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 2008  gennaio 10 Giovedì calendario

Una nave carica di rifiuti napoletani è arrivata ieri pomeriggio in Sardegna e subito sono scoppiati incidenti

Una nave carica di rifiuti napoletani è arrivata ieri pomeriggio in Sardegna e subito sono scoppiati incidenti...

• Nessuno vuole i rifiuti campani.
E’ una vicenda dolorosamente istruttiva. In Sardegna c’è un partito indipendentista, di nome Independentzia Repubrica de Sardigna, in sigla IRS. Duecento di questi indipendentisti hanno forzato il cancello del molo Grendi e sono andati a sedersi sulle bitte. La “bitta” è quella colonna corta e tozza a cui si ormeggiano, mediante le cime, le navi. Gli indipendentisti avevano visto arrivare la Italroro Three e hanno pensato di impedirne l’attracco. Ci son volute due ore per farli sgombrare. C’era anche il problema di un’ordinanza del 2006, mai revocata, che vietava la movimentazione di rifiuti extraregionali nel porto. Vedrà che ci sarà qualche denuncia alla magistratura. Intanto il sindaco di Sassari, Gianfranco Ganau, tuonava che i rifiuti campani nella sua discarica di Ozieri non sarebbero mai stati accolti, «non abbiamo dato nessuna disponibilità». Alla fine, poco prima delle sette di sera, gli indipendentisti sono stati allontanati e l’immondizia è stata sbarcata e diretta verso la discarica di Macchiareddu. Arriveranno oggi o domani altre due navi portando più o meno 500 tonnellate ciascuna, la Italroro Two e il Toscana.

• Bastano questi trasferimenti per ricominciare a respirare?
Ma figuriamoci. una goccia nel mare. In Campania ci sono cinque milioni di ecoballe che non si sa dove mettere. Ogni ecoballa pesa 1,1 tonnellate. Se si portassero via 5.000 ecoballe al giorno, cioè 5.500 tonnellate, la montagna di rifiuti si ridurrebbe in un mese di 150 mila ecoballe e in un anno di un milione e ottocentomila. Dunque ci vorrebbero due anni e mezzo solo per far fuori gli arretrati. Senonché i napoletani, da soli, producono 1.700 tonnellate di spazzatura al giorno. Cioè: anche smaltendo l’arretrato delle ecoballe a colpi di 5000 al giorno, bisognerà poi affrontare la gestione ordinaria, che significa: trattamento dell’immondizia prodotta quotidianamente e suo avvio all’inceneritore, al termovalorizzatore o dove che sia. Sto fingendo che il trattamento a cui sono state sottoposte le ecoballe campane fino ad oggi sia stato fatto a regola d’arte, cosa che assolutamente non è. Quindi le tre navi mandate in Sardegna con 500 ecoballe ciascuna sono praticamente niente. O meglio hanno solo un significato politic gente, stiamo facendo qualcosa, state calmi.

• Grillo sul suo blog dice che tutta questa faccenda degli inceneritori è una presa in giro per far contenti i piazzisti degli inceneritori. «Nessuno parla della raccolta differenziata», scrive.
Tutti parlano della raccolta differenziata, a dire il vero, ma solo per dire che in questo momento parlare di raccolta differenziata a Napoli è come proporsi di imbiancare un cumulo di macerie. Guido Viale, che è contrario agli inceneritori e vuole la raccolta differenziata, ha spiegato però l’altro giorno sul manifesto che la raccolta differenziata esige un’organizzazione completamente diversa, che coinvolga tutti e sostituisca con un unico organismo i vari sottopoteri amministrativi, ognuno dei quali delegato a un pezzetto del problema. Ci vuole tempo per attuarla bene. A Modena, per dirne una, hanno cominciato a organizzarla dagli anni Settanta e adesso siamo intorno a una percentuale di raccolta del 40% (in Campania, secondo Viale, è il 15%, ma mi pare una stima ottimistica). Per questo la discussione sulla raccolta differenziata mi pare adesso una fuga in avanti. Non si riesce nemmeno a portar via l’immondizia che c’è per strada, cosa vuole fare filosofia del pattume.

• Non è brutto che le altre Regioni si siano sostanzialmente rifiutate di aiutare la Campania?
Non tutte. Il Piemonte ha detto che prenderà 5000 ecoballe, l’Emilia pure. Comunque è brutto, sì, ed è brutto anche che qualcuno dica: il Nord non vuole aiutare il Sud. Cioè che si inneschi, su questo dramma, una polemica politica. Tra le Regioni che hanno detto di no con maggiore durezza c’è la Calabria. E c’è l’Umbria, la cui presidente, la diessina Rita Lorenzetti, ha detto: «L’abbiamo già fatto una volta e non ci hanno ancora pagato. Non possiamo permettercelo». Una lezione molto amara per i napoletani.

• L’arrivo di De Gennaro e dell’esercito non risolverà il problema?
De Gennaro ha un incarico di quattro mesi e ha già detto che gli ci vorrà un mese solo per capire di che si sta parlando, dato che le questioni tecniche sono molte. Ha ragione. Il governo vuole riesumare i decreti del maggio scorso, più o meno gli stessi che a maggio si rimangiò per paura della piazza. Adesso la piazza non fa più paura a Prodi? Vedremo che cosa succederà a Pianura, se almeno quella discarica sarà riaperta o no. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 10/1/2008]