La Gazzetta dello Sport, 5 dicembre 2007
C’è un’altra classifica internazionale che ci sbatte agli ultimi posti di una classifica dove bisognerebbe esser primi, quella della capacità dei nostri quindicenni di far uso delle loro conoscenze scientifiche per risolvere problemi teorici o pratici anche semplici
C’è un’altra classifica internazionale che ci sbatte agli ultimi posti di una classifica dove bisognerebbe esser primi, quella della capacità dei nostri quindicenni di far uso delle loro conoscenze scientifiche per risolvere problemi teorici o pratici anche semplici.
• Sa che questi sondaggi mi hanno stufato? Ci sarà qualcosa in cui gli italiani sono primi, o almeno ai vertici?
Beh, il calcio, no? Non siamo campioni del mondo? Invece nella preparazione scolastica stiamo sotto, molto sotto. Ma stia a sentire. Esiste l’Ocse, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Questa Ocse fa periodicamente un test gigantesco che riguarda i quindicenni di una cinquantina di paesi almeno. Un anno vanno a vedere come se la cavano con la loro lingua madre, un altro anno ispezionano il sapere matematico, il terzo anno mettono alla prova la mentalità scientifica, eccetera. Noi andiamo più o meno sempre male. Faccia conto che l’ultima indagine sulla lettura ha accertato che l’istruzione media è scesa ancora, la percentuale di studenti sotto il livello 1 – il più basso – era aumentata del 6 per cento. Ma quella era un’indagine del 2003 che verrà ripetuta l’anno prossimo e per il momento dimentichiamocene. Stavolta si occupavano della cosiddetta “mentalità scientifica”, cioè della capacità dei nostri quindicenni di adoperare quel poco o quel tanto che hanno imparato a scuola per risolvere un problema pratico o teorico, magari banale. Beh, su 57 paesi in gara siamo arrivati trentaseiesimi, ci hanno battuto anche Estonia, Slovacchia, Macao, Taipei, Croazia e Polonia. La media dei 57 paesi è uguale a 500, il primo è la Finlandia con 563 punti, noi abbiamo totalizzato 475 e il distacco di 88 punti dalla capolista viene considerato dagli esperti “siderale”.
• Sarà stata fatta bene ’st’indagine? Che studenti italiani hanno scelto? Perché a questo fatto che siamo sempre ultimi io non ci posso credere.
Gli studenti italiani testati sono 21.773 distribuiti in 806 scuole suddivise per macreregioni (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud, Sud e Isole) e per tipologia di istituti: licei, istituti tecnici, professionali e scuole per la formazione professionale. Undici Regioni coinvolte più le provincie autonome di Bolzano e Trento. Uno studente su quattro sta sotto il livello 2. Il livello 2 è quello minimo per affrontare e risolvere casi elementari. I licei classici risultano sopra media, i tecnici fanno perdere punti, i professionali sono una tragedia. Allo stesso mod gli studenti che frequentano le scuole del Nord superano la media Ocse, il Centro va così e così, Sud e Isole precipitano. Anche questo ce lo aspettavamo, direi.
• Quindi, le Regioni più ricche e con meno malavita sono anche quelle con le scuole migliori.
E si potrebbe dire all’invers le Regioni con le scuole migliori sono quelle che poi hanno più soldi e meno criminalità. Mi fa venire in mente una ricerca di qualche anno fa della Fondazione Brodolini: constatarono che storicamente nei territori, in cui si impiantavano biblioteche e si spingeva sulla promozione culturale, si aveva in genere dopo un po’ anche una diminuzione della disoccupazione e della delinquenza. Del resto da qualche mese lo dice a ogni occasione anche il governatore Draghi: l’ignoranza è l’anticamera della misera.
• Che cosa dunque bisognerebbe fare?
Tutti gli esperti dànno la stessa risposta: migliorare la qualità dell’insegnamento, cioè degli insegnanti. Risposta giusta, perché l’indagine Ocse indagava sulla mentalità scientifica e non sulla semplice conoscenza dei teoremi o della struttura della materia. Le nozioni imparate a pappagallo in questo caso non servono. E la “mentalità scientifica” è qualcosa che prescinde dalle cosiddette materie – Fisica o Biologia –, perché si applica a qualunque realtà, compreso, volendo, il nostro amato calcio. Non c’è dubbi per plasmare i cervelli dei giovani alla mentalità scientifica ci vogliono gli insegnanti e solo gli insegnanti.
• Invece?
Invece a Milano c’è un allarme generale perché un mucchio di presidi se ne vogliono andare in pensione prima del tempo. E una ricerca di Vittorio Lodolo D’Oria sulla prestigiosa rivista scientifica “La Medicina Italiana” mostra che, tra i dipendenti pubblici, gli insegnanti sono la categoria più a rischio per le patologie psichiatriche: 39% di disturbati nell’umore e 12% di disturbati nella personalità, 32% di ansiosi, 11% di schizofrenici o psicotici, 6% di paranoici o altro. Sono percentuali doppie rispetto a quelle degli impiegati, di due volte e mezzo rispetto quelle del personale sanitario e triple rispetto a quelle degli operai. Gli insegnanti sono profondamente infelici: come vuole che si preoccupino della mentalità scientifica? [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 4/12/2007]