La Gazzetta dello Sport, 22 dicembre 2007
Ieri mattina i senatori hanno approvato definitivamente la Finanziaria, votando la fiducia anche sul terzo articolo della legge
Ieri mattina i senatori hanno approvato definitivamente la Finanziaria, votando la fiducia anche sul terzo articolo della legge.
• Che cosa hanno deciso, alla fine?
Interventi su tre filoni di spesa:
- la casa: uno sconto di circa 300 euro sull’Ici della prima casa, un contributo, a chi è povero e sta in affitto, di 150-300 euro (scaricabile dalla denuncia dei redditi), un incentivo ai cosiddetti bamboccioni (purché con reddito inferiorie ai 15.493 euro annui) di 991 euro se vanno a vivere in affitto lontano dai genitori, una detrazione del 36% accompagnata da agevolazioni sull’Iva per chi ristruttura casa, sconto fiscale per la cosiddetta ”riqualificazione energetica degli edifici”, cioè se uno si fa un impianto solare ha uno sconto del 55% sulle tasse relative, fino a 4000 euro di interessi sui mutui scaricabili, possibilità per chi è in difficoltà con le rate di sospendere il pagamento per due volte e per un periodo non superiore ai diciotto mesi;
- le famiglie: 19 per cento di sconto sulle tasse (con un tetto massimo di 632 euro) per chi manda i figli all’asilo, aiuti alle coppie con più di quattro figli, i soldi recuperati ai furbetti che volevano scalare Bnl, Antonveneta e il Corriere della Sera sono stati destinati alla costruzione di asili nido, niente ticket sulle ricette, niente canone Rai per chi ha più di 75 anni, istituzione di Mister Prezzi, istituzione della class action, cioè possibilità per cittadini consorziati di fare una causa collettiva a un’azienda da cui ci si ritenga danneggiati;
- imprese: calano ires e irap (scese al 33 e al 27,5), cala anche l’imposta sul reddito delle attività produttive, dal 4,5% al 3,9, al Sud l’imprenditore pagherà ogni mese 333 euro di tasse in meno per ciascun lavoratore assunto e 416 se si tratta di una donna.
• Non ho capito se dobbiamo esser contenti oppure no.
Beh, rispetto all’anno scorso è una finanziaria da festa. Ci sono solo due problemi: è un po’ costosa rispetto alle previsioni, perché Padoa-Schioppa all’inizio aveva detto di non voler spendere più di 10 miliardi e alla fine siamo poco sotto i 17. Ho sentito un mucchio di discorsi e di rassicurazioni, ma non sono sicuro che le coperture siano state trovate davvero. ”Coperture” significa: sapere dove prendere i soldi che si vogliono spendere. Il secondo problema è che per arrivare in porto ci sono volute sei fiducie. E ieri è stato votato il provvedimento sul welfare, collegato alla Finanziaria, con un’altra fiducia. Dal giorno del suo esordio, se non ho contato male, è la trentaquattresima volta. Un record assoluto.
• Dipende dal fatto che i partiti di governo non vanno d’accordo tra di loro, no?
Sì, e dalla debolezza al Senato. Napolitano l’altro giorno s’è arrabbiato per tutte queste fiducie, che esautorano il Parlamento. Inoltre, al momento del voto, sette senatori hanno dichiarato di considerarsi fuori dalla maggioranza. Dini, Bordon, Manzione, D’Amico, Fisichella, Scalera della parte destra dello schieramento e Turigliatto della parte sinistra. Tecnicamente, la maggioranza garantita dai senatori a vita in questo modo è scomparsa. Anche se insiste nel sostenere che non è successo niente, Prodi chiude l’anno in una posizione di estrema debolezza.
• Ma è giusta questa procedura con cui si prepara la Finanziaria? Mi pare che sia un continuo andirivieni tra Camera e Senato e poi tutti si buttano a pesce per far approvare una spesa qua, un favore a un amico là.
Ha ragione. La Finanziaria è l’unica legge che, nel corso dell’anno, va sicuramente in porto alla data stabilita. Per questo tutti tentano di infilarci dentro i provvedimenti più strani. Veltroni ha detto, nel suo discorso al Lingotto, che bisognerebbe riformare la procedura. Ha ragione. Siccome la Finanziaria contiene in sé la quintessenza di ciò che il governo vuol fare – cioè è la legge qualificante per eccellenza – sarebbe sensato che il governo la preparasse sentendo tutti, ma blindando poi gli articoli, cioè mettendo subito la fiducia e rendendo impossibili gli emendamenti.
• Ma se è proprio quello che Napolitano non vuole!
Napolitano non vuole 34 fiducie. Ma se c’è una legge su cui è sensato metter la fiducia è proprio la Finanziaria. Altrimenti deputati e senatori saranno sempre costretti a discutere, oltre al resto, anche dei due milioni da dare al velodromo di Treviso o degli spiccioli da distribuire agli «spettacoli di marionette e burattini», o delle tasse da applicare a «cavalli, asini, muli e bardotti». Sono capitoli di spesa previsti anche nella legge di quest’anno e che mischiati ai bamboccioni e agli incapienti contribuiscono a rendere grottesco il teatrino della nostra vita politica. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 21/12/2007]