Stabile, Sta]
• Il presidente afghano Karzai è di Kandahar. [Aquaro, Rep]
• Scrive Aquaro su Rep che il marine che ha massacrato quattro famiglie afghane «veniva dalla base Lewis Machord di Washington. È un sergente appartenente a quei corpi speciali che dovrebbero essere il meglio del meglio delle truppe di stanza in Afghanistan, incaricato per di più dell’istruzione e dell’addestramento delle truppe afgane che da quest’anno dovrebbe prendere in consegna la sicurezza del paese, nell’attesa del completo ritiro di americani e Nato che Obama ha promesso per il 2014».