24 giugno 1985
Tags : I presidenti della Repubblica italiana
Cossiga eletto presidente della Repubblica
• Cossiga eletto presidente della Repubblica al primo scrutinio, con 752 voti su 977. È il più giovane presidente della storia italiana, ha 57 anni non ancora compiuti. Su 1.011 grandi elettori, i presenti sono 979, i votanti 977, gli assenti 32 incluso il senatore Tomellerl morto domenica scorsa. Le schede bianche sono 141, le schede disperse 11, le schede nulle 7 (tra queste quattro voti per Licio Gelli). Rispetto alle previsioni, sono mancati al candidato 130 voti: esclusi i 63 voti del Msi, i cui rappresentanti votano scheda bianca; gli 8 voti di Democrazia Proletaria, che vanno alla giornalista e scrittrice Camilla Cederna; i 3 voti del Partito sardo d’azione; i 13 voti dei radicali, che hanno quasi tutti disertato l’elezione per partecipare a una cerimonia in ricordo di Giorgiana Masi, la ragazza che venne uccisa durante una manifestazione a Roma quando Cossiga era Ministro dell’Interno. La votazione è straordinariamente rapida, l’intera seduta a Montecitorio dura appena due ore e mezzo e si conclude alle 18.15.
• Lietta Tornabuoni racconta così il momento dell’elezione: «Cossiga si alza, bacia la mano a Nilde Jotti, si lascia festeggiare dai funzionari della Camera, esce tra gli applausi. Lo blocca con un grosso bacio Fanfani che ha le lacrime agli occhi, con un altro bacio lo blocca De Mita, con un terzo e quarto bacio lo blocca Leone. Poi il nuovo Presidente si rifugia in una stanza dove lo aspettano i suoi: il diplomatico Sergio Berlinguer, Dino Basili, Luigi Zanda, il suo capo di gabinetto Alfredo Masala, il segretario generale del Senato Gifuni. Abbracci generali. Cossiga è bianco in faccia, emozionatissimo, stranito, quasi incapace di parlare: resta ad ascoltare alla televisione le interviste con cui i leader politici commentano la sua vittoria, aspetta che il picchetto d’onore sia pronto per trasferirsi al Senato dove riceverà dalla Jotti l’annuncio ufficiale dell’elezione, riceve la visitai festosa di Spadolini, unico leader che sia entrato in quella stanza a congratularsi con lui. Lascia il palazzo alle sei e dieci, muto di emozione. Nell’aula di Montecitorio, la proclamazione avviene cinque minuti dopo, seguita da un forte applauso». [Lietta Tornabuoni, La Stampa 25/6/1985]