La Gazzetta dello Sport, 6 novembre 2011
Tags : 20111104 – L’alluvione di Genova
Genova s’è svegliata nel fango, le scuole chiuse, le strade vuote perché la circolazione delle auto è stata proibita
Genova s’è svegliata nel fango, le scuole chiuse, le strade vuote perché la circolazione delle auto è stata proibita. Non ha smesso di piovere, ma le autorità dànno notizie tranquillizzanti sul torrente Fereggiano (s’erano rotte alcune briglie di contenimento a monte della strada omonima). Desta inquietudine invece la piena del Bisagno. La procura ha aperto un’inchiesta sulle sei morti dell’altro giorno. Continua anche il maltempo nello Spezzino, dove sono state evacuate le frazioni di Stagnedo e Boccapignone ed è stata chiusa l’Aurelia tra Beverino e Borghetto Vara. Si teme che il fango accumulato per l’alluvione di dieci giorni frani adesso spinto dalla pioggia e provochi altre tragedie. Il Savonese, dove non si va a scuola, è tormentato dalle mareggiate, anche forza 7: colpite Cairo Montenotte, Quiliano (molti cittadini hanno lasciato le case ai primi piani), Alassio (il mare ha raggiunto le vetrine della passeggiata), Albenga, Varazze, Celle Ligure. Il maltempo si sta poi pericolosamente estendendo nel resto del Nord. In Piemonte le precipitazioni hanno già provocato una ventina di frane. La tracimazione della Bormida stava per travolgere quattro famiglie di Alessandria, salvate all’ultimo da una volante. Alessandria fu già colpita dall’alluvione, e in modo terribile, nel 1993. La protezione civile ha classificato con un’allerta 3 tutto il Piemonte meridionale, compresa Torino. Si temono le piene dello Scrivia, dell’alto Tanaro, dell’Erro. Le previsioni dicono che la pioggia aumenterà e che non si può abbassare la guardia almeno fino a stasera. La Protezione civile avverte che il maltempo si estenderà a nord-est, con piogge intense e temporali anche tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia. Pioggia scrosciante in Lombardia, Trentino, Veneto occidentale, Toscana centro-settentrionale, Emilia Romagna occidentale, Sardegna. Oggi le perturbazioni si sposteranno verso Sardegna, Lazio meridionale, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia. Si intensificheranno i venti di scirocco con raffiche fino a 150 km all’ora nel Tirreno e intorno alla Sardegna. Tutti i mari risultano agitati con burrasche al largo e mareggiate sulle coste esposte.
• Non possiamo fare nulla contro il maltempo, ma forse
potremmo difenderci dal maltempo.
Potremmo, ma non lo facciamo mai. Abbiamo scritto
molte volte questo. Quando c’è stata l’alluvione di Messina, in occasione delle
frane di Ischia, l’anno scorso, in questo stesso periodo, in occasione dello
straripamento del torrente Bacchiglione in Veneto. Adesso è la Liguria. Ognuna
di queste zone è stata colpita altre volte in passato, cioè si sa che,
ciclicamente, arrivano piogge torrenziali, dannose potenzialmente quanto un
terremoto… Eppure…
• È giusto accusare il sindaco Marta Vincenzi?
Il sindaco Vincenzi si è difesa dalle accuse dei cittadini
(«Qui non sei su Facebook, qui siamo nel tempo reale») dicendo di aver speso
sei milioni per ripulire il Fereggiano. Però in Liguria è stata ridotta da
dieci a tre metri la distanza minima dai corsi d’acqua per costruire. Ci sono
decine di foto, postate su Facebook da privati cittadini, che mostrano come
certe volte l’argine del corso d’acqua sia praticamente costituito dalle case.
E che dire di tutti quelli che scaricano rifiuti nei torrenti quando sono in
secca, facilitandone l’esondazione nei momenti di piena senza che nessuno gli
dica neanche bah? Vincenzi, Burlando e gli altri sono colpevoli e mi stupisco
solo di non aver ricevuto dichiarazioni di Legambiente e di altre benemerite
associazioni ambientaliste, rapidissime (e giustamente) quando i sindaci sono
di centro-destra – tipo Messina –, per lo meno esitanti, direi, quando si
tratta di criticare una struttura di potere democratica.
• I cittadini sono colpevoli?
E certo. Se un sindaco desse l’ordine di demolire le
case troppo vicine al fiume, vedremmo la gente in piazza. A Ischia, che aveva
avuto la frana con i morti, è successo e le autorità comunali sono state
costrette a fare marcia indietro. Sono i soliti discorsi dove purtroppo,
essendo tutti colpevoli, sono tutti innocenti. Tirare fango addosso ai
politici, per quanto inguardabili siano, è troppo facile, amici.
• Qual è la situazione in generale?
I comuni a rischio idrogeologico sono 5.581 su ottomila. La
metà di questi comuni non fa neanche la manutenzione ordinaria dei corsi
d’acqua. Per cominciare a mettere in sicurezza il territorio ci vorrebbe un
investimento di una cinquantina di miliardi.
• Perché le amministrazioni locali non investono su
questo?
Perché la difesa del territorio è invisibile, cioè non porta
voti.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 6 novembre 2011]