La Gazzetta dello Sport, 13 gennaio 2008
Le valanghe ieri hanno provocato quattro morti, tre nel bresciano e uno in Val di Sole, nel Trentino
Le valanghe ieri hanno provocato quattro morti, tre nel bresciano e uno in Val di Sole, nel Trentino.
• Ho sentito che c’è cattivo tempo.
Non a Maniva, dove la slavina ha travolto undici persone che stavano facendo una gita su dieci motoslitte. Roberto Zubani, gestore dello chalet che s’affaccia sugli impianti, ha detto ai cronisti: «Oggi è stata una giornata bellissima, tutto era in ordine e tranquillo e la valanga è stata del tutto inaspettata». Era sotto choc. A mezzogiorno, col sole splendente, il cielo azzurro, la meravigliosa aria fredda, l’incanto delle vette, questi undici ragazzi che si stanno divertendo e probabilmente è proprio il rumore che fanno con le loro motoslitte che fa staccare, a nord del rifugio Bonardi, un fronte nevoso ampio forse un paio di chilometri. Quattro finiscono sotto, sette sono appena sfiorati dalla neve e possono chiamare aiuto. Quando arrivano, un paio d’ore dopo (perché poi non è stato semplice individuare il punto esatto della disgrazia), i soccorritori estraggono dalla neve tre cadaveri e non trovano traccia della quarta persona. Questa quarta persona viene trovata alle nove di sera. gravissima.
• Quanto tempo si può resistere sotto la neve?
Gli esperti dicon non più di tre quarti d’ora. Ma qui siamo di fronte a un caso eccezionale, del quale si dovranno conoscere i particolari. Si dice che per sopravvivere, quando si è là sotto, si debba far finta di trovarsi in acqua, e nuotare. Mulinando le braccia dovrebbe formarsi una camera d’aria e impedire almeno l’asfissia. Ma c’è l’assideramento. Altri dicono che è meglio star rannicchiati. Su queste cose nessuno ha scritto come Tolstoj: la storia del servo che salva il padrone dalla tormenta sdraiandoglisi sopra e scaldandolo...
• E l’altra disgrazia?
A Marilleva, nel Trentino. Un uomo di nome Angelo Sverzellati, piacentino, di 57 anni. Sono andati a spasso con gli sci, lui e un amico suo, un due chilometri fuori pista. Neve fresca, entusiasmo. A un tratto una massa di questa neve fresca gli è andata addosso e lo ha scaraventato contro un albero. Morto sul colpo. Anche una ragazza in Val Gardena è stata coperta da una valanga, ma ne è uscita viva, solo gridando e piangendo per lo spavento. L’hanno portata all’ospedale di Merano con l’elicottero e dovrebbe essere fuori pericolo. Sono cadute valanghe anche in Val dei Mocheni, vicino a Trento. E in Val Gardena. L’altro ieri sono morti altri due ragazzi a Livigno. Sono andati a fare snowboard fuori dalle piste e il pericolo di valanghe era a livello 4...
• Che cos’è il livello 4?
il penultimo livello, detto anche “forte” e segnalato col colore rosso. Cit «Il manto nevoso è debolmente consolidato sulla maggior parte dei pendii ripidi. Il distacco è probabile già con un debole sovraccarico. C’è da aspettarsi molte valanghe spontanee di media grandezza e, talvolta, anche grandi valanghe». L’opinione più comune è che l’innalzamento della temperatura provochi più facilmente il venir giù di questi blocchi di neve. Ma non è detto. Spiega il meterologo Guido Caroselli, quello che fa il meteo su Raiun «La diminuzione della temperatura aumenta in un primo tempo la compattezza della neve fresca, ma poi ne rallenta il processo di consolidamento». Dunque, anche se il caso più frequente è quello di un addolcimento della temperatura, c’è anche l’eventualità che la valanga sia provocata da un suo irrigidimento. Ieri, in tanti posti, il tempo è stato effettivamente pessimo e c’è un allarme generale per il rischio valanghe in Val d’Aosta. Auto sono rimaste bloccate sulle Dolomiti e sono stati chiusi quasi tutti i principali passi del Trentino Alto Adige e alcuni anche in Veneto. A Belluno ci sono stati allagamenti, a Cortina sono scesi 48 centimetri di neve, piogge torrenziali in Liguria, con frane, allagamenti e incidenti stradali specie a Savona e a Imperia, per via del ghiaccio. Sulla Ventimiglia-Savona, all’altezza di Spotorno, stavano portando di corsa a farsi un trapianto di fegato un uomo di 35 anni, di nome Antonino Pangallo, e sono andati a sbattere contro il guard-rail. Pangallo, che aveva la salvezza a portata di mano, è invece morto sul colpo.
• Senta, questi morti della montagna sono stati imprudenti, no? Voglio dire ad andare fuori pista?
Sono tutti morti perché sono andati fuori pista. E c’è anche il problema delle motoslitte: sulle nostre montagne ne girano 40 mila e sono fuori da ogni regolamentazione perché il Codice della strada ne ignora l’esistenza. Risultat chiunque può prenderle e andarci ovunque. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 13/1/2008]