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 2011  novembre 16 Mercoledì calendario

MOAVERO MILANESI Enzo

• Roma 17 agosto 1954. Avvocato. Giurista. Politico. Ministro senza portafoglio agli Affari europei nel governo Monti (16 novembre 2011 - 28 aprile 2013) e poi nel governo Letta (28 aprile 2013 - 22 febbraio 2014). Giudice presso la Corte europea di Giustizia di Lussemburgo. Specializzato in antitrust, è stato fino al 2006 direttore generale del Bureau of European Policy Advisors della Commissione europea. Vicesegretario generale dell’esecutivo Ue dal 2002 al 2005, era stato in precedenza direttore del Servizio antitrust (2000-2001) e capo di gabinetto dell’allora commissario Ue alla Concorrenza Mario Monti (1999-2000); con lo stesso incarico aveva affiancato il neopremier anche quando era alla guida del Mercato interno (1995-1999). Tra il ’92 e il ’94 consigliere dei governi Amato e Ciampi. Insegna Diritto dell’Unione Europea alla Luiss di Roma. Il 30 marzo 2013, in seguito alle infruttuose consultazioni per la formazione di un governo, è stato chiamato da Giorgio Napolitano a far parte del gruppo ristretto incaricato di avanzare proposte programmatiche in materia economico-sociale ed europea.
• «Dopo la laurea in Legge alla Sapienza nel 1977 e un tirocinio in uno studio legale di diritto internazionale, nel 1982 decise di specializzarsi al College de France di Bruges, dove ottenne il diploma di diritto comunitario. Un anno dopo, ecco un altro titolo di specializzazione in diritto internazionale presso la University of Texas, a Dallas. E se qualcuno, con benevolenza, ricorda il giovane studente Monti come “un secchione”, anche Moavero ha dimostrato sempre un piglio impegnato: negli anni dell’università coordina la sezione romana del Movimento studentesco per l’organizzazione internazionale e in quelli del militare, diventa tenente della Guardia di Finanza, uscendo poi dalla caserma con un encomio solenne. Subito dopo gli studi, per il giovane Moavero si apre soprattutto la strada dell’Europa: nel 1983, a 29 anni, entra come funzionario della Direzione generale della Concorrenza della Commissione dell’allora Ce, per poi, nel 1989, passare al gabinetto del vicepresidente – e commissario per la scienza, la ricerca, lo sviluppo, le telecomunicazioni e l’innovazione – Filippo Maria Pandolfi, democristiano di lungo corso, gabinetto del quale diventa capo nel 1991. Fra 1992 e 1994 i suoi viaggi di ritorno a Roma sono frequenti, in veste di consigliere dei governi Amato e Ciampi. Amato lo indica come capo del Segretariato per gli Affari Europei nell’ambito del Segretariato generale della Presidenza del Consiglio, dove Moavero si occupa anche di coordinamento della politica economica italiana con la politica comunitaria. A Bruxelles, poi, nel 1995 incontra Mario Monti , appena nominato commissario per il mercato interno. Monti lo vuole con sé come capo del suo gabinetto, e Moavero lo segue anche quando il professore diventa commissario per la Concorrenza. Moavero, stavolta, ha il ruolo di direttore della sezione D, dedicata ai servizi, della Direzione generale. Nel 2002, nel pieno del mandato di Monti alla Concorrenza, Moavero viene nominato segretario generale aggiunto della Commissione Europea, alto ruolo di responsabilità nell’istituzione, che gli conferisce il mandato di «migliorare i metodi di lavoro della Commissione e promuovere la diffusione di pratiche ottimali». Ma Moavero non si ferma qui: dal 2005 al 2006 è direttore generale dell’Ufficio dei Consiglieri per le Politiche Europee della Commissione, per poi giurare a Lussemburgo come giudice del Tribunale di primo grado della Corte di Giustizia della Ue, ruolo che ricopre tuttora». [Chiara Beghelli, Il Sole 24 Ore 13/11/2011]
• «Un flash che la dice lunga: il 30 ottobre del 1994, a Pontignano, in uno storico maniero medievale si tiene un bilaterale italobritannico di tre giorni. Padrone di casa è Giuliano Amato. Apre i lavori l’onorevole Giorgio Napolitano. Tra i relatori spicca il quarantenne Moavero che si trova a suo agio tra la dimensione nazionale e quella comunitaria». [Francesco Grignetti, La Stampa 14/11/2011]
• «L’eurocrate italiano più potente». [Mario Sensini, Corriere della Sera 17/11/2011] «Il Gianni Letta di Monti». [Francesco Merlo, la Repubblica 13/1/2012]
• È stato il primo a diventare ministro dopo Monti, il secondo a giurare. [Michele Brambilla, La Stampa 17/11/2011] Al giuramento, emozionato, stringe la mano al presidente ma non al capo del governo. Parla a bassa voce. Poi lascia il Quirinale a piedi, da solo. [Alessandra Longo, la Repubblica 17/11/2011]
• Da ministro ha preferito una Lancia Delta alla Bmw normalmente in dotazione come auto di servizio e ha rifiutato una scrivania che sarebbe appartenuta a Benito Mussolini: «Sono antifascista, non la voglio», avrebbe detto. [Corriere della Sera 1/12/2011]
• È sposato con tre figli.