La Gazzetta dello Sport, 29 gennaio 2008
Avendo ricevuto anche Veltroni e Berlusconi, Napolitano nominerà – probabilmente già oggi – il nuovo presidente del Consiglio
Avendo ricevuto anche Veltroni e Berlusconi, Napolitano nominerà – probabilmente già oggi – il nuovo presidente del Consiglio.
• Come fa a sapere che non scioglierà le Camere, chiamando il Paese a nuove elezioni?
Non c’è una maggioranza favorevole alle elezioni. Almeno stando alle dichiarazioni rese al Capo dello Stato durante gli incontri. Perché poi ieri sera Casini, capo dell’Udc, ha dett piuttosto che far pasticci meglio votare subito. Se lunedì mattina l’Udc avesse chiesto a Napolitano le elezioni, oggi il presidente avrebbe avuto una giustificazione per sciogliere le Camere. Ma, al momento dell’incontro, Casini ha chiesto un “governo di pacificazione”, che riformasse la legge elettorale, reintroducendo almeno il voto di preferenza. Questo ha dato la maggioranza al ”partito del non voto” non solo alla Camera, ma anche al Senato (172 a 141, escludendo i senatori a vita, il presidente Marini e il misterioso Turigliatto). utile, in questa circostanza, ricordare che il principale artefice dell’attuale legge elettorale e della sparizione del voto di preferenza è proprio Casini. Responsabile personalmente, voglio dire. Ma di questo avremo modo di parlare anche nei prossimi giorni
• A chi darà l’incarico il presidente della Repubblica?
Si fanno due nomi: o l’attuale presidente del Senato, Franco Marini. O l’attuale ministro degli Interni, Giuliano Amato. Ieri mattina sembrava favorito Amato. Ieri sera Marini.
• Ci sono differenze tra dare l’incarico a Marini e dare l’incarico ad Amato?
In base alle elucubrazioni di ieri, sì. Marini avrebbe un incarico con riserva: dovrebbe cioè verificare l’esistenza di una maggioranza pronta a sostenerlo e, se verificasse che questa maggioranza non c’è, dovrebbe declinare l’offerta. Nell’incarico a Marini è nascosta una pillola avvelentata. Questa: per guidare il governo, Marini dovrebbe dimettersi da presidente del Senato. Questo gli darebbe la possibilità di votare. E in questo modo, a palazzo Madama, il centro-sinistra recupererebbe un senatore. Chi verrebbe eletto a questo punto alla presidenza di palazzo Madama? Il nome che girava ieri è quello di Baccini, dell’Udc. Questo significherebbe un voto in meno al centro-destra, perché il presidente del Senato non vota. Su questo tradimento di Baccini, ieri ci sono state dichiarazioni e controdichiarazioni. Prima Baccini ha detto di essere disponibile, poi ha precisato di non prendere ordini da nessuno ”né dal centro-sinistra né dal centro-destra”, ieri sera poi ha detto che non darà certo il suo appoggio a un “governino” che conterà di stare in piedi per un voto o due. Ma essere messo alla presidenza del Senato non significa dare appoggi. Casini ieri sera ha detto: «Meglio andare al voto» proprio perché l’aria è che Baccini, per dir così, gli stia scappando di mano. Rotondi – il capo della Dc – ha pronosticato che l’Udc si spaccherà e che, grazie a questo, Marini riuscirà nel suo tentativo.
• E Amato?
Ad Amato, il presidente della Repubblica chiederebbe di formare un governo senza trattare con nessuno e di andare davanti alle Camere a chiedere la fiducia. Un incarico con queste caratteristiche venne dato da Cossiga a Fanfani nel 1987 e da Scalfaro a Ciampi nel 1993. Non è escluso che Napolitano chiami Marini e che, se questi fallisce, si rivolga ad Amato.
• Che dovrebbe fare un governo simile, Marini o Amato che fosse?
Modificare la legge elettorale. E quindi: evitare il referendum e chiamare il Paese al voto a giugno. Ma il centro-destra non si fida per niente. Anche se si parte con l’intenzione di durare poche settimane, chi dice che poi non ci si prenda gusto e da giugno si arrivi a settembre, e dal 2008 si passi magari al 2009...? [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 29/1/2008]