13 settembre 2011
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Biografia di Primo Greganti
• Jesi (Ancona) 4 febbraio 1944. Operaio della Fiat, poi imprenditore (servizi industriali e impiantistici), a lungo funzionario del Pci (tesoriere della federazione torinese, poi transitato a Botteghe Oscure), il 1° marzo 1993 fu arrestato in base alle dichiarazioni del manager socialista della Ferruzzi Lorenzo Panzavolta, che lo accusò di avere intascato una tangente di 621 milioni per conto del partito. Presto noto come “il compagno G.”, a San Vittore fino al 31 maggio, non smise di negare che il destinatario finale di una maxitangente complessiva da un miliardo e 200 milioni di lire fosse il Pci. Il 19 settembre 1993 fu nuovamente arrestato (si costituì) con l’accusa di avere intascato dall’imprenditore Domenico Gavio una tangente di 400 milioni di lire. Rinviato a giudizio, venne condannato a 3 anni e 7 mesi per finanziamento illecito al partito, pena poi ridotta a 3 anni col patteggiamento (conferma della Cassazione nel marzo 2002): nella sentenza di secondo grado, pronunciata il 17 maggio 2000, i giudici definirono Greganti «il fiduciario del Pci pronto a mettere a disposizione i propri conti personali per esigenze lecite e illecite del partito» (conto “Gabbietta”). In un’intervista al Corriere della Sera del 17 agosto 1993, Gerardo D’Ambrosio, procuratore aggiunto di Milano, aveva dichiarato: «Verosimilmente dobbiamo pensare che i soldi attraverso Primo Greganti siano andati al Pci. Certo, se la storia dei 621 milioni di tangente è vera, l’opposizione ha tradito la sua funzione. Sennò, Greganti sarà stato un gran figlio di... che s’è speso i quattrini alle Folies Bergères, in donne e champagne». Secondo la tesi ufficiale, Greganti usò i soldi per acquistare un appartamento di via Tirso a Roma, pagato un miliardo e mezzo di lire.
• «Andò così. Che quel branco di lupi che erano i cronisti di Mani Pulite annusarono l’arrivo di un mandato di cattura sul fronte del Pds, e andarono dal giudice Ghitti a chiedergli: chi arrestate? E quello, sibillino: “Uno col nome che comincia per G”. Nacque così la leggenda del “compagno G”, il pomeriggio del 27 febbraio 1993. Prima ancora del suo arresto le cronache lo definivano “militante di scarsa fama ma di sicura fede”. Due mattine dopo, lo arrestarono nel corridoio dell’ufficio di Ghitti. I cronisti si trovarono davanti un tipo “tarchiato, un po’ sovrappeso, la barba brizzolata e il giubbotto sportivo gettato sulle spalle”. “Li ha presi per sé o per il partito?”, fecero in tempo a chiedergli prima che lo portassero via. Lui non rispose. E nei ventun’anni successivi ha continuato a non rispondere» (Luca Fazzo) [Grn 9/5/2014].
• Nel 2008, rispondendo all’accusa che il pool “Mani Pulite” avesse volutamente graziato il Pci-Pds, Antonio Di Pietro ribadì: «Quegli appartamenti erano davvero suoi. Non è colpa mia se il compagno ogni tanto faceva la cresta». Greganti, che ha sempre definito ingiusta la condanna, replicò: «Nel ’93, da quattro anni non lavoravo più per il partito ma per la Ferruzzi, in particolare alle relazioni con la Cina. Il denaro che ho ricevuto non bastava a pagare metà delle mie spese. Era un compenso, non una tangente» [Aldo Cazzullo, Cds 10/12/2008].
• Negli ultimi anni ha avviato una nuova attività di consulenza industriale, si occupa di servizi sociali, non ha mai smesso di interessarsi di politica aderendo prima al Pds e prendendo poi la tessera del Pd (Riapparso nel 2010 a Torino alla festa nazionale democratica). «Di lui, si disse anche che aveva intrapreso una fruttuosa operazione di intermediazione immobiliare nella Cuba di Raul Castro» (Maurizio Giannattasio) [Cds 9/5/2014].
• L’8 maggio 2014 è stato nuovamente arrestato, insieme ad altre sei persone, con l’accusa di turbativa d’asta e corruzione nell’inchiesta della Procura di Milano su Expo 2015. Secondo l’accusa un gruppo di persone guidate da Antonio Rognoni – ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde, società di costruzioni di proprietà di Regione Lombardia – avrebbe creato un sistema di favori e clientele per spartirsi i ricavi derivanti dagli appalti per la realizzazione di diverse opere legate a Expo 2015 e non solo. Gli accusati, scrivono i pm, avrebbero lavorato come una sorta di interfaccia per creare legami e contatti tra alcuni personaggi politici e imprenditori. Il sistema era costruito in modo tale da offrire ai funzionari pubblici che venivano coinvolti la possibilità di ottenere promozioni, avanzamenti di carriera e denaro in cambio di favori per le aziende interessate a ottenere gli appalti, a danno dei concorrenti. Greganti in questo sistema criminale sarebbe stato il “garante per le cooperative rosse. Fra gli altri, sono stati arrestati il manager di Expo Angelo Paris, l’ex senatore del Pdl Luigi Grillo, l’ex deputato di Forza Italia Gianstefano Frigerio.
• Con Luciano Consoli ha scritto il libro Scusate il ritardo. Il compagno G è tornato (Memori, 2006).
• «Si chiama Primo perché ha un fratello gemello, nato un minuto dopo di lui: Secondo» (Sebastiano Messina) [Rep 9/5/2014].