7 dicembre 1968
Tags : Le prime della Scala
Contestare chi paga le tasse?
• «Si contesta la borghesia che per andare a sentire il Don
Carlo avrebbe voluto mettersi, secondo la tradizione, in gran gala. La
tradizione è una delle debolezze e, insieme, una delle forze della borghesia.
La serata di gala per l’inaugurazione della Scala fa parte d’un rituale che non
si esaurisce, come molti ritengono, nell’esteriorità e nell’esibizionismo, ma
esprime il rispetto, la devozione al massimo teatro di una città che al rito
annuale della Scala aggiunge quello quotidiano d’un lavoro, d’una attività,
d’un torrente di iniziative che per tutta la giornata non conosce soste. Senza
dire del rito del pagare le tasse, che a Milano trova i suoi più degni
sacerdoti.
«Qui abbiamo i migliori pagatori di tasse di tutta Italia, e
sono davvero da minacciar di bastonate se una volta l’anno amano procurarsi il
piacere (ch’è un atto di coraggio) di mostrare la moglie preziosamente vestita
e ingioiellata?
«È perciò che alcuni antichi abbonati hanno, per protestare
contro il comunicato del Consiglio di amministrazione, ieri sera disertato la
Scala. Non pochi i palchi vuoti. Cosa vuol dire «non è d’obbligo l’abito da
sera»? Vuol dire che siete caldamente invitati a non mettervelo. Chi ha reagito
restando a casa, chi ostentando lo smoking o il frac. Nel vestibolo, poco prima
della rappresentazione, li ho visti stringersi gli uni agli altri, formare il
quadrato, come a Villafranca, mentre da fuori giungeva, così attutito da
sembrar lontanissimo, il vociare dei contestatori (...)». [Mosca, Cds
8/12/1968]