La Gazzetta dello Sport, 26 gennaio 2008
Ieri Napolitano ha ricevuto undici gruppi parlamentari, di quelli piccoli, quelli che Veltroni e Berlusconi con il loro accordo di poche settimane fa volevano seppellire
Ieri Napolitano ha ricevuto undici gruppi parlamentari, di quelli piccoli, quelli che Veltroni e Berlusconi con il loro accordo di poche settimane fa volevano seppellire. Tra questi gruppi c’era pure l’Udeur di Mastella.
• A proposito, ma l’Udeur di Mastella, alla fine, quanti voti piglia?
Mezzo milione. L’uno e mezzo per cento. Dieci deputati e tre senatori. Pare che, per mettersi con questo o con quello (destra-sinistra), voglia adesso la garanzia di venti deputati e dieci senatori. Garanzia che si ottiene costruendo le liste in un certo modo. Questo se si vota subito, e con questo sistema elettorale.
• Si vota subito o no?
Tutti dicono di sì. Degli undici gruppi che ieri sono andati a parlare con Napolitano, però, solo quattro chiedono il voto subit il Pdci di Diliberto, l’Udeur di Mastella, la Dc di Lombardo e il Nuovo Psi di De Michelis. Tutti gli altri (quelli della Val d’Aosta, quelli del Sud Tirolo, il Psi, Di Pietro, i Verdi, la Sinistra democratica), vogliono un nuovo governo. interessante notare che ognuno di loro usa un’espressione diversa: “breve incarico” (Sd), “istituzionale a termine” (Di Pietro), “mandato esplorativo” (il Psi di Boselli), “governo di transizione’ (sudtirolesi), “governo di pacificazione” (aostani). Rifondazione, che non è ancora salita al Quirinale, ha parlato di “governo tecnico”. D’Alema di “governo per le riforme”. Cossiga ha pronosticato un governo della ”non sfiducia”, tipo compromesso storico del 1978. Sarebbe guidato dal Pd e avrebbe per ministri tecnici del centro-destra, appoggio in Parlamento dei democratici e dello Sdi, col centro-destra che si astiene alla Camera ed esce dall’aula al Senato. I Verdi sono gli unici ad aver chiesto a Napolitano il reincarico a Prodi.
• Ma se ha già detto di no! Posso dirglielo? Secondo me in questo frangente Prodi è l’unico che s’è mosso con dignità.
Sono d’accordo. stata piena di dignità, e giusta (anche se politicamente costosa), la scelta di andarsi a far bocciare in Senato. Ha visto che Mastella aveva ordinato ai suoi di non andare a votare alla Camera? Se Prodi non l’avesse forzato ad esprimersi, Mastella, tra qualche giorno, sarebbe stato capace di respingere ogni responsabilità per la crisi. Una volta battuto, Prodi ha avuto il coraggio di ammettere francamente la sconfitta e nella riunione del Partito democratico dell’altro giorno non ha neanche insistito sulla linea “dopo di me il diluvio”, cioè adesso votiamo. Ricorderà che, prima di cadere, aveva persino fatto capire che avrebbe potuto uscire dal partito e fare una lista a sé. M’è anche piaciuta la frase: «Adesso vado a fare il nonno». E so che è effettivamente tornato a Bologna e ha voluto passare la giornata con i quattro nipotini. Quelli di An gli avevano apparecchiato davanti a casa un tavolone dove dei buontemponi si son fatti trovare a mangiare mortadella. Sicché Prodi ha poi fatto sapere che il mestiere del nonno non esclude la possibilità di fare anche altri lavori... Bene Prodi, dunque. Certo che se avesse mostrato un’identica lucidità il primo giorno, se cioè avesse preso subito atto del pareggio... Questo comportamento ha fornito a Berlusconi delle armi potentissime. Per quanto ci pensi, non riesco a trovare neanche un motivo per cui il Cavaliere dovrebbe rinunciare alle elezioni.
• Il governo delle larghe intese non sarebbe un bene per il Paese?
Forse sì, ma il ragionamento di Berlusconi è probabilmente quest okay, facciamo il governo delle larghe intese, ma perché non devo essere io a dare le carte? L’unico punto è che potrebbe piacergli l’idea di andare al referendum e di prendersi il 55 per cento dei seggi senza bisogno degli alleati.
• Ma è poi sicuro che in caso di elezioni vincerebbe Berlusconi?
I sondaggi dicono di sì. Ieri però Veltroni ha ammonit «Non fidatevi troppo delle previsioni fatte tre mesi prima». E se si pensa a come è andata l’altra volta, quando il centro-sinistra credeva di far polpette degli avversari... [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 26/1/2008]