Rassegna, 7 marzo 2012
Nel carcere dei marò sotto accusa: «Ci trattano bene, ma è dura»
• Nigro di Rep, insieme ad altri tre colleghi italiani, è andato a vedere il carcere di Trivandrum dove sono rinchiusi i due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. E’ un edificio costruito dagli inglesi nel 1886. A sorpresa, una volta dentro, viene concesso ai giornalisti di incontrare i militari italiani. Questi appaiono stanchi, tesi e quasi seccati. Parla Latorre: «Sgombriamo il terreno da possibili equivoci legati a quello che sappiamo dalla stampa: quello che fa per noi il sottosegretario, che fanno i nostri comandanti assieme al governo è incredibile e lo capiamo benissimo. Qui dentro come stiamo? Ci trattano bene», non dicono di più. «Scusate se siamo stati un po’ bruschi, ma cercate di capirci, è un’esperienza difficile». Ai due sono state lasciate le divise, sono rinchiusi in una piccola casetta con un cortile, non hanno la doccia.
• Il sottosegretario agli Esteri Staffan de Mistura ripercorre lo scontro nel carcere di Trivandrum con le autorità indiane: «Il direttore Jacob aveva già chiesto ai due marò di togliere la divisa, io ho detto che dovevano obbedire ai miei ordini, gli ho detto di mettersi dietro di noi e ho detto a Jacob che gli ordini del mio governo erano che due soldati italiani non dovevano andare in carcere». Poi commenta: «Non possiamo lasciare i nostri due soldati in balia dei calcoli elettorali del Kerala, dove fra qualche giorno si vota per eleggere un deputato dello Stato locale: i rapporti tra Italia e India sono storici e torneranno ad essere ottimi a condizione che vengano rispettati i nostri militari». [Nigro, Rep]