La Gazzetta dello Sport, 16 gennaio 2008
Mastella... • Per favore cominci dall’inizio. In ordine. Tanto lo sappiamo già che s’è dimesso e che la moglie è in galera
Mastella...
• Per favore cominci dall’inizio. In ordine. Tanto lo sappiamo già che s’è dimesso e che la moglie è in galera.
No, non è in galera, è agli arresti domiciliari, cioè sta in casa e non può uscire. L’inizio? L’inizio è la magistratura di Santa Maria Capua Vetere che indaga sul potere dei Mastella, lui e lei. Perché sono in politica tutti e due: lui, oltre che ministro della Giustizia, è capo di questo piccolo partito che si chiama Udeur e ha l’1,5% dei voti. Lei fa politica in Campania ed è presidente del consiglio regionale, diciamo una Bertinotti napoletana (anche se è di Benevento). Bene, la magistratura di Santa Maria Capua Vetere indaga e mette i telefoni dei principali sospettati sotto controllo. Che cosa scopre? Ieri ho passato il pomeriggio a leggere carte e devo dirle che non è chiarissimo. Ci sarebbe una telefonata in cui la signora Mastella fa una scenata a proposito della nomina di un personaggio che non le piace, nomina che poi non viene comunque ritirata. Altra storia: Bassolino sarebbe stato concusso da Mastella...
• Concusso?
La concussione, cioè quando un pubblico ufficiale si avvale dei poteri che ha per ottenere un vantaggio, generalmente in denaro, ma anche di altra natura. In questo caso Mastella, pubblico ufficiale in quanto ministro della Giustizia, avrebbe concusso Bassolino, governatore della Regione, costringendolo a una nomina che Bassolino non avrebbe diversamente mai fatto. Ieri Bassolino - in questo caso vittima - non ha detto una parola. La storia più grave tra tutte quelle che ho letto ieri riguarda un appalto per la costruzione di un capannone, committente l’azienda ospedaliera di Caserta. in gara anche il consuocero di Mastella, di nome Carlo Camilleri e funzionario pubblico a sua volta, dato che è presidente dell’Autorità per il bacino del Sele. Costui, che è ingegnere, possiede una ditta e partecipa alla gara per la costruzione del capannone. Arriva quarto. Ed ecco che le tre società che gli stanno davanti in classifica rinunciano e la commessa perciò finisce a lui, che se la prende. I titolari delle tre società hanno subito pressioni per togliersi di mezzo? Non lo so, perché non ho visto le carte. I magistrati però lo pensano. I magistrati infine non ci dicono che cosa è successo l’altro giorno di tanto grave da indurli alla retata tra politici e pubblici funzionari che ha messo nei guai 23 persone: la signora Sandra Lonardo Mastella – ai domiciliari –, suo marito indagato per sette ipotesi di reato (concorso esterno in associazione per delinquere, due episodi di concorso in concussione e uno di tentata concussione, un concorso in abuso d’ufficio e due concorsi in falso), gli assessori regionali Nocera e Abbamonte (Udeur), il sindaco di Benevento Pepe (Udeur), i deputati regionali Errico e Ferraro (Udeur, anche questi tutti ai domiciliari) più il consuocero di Mastella (Udeur) che però s’è fatto trovare in ospedale, dove era andato a ricoverarsi l’altra sera, e poi un mucchio di altri esponenti dell’Udeur, come minimo indagati, e quattro di loro messi addirittura in cella. Saputo della moglie, Mastella – che doveva riferire alla Camera sulla situazione della Giustizia – s’è presentato ai parlamentari allegando il discorso tecnico e pronunciando invece una confusa, ma violentissima requisitoria contro la magistratura, accusata in sostanza di averlo perseguitato («in questi pochi mesi ho avuto il triplo di avvisi di garanzia che mai ho avuto in trent’anni di specchiata carriera politica...»). Alla fine ha annunciato le sue dimissioni. Senza però aggiungere la parola “irrevocabili”.
• Dimissioni per finta?
Prodi le ha respinte. Mastella voleva ritirarle immediatamente. Gli è stato spiegato che sarebbe stao meglio aspettare qualche ora o qualche giorno. scappato allora a Ceppaloni sulla macchina di Diego Della Valle. Poi è arrivata la notizia delle sette ipotesi di reato. Mi pare difficile che possa rientrare.
• Cadrà il governo?
Tutto il Parlamento, tranne Di Pietro, ha solidarizzato con lui e lo ha pregato di restare. Nessuno – nemmeno Berlusconi – ha pronunciato le parole “crisi di governo”. A tal punto la casta dei politici detesta la casta dei magistrati. I politici hanno solidarizzato con i Mastella, ma che ne sanno? Nessuno di loro ha la minima idea dell’impianto accusatorio.
• Dunque, hanno ragione i magistrati.
Non sappiamo neanche questo. I Mastella parlano dei magistrati come di un partito che fa le sue guerre e adopera il carcere e gli avvisi di garanzia per i suoi fini, personalistici o di casta. In un Paese normale accuse simili, condivise poi da tutto il Parlamento, aprirebbero una crisi istituzionale enorme. Il fatto è che i cittadini detestano la casta dei politici e non hanno nessuna stima di quella dei giudici. Per questo le istituzioni possono liberamente prendersi a pesci in faccia tra di loro. La crisi vera non è infatti tra i poteri. tra chi i poteri ce l’ha e chi non ce l’ha. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 16/1/2008]