Comandini, 4 dicembre 1870
• Stamattina alle ore 11 il Re riceve in udienza pubblica la Deputazione spagnola. Assistono all’udienza il principe Amedeo, il principe Umberto, il principe Eugenio
• Stamattina alle ore 11 il Re riceve in udienza pubblica la Deputazione spagnola. Assistono all’udienza il principe Amedeo, il principe Umberto, il principe Eugenio. Alle parole rivoltegli dal presidente della Deputazione, don Manuel Ruiz Zorrilla, il Re risponde: «Colla vostra domanda, signori, voi rendete un grande onore alla mia Dinastia ed all’Italia e chiedete un sacrificio al mio cuore. Accordo al mio amato figlio il consenso di accettare il glorioso trono a cui lo chiama il voto del popolo spagnolo». Il presidente della Deputazione rivolge quindi un discorso al principe Amedeo in cui dice fra l’altro: «Il sentimento monarchico della nazione spagnola scolpito per una non interrotta tradizione di secoli nel cuore delle diverse classi sociali ed uniti oggi in istretta alleanza col diritto moderno, esige che la Monarchia, che rappresenta le nostre glorie e riempie il nostro passato, rimanga fondata sulla sovranità nazionale, e si perpetui col concorso di tutti, forte della indistruttibile legittimità della sua origine... Per condurre a termine felice questa impresa grande e gloriosa, le Cortes di Spagna hanno cercato Casa di Savoia, che seppi identificarsi col sentimento nazionale della nobile Italia, e guidarla a prospera fortuna coi messo di libere istituzioni, un Principe per investirlo della dignità augusta... «...La Spagna spera trovare in V. A. un Re che acclamato dall’amore della nazione, e sollecito della sua felicità, procuri chiudere le ferite aperte nel cuore della Patria da continue sventure, che affievolirono la potenza colla quale in altri tempi riusci, indovinando e secondando il Genio dell’immortale Genovese, a conquistare alla civiltà un nuovo mondo, mentre colle sue gesta innalzava l’antico allo splendore della sua gloria».