La Gazzetta dello Sport, 30 gennaio 2008
Ieri pomeriggio Napolitano ha convocato Marini al Quirinale e gli ha chiesto di continuare le consultazioni
Ieri pomeriggio Napolitano ha convocato Marini al Quirinale e gli ha chiesto di continuare le consultazioni.
• Non gli ha dato l’incarico di formare un governo?
La frase precisa è questa, gliela riferisco nel testo ufficiale letto ai giornalisti dal segretario generale Donato Marra: «Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito al presidente del Senato Franco Marini l’incarico di verificare la possibilità di consenso su una riforma della legge elettorale e di sostegno a un governo funzionale all’approvazione di tale riforma e all’assunzione delle decisioni più urgenti». Dunque Marini non può e non deve formare un governo, cioè stendere la lista dei ministri. Deve invece parlare con i capi-partito e farsi dir di sì alla domanda: «Mi votate, per favore, se mi impegno a varare una nuova legge elettorale?»
• Non parla solo della legge elettorale. Dice anche: «decisioni più urgenti».
Si riferisce alle nomine in quei seicento enti che hanno bisogno di rinnovare i vertici. Per alcuni di questi la legge non consente di aspettare. chiaro che Marini si impegnerebbe a nominare persone gradite a tutti e due gli schieramenti o comunque non sgradite a nessuno dei due.
• Che cosa hanno detto i capi-partito dopo questo mandato a Marini? “Mandato” è la parola giusta, no?
Sì, “mandato”, è il “mandato esplorativo” di cui avevamo parlato nei giorni scorsi. Ma niente, hanno più o meno dichiarato quello che si può immaginare. Berlusconi e la Lega dicono che si tratta di una perdita di tempo e la Lega, addirittura, si rifiuterà di rispondere alla convocazione del presidente del Senato. Tutto l’interesse è concentrato sull’Udc: Casini ha problemi perché c’è questo Baccini che, con Tabacci, ha lasciato l’Udc. Voleva avdere la certezza di un ministero nella prossima legislatura e Casini gli ha spiegato che, dopo la vittoria di Berlusconi, lui diventerà ministro degli Esteri e non ci saranno perciò altri posti. Baccini allora se n’è andato e ha dichiarato di voler aderire a una nuova formazione centrista, detta per ora Rosa Bianca, e progettata da Savino Pezzotta. Intanto però potrebbe sostenere Marini e magari diventare presidente del Senato. Con questo appoggio Marini avrebbe la maggioranza in Senato? Diliberto ha detto che non voterà per il governo se questo aprirà a destra. Baccini è destra o no? Siamo, come si capisce, sul filo del rasoio.
• Marini non potrebbe chiedere a Napolitano di andare lo stesso davanti alle Camere per mettersi alla prova?
Questo è il compito che spetterebbe casomai ad Amato, subito dopo, perché pare abbastanza probabile che il Capo dello Stato non voglia far gestire il periodo elettorale a Prodi. Veltroni ha ridotto ieri le sue pretese: gli piacerebbe un governo che arrivasse alla fine dell’anno, ma si accontenta di un governo che cambia la legge elettorale. Accetta il voto a giugno. Ieri sera al Tg1 ha detto che questo governo dovrebbe pure occuparsi, in pochi giorni, di far crescere i salari. Ma è chiaramente propaganda.
• E se si facesse svolgere il referendum?
quello che chiedono i referendari. Ieri tra l’altro la Corte costituzionale, nel rendere nota la motivazione del sì ai referendum, ha fortemente criticato l’attuale legge elettorale per il fatto che non pretende il raggiungimento di una soglia minima di consenso per attribuire il premio di maggioranza. Qualcuno ieri ha detto che questo documento potrebbe aiutare Marini. Ma non mi pare che Berlusconi, finora, si sia commosso. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 30/1/2008]