24 aprile 2009
Tags : Stragi italiane
Carlos: la Cia dietro la strage di Bologna
• Per il terrorista internazionale Ilich Ramirez Sanchez, detto Carlos lo Sciacallo, detenuto nel carcere francese di Poissy, «la strage del 2 agosto a Bologna non è opera dei fascisti». Carlos, ascoltato per rogatoria a Parigi dal pubblico ministero bolognese Enrico Cieri, dice che «quella è roba della Cia, i servizi segreti italiani e tedeschi lo sanno bene. (...) In quegli anni il traffico di armi ed esplosivi attraverso l’Italia era cosa soltanto nostra. Col beneplacito dei servizi italiani, coi quali noi rivoluzionari trattavamo personalmente, i compagni potevano attraversare l’Italia, così come la Grecia, con tutte le armi in arrivo da Saddam Hussein. Per questo posso certamente dire che in quei giorni mai ci sarebbe potuto sfuggire un carico di T4 grande come quello fatto esplodere a Bologna. Non sarebbe sfuggito a noi e di certo non lo potevano avere in mano i neofascisti italiani. Quel tritolo viene dai militari... Tra i rivoluzionari palestinesi e l’Ori (l’Organizzazione dei rivoluzionari internazionali, quella di Carlos, ndr) i patti con i servizi segreti italiani erano chiari: in Italia traffico di armi sì, attentati no... E noi abbiamo mantenuto la parola». [Biagio Marsiglia, Cds 26/4/2009]
• Carlos sulla presenza di Kram a Bologna: «I servizi sapevano bene che a Bologna quel giorno c’era Thomas Kram e farlo saltare in aria con la stazione sarebbe stato come mettere la firma dei palestinesi sull’eccidio... Così l’Italia si sarebbe staccata dai palestinesi e avvicinata agli israeliani. Ma Kram si è salvato e l’operazione è fallita». [Cds 26/4/2009]