9 marzo 2010
Tags : Il delitto di via Poma
Pietrino Vanacore si suicida prima di deporre a Rebibbia
• Verso le 10 di
mattina, a poche ore
dalla sua deposizione nell’aula-bunker di Rebibbia, Vanacore, che dalla
metà degli anni ’90 è tornato a vivere con la moglie nella sua terra, a
Monacizzo in provincia di Taranto, va nel garage di casa sua, prende una corda
e una boccetta di Paraquat, potente anticrittogamico usato in agricoltura come
diserbante, sale sulla Citroen Cx di colore grigio, guida fino a Torre Ovo di
Torricella, manda giù il veleno, si lega una corda di venti metri a un albero,
l’altro capo lo assicura a un albero in modo che il suo corpo non finisca in
fondo al mare, si siede sugli scogli e dopo un paio d’ore, quando sente che il
veleno l’ha quasi ucciso, si lascia cadere nell’acqua a faccia in giù.Tre biglietti scritti a pennarello, uno
sul tergicristallo, uno nell’auto, uno nel garage di casa sua, con queste
parole: «20 anni di sofferenza e sospetti portano al suicidio. Lasciate almeno
in pace la mia famiglia»; «Senza nessuna colpa, né mia né della mia famiglia,
ci hanno distrutti nel morale, nell’immagine e tutto il resto. Lo porteranno
sulla coscienza». [Tutti i giornali di mercoledì 10 marzo 2010]