23 luglio 1993
Suicida Gardini, in carcere i vertici della Ferruzzi
• Raul Gardini, 60 anni, ex leader del gruppo Ferruzzi, si suicida nella sua abitazione di Milano sparandosi un colpo alla tempia sul suo letto. Sul comodino lascia un biglietto di sette parole, l’ultimo messaggio alla moglie, ai figli e alla suocera: «Idina, Eleonora, Ivan, Maria Speranza, Isa. Grazie». Nessuno ha sentito la detonazione nell’appartamento del settecentesco Palazzo Belgioioso, in casa c’erano il figlio Ivan, 24 anni, e il maggiordomo, Franco Brunetti, che alle 8.45 ha aperto la porta della camera da letto scoprendo il cadavere. Nelle ore successive scattano gli arresti preannunciati dalle confessioni di Giuseppe Garofano, ex presidente della Montedison: finiscono in manette Carlo Sama, uomo forte del gruppo Ferruzzi dopo l’uscita di scena di Gardini; Vittorio Giuliani Ricci, amministratore della Fermar; Sergio Cusani, finanziere di area socialista; un quarto ordine di cattura riguarda Giuseppe Berlini, uomo della Ferruzzi in Svizzera, che si trova a Losanna; il quinto sarebbe stato proprio per Gardini. Accuse: falso in bilancio, corruzione, violazione del finanziamento ai partiti. In serata Sama e Cusani vengono portati nel carcere di Opera, Giuliani Ricci viene rimesso in libertà.