Rassegna, 9 marzo 2012
Grecia, sì delle banche al taglio del debito
• Si è concluso ieri lo scambio volontario di titoli di Stato greci in mano a investitori privati. I dati ufficiali arriveranno oggi, ma è andata bene: Atene ha ritirato quasi 200 miliardi di titoli e li ha sostituiti con emissioni del valore nominale più basse del 53,5%, interessi ridotti e scadenza allungata. Secondo il ministro dell’Economia Venizelos l’adesione è stata sicuramente superiore al 75%, probabilmente intorno al 90%. Il successo di questa operazione è necessario perché l’Unione Europea possa dare il via ufficiale al secondo piano di salvataggio della Grecia da 130 miliardi di euro.[Zatterin, Sta]
• «(…) I nuovi titoli sono più sicuri. Sono di diritto britannico, dunque non sarà possibile per il parlamento greco proclamare un nuovo default in futuro. Hanno inoltre la caratteristica dei fondi di salvataggio (bailout loans), il che implica l’obbligatorietà di un intervento dei partner dell’Eurozona in caso di ulteriore sbandamenti. I miliardi di Ue e Fmi serviranno a mettere Atene al sicuro, così come farà lo swap di ieri – che è a tutti gli effetti il più grande default sovrano della storia –, grazie alla riduzione del debito greco da 350 a 250 miliardi. Si stima possibile riportare il passivo storico ellenico al 120,5% del Pil entro il 2020. Ora siamo al 160%. E’ una prospettiva che, si auspica, potrà segnare il ritorno alla solvibilità e favorire la lenta uscita dalla risi economica, prospettiva problematica per un paese che perso un quinto di Pil in quattro anni e, sono dati di ieri, ha la disoccupazione al 14,8% e un giovane su due senza lavoro». [Zatterin, Sta]
• Il 20 marzo la Grecia deve rimborsare 14,5 miliardi di titoli giunti a scadenza. [Offeddu, Cds]