8 novembre 2011
Tags : Francesco Baracca
Biografia di Francesco Baracca
Lugo (Ravenna) 9 maggio 1888, Nervesa della Battaglia (Treviso) 19 giugno 1918. Figlio del conte Enrico e della contessa Paolina, fu il più noto degli aviatori italiani durante la prima Guerra Mondiale: abbatté 34 aerei nemici, serie iniziata il 7 aprile 1916 sopra il cielo di Gorizia (immediatamente atterrato nei pressi dello schianto per sincerarsi delle condizioni del pilota nemico, si congratulò con lui per il combattimento) e conclusa con una doppietta il 15 giugno 1918 a Borgo Malanotte (Treviso). Precipitò con l’aereo in fiamme nel corso di una missione di mitragliamento a bassa quota sul Montello, forse abbattuto da un colpo di fucile sparato da terra mentre sorvolava le trincee austriache (sul fatto sono state formulate negli anni varie ipotesi, compresa quella che si sia suicidato prima dello schianto per non finire nella mani del nemico). Suo motto «È all’apparecchio che io miro, non all’uomo», faceva dipingere sui suoi velivoli un cavallino rampante rosso (tratto per inversione dallo stemma del 2º Reggimento “Piemonte Reale Cavalleria” di cui faceva parte) poi diventato nero sui velivoli dei suoi compagni di squadriglia in lutto e, dal 1932, sulle monoposto della Scuderia Ferrari (vedi CRONOLOGIA FERRARI e FERRARI Enzo). Tra i suoi più illustri e ferventi ammiratori Gabriele D’Annunzio, gli sono intitolati l’ex aeroporto militare di Centocelle (Roma), oggi sede del Comando Squadra Aerea e del Comando Operativo di vertice Interforze, lo stadio di Mestre (Venezia), l’Istituto tecnico aeronautico statale di Forlì.