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 2008  gennaio 20 Domenica calendario

Ieri mattina, a San Pietro, tutto si è svolto come previsto: una gran folla è accorsa a pregare col Papa, duecentomila persone secondo i calcoli della Genadermeria vaticana, e in ogni caso molte di più delle altre domeniche

Ieri mattina, a San Pietro, tutto si è svolto come previsto: una gran folla è accorsa a pregare col Papa, duecentomila persone secondo i calcoli della Genadermeria vaticana, e in ogni caso molte di più delle altre domeniche. C’era bel tempo, e questo ha aiutato. Ma naturalmente sono state decisive le polemiche dei giorni scorsi e specialmente la rinuncia, da parte di Benedetto XVI, a parlare in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico della Sapienza: le manifestazioni di protesta annunciate da un gruppo di studenti e la lettera critica scritta da 67 professori al rettore hanno indotto il Pontefice a soprassedere. Che, in un certo senso, è stato come gettare benzina sul fuoco.

• Questo è ingiusto. Perché il Papa avrebbe dovuto andare a farsi contestare? E se fossero accaduti incidenti gravi?
Già. Però qualcuno ha osservato che, per esempio Gandhi, non avrebbe provocato la rivoluzione senza sangue che l’ha reso celebre se si fosse tirato indietro davanti a una difficoltà. D’altra parte è vero che qui si trattava dell’università della città di cui il Papa è vicario, e dunque l’invito non era così strano e la sorpresa per le proteste può essere giustificata. C’è anche l’argomento a parer mio principe: non entrerò ad ogni costo in una casa che non mi vuole. Sono andato alla manifestazione del Foglio dell’altra sera e sono stato colpito da due discorsi. Primo discorso, pronunciato da Eugenia Roccella: da studentessa, ha detto, ho frequentato la Sapienza, e già allora, nelle assemblee, non si poteva prender la parola senza esser subito zittiti, e con prepotenza, se non si stava dalla parte dei gruppi di sinistra. Secondo discors la Sapienza ha 140 mila studenti e quattromila professori. Dove stavano costoro quando uno sparuto gruppo di 67 docenti e uno sparutissimo gruppetto di un paio di centinaia di universitari se la prendevano col Papa e organizzavano la settimana laica?

• Saranno andati in San Pietro ieri.
Sì, saranno di sicuro andati in San Pietro ieri. E abbiamo visto all’Angelus anche i soliti cattolici da piazza, i vari Casini, Rutelli, Cicchitto (che fu marxista socialista, e addirittura lombardiano), Alemanno, Gasparri, più Andreotti e Cossiga. E Mastella naturalmente, la cui moglie, nei giorni scorsi, ha gridato d’essere stata incarcerata in quanto cattolica, il che, qualunque cosa si pensi dei magistrati, è come minimo comico. Ma voglio farle osservare quest alle ultime elezioni un solo partito aveva una posizione - per dir così - laicista, e si spingeva a pretendere che nel programma dell’Ulivo fosse prevista addirittura la revisione del Concordato. Era la Rosa nel pugno di Boselli-Pannella, a cui si pronosticava infatti un gran successo, essendo l’unica formazione che dava una qualche voce al pensiero anti-clericale. E invece, ecco qua: presero il 2 per cento, cioè niente. A quanto pare i cattolici o gli amici della Chiesa, magari non credenti, non sono affatto minoranza, come dicono, ma maggioranza schiacciante. E allora dove stavano, queste masse di papisti, nei giorni della contestazione studentesca?

• Che cosa mi vuole dimostrare?
Da un lato, che i cattolici sono una presenza decisiva nella nostra società, almeno in termini di voti, e i partiti italiani ne fanno un gran conto, tanto è vero che le norme sui Dico, accertato che la Chiesa non le voleva, sono state seppellite di corsa. Dall’altro, che anche i cattolici fanno politica senza crederci poi troppo e con poca passione, proprio come tutti gli altri. S’accorgono che il Papa è contestato e che esiste un problema solo quando lo stesso Benedetto fa un gesto di rottura e richiama l’attenzione su di sé. L’indifferenza è una delle concause dello sfascio di cui parlavamo ieri.

• Ma non ci sono un mucchio di partiti cattolici? Sento continuamente dire “teocon”, “teodem”, parole che francamente non capisco.
Beh, è abbastanza semplice. “Teodem” è composto da “teo” (cioè, Dio) e “dem” che è la parola “democratico” abbreviata. Perciò i teodem sono i cattolici democratici, cioè i cattolici che stanno nel centro-sinistra e che fanno dentro il centrosinistra le battaglie della Chiesa, contro l’aborto (ma, almeno per ora, non contro la 194), contro i Dico o i Pacs, contro la fecondazione assistita. Tutto questo, stando però a sinistra, essendo cioè “dem”, e il loro essere “dem” si vede poi sui temi non etici, per esempio sulle questioni sociali, dove possono risultare più a sinistra degli ex diessini.

• E i teocon?
Teocon è un’espressione americana. Sarebbero, in due parole, gli evangelici, quelli che hanno sostenuto Bush. La destra della destra. Noi non ce li abbiamo ancora. Ma vedrà che, prima o poi, arriveranno anche qui.[Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 20/1/2008]