14 settembre 1982
Tags : Paolo Borsellino
L’encomio mai arrivato e le “rubriche di Paolo”
• Il giorno dopo l’entrata in vigore della nuova legge antimafia Rognoni-La Torre, scatta un blitz in un centinaio di banche: i finanzieri sequestrano montagne di documenti, congelano conti e depositi sospetti. Chinnici invia una lettera al presidente del tribunale per sollecitare un encomio a Borsellino: “Magistrato degno di ammirazione, dotato di raro intuito, di eccezionale coraggio, di non comune senso di responsabilità, oggetto di gravi minacce, ha condotto a termine l’istruzione di procedimenti a carico di pericolose associazioni a delinquere di stampo mafioso”. L’encomio richiesto non arriva. [Lucentini 2003]
• Borsellino, metodico, compila con pazienza certosina una serie di quaderni, “le rubriche di Paolo”, in cui annota tutto: nome dell’imputato, circostanze che lo riguardano, pagine processuali in cui è citato, ecc. L’amico e collega Giuseppe Ayala, sfottendolo per il suo passato da simpatizzante del Fuan, lo chiama «camerata Borsellino»: «Ci rideva su, io entravo sguainando il braccio destro e lui rispondeva allo stesso modo» (Ayala nel libro La guerra dei giusti).