La Gazzetta dello Sport, 18 febbraio 2008
C’è questa storia orrenda del pedofilo processato, condannato, lasciato poi libero e che stupra una bambina di 4 anni
C’è questa storia orrenda del pedofilo processato, condannato, lasciato poi libero e che stupra una bambina di 4 anni...
• Dov’è successo?
Ad Agrigento. Di quest’uomo abbiamo nome, cognome, fotografia, precedenti gravi, manca solo la condanna definitiva... Stava in carcere, ed erano scaduti i termini della carcerazione preventiva...
• No, racconti con ordine.
Allora. Vincenzo Iacono, di 41 anni. Fa di mestiere il pizzaiolo. Vive ad Aragona, un piccolo centro della provincia di Agrigento. Gli piacciono le bambine. stato incarcerato quattro anni fa per aver stuprato una piccola di 11 anni e le sue due sorelle gemelle di otto. Scaduta la carcerazione preventiva s’è trasferito ad Agrigento ed è rimasto libero anche dopo la condanna perché la sentenza non era definitiva. Se gira senza problemi la Franzoni, che ha avuto 30 anni al primo processo e 16 al secondo, come fa ad andare dentro uno che è stato condannato solo nel primo grado di giudizio e ha naturalmente presentato ricorso? Unico atto di prudenza: gli avevano avevano imposto la firma dai carabinieri, tutti i giorni alla stessa ora. L’ultima volta, Iacono s’è presentato portando per mano una bambina di 4 anni. Ha firmato, poi ha portato questa bambina in campagna e l’ha violentata in macchina. stato particolarmente brutale. La bambina è tornata a casa piangendo e lamentandosi con i genitori del ”cavalluccio” a cui era stata sottoposta. I carabinieri sono andati ad arrestare il pizzaiolo in cinquanta, facendosi guidare dal comandante della compagnia di Agrigento, Mario Di Iulio. Per prevenire linciaggi e impedirsi l’un l’altro di fare quello che avevano voglia di fare. La bambina era stata affidata a Iacono, perché facendo il pizzaiolo, era libero di giorno. La mamma della piccola, mentre andava a lavorare, gli lasciava volentieri la figlioletta. Vincenzo era così gentile!
• Ma non si potrebbe in certi processi procedere – che ne so – per direttissima e senza appelli?
Lei non ci crederà, ma il problema è questo solo fino a un certo punto. In Francia l’estate scorsa un pedofilo di 61 anni, di nome Francis Evrard, ha rapito il figlio di cinque anni di una famiglia turca, l’ha stordito col sonnifero, l’ha portato in campagna e l’ha stuprato in macchina. Quando l’hanno preso, i poliziotti francesi si sono accorti che Evrard aveva già passato in galera, per lo stesso reato, 18 anni. Nonostante questo, non era riuscito a controllarsi.
• Castrarli?
In Inghilterra la castrazione chimica è legale da quest’anno. Ma c’è una forte opposizione degli scienziati. La passione per i bambini – dicono – non è un problema di ormoni, ma un incubo della psiche. Le pillole servono a poco. E poi, chi mi garantisce che, una volta libero, il pedofilo continuerà a curarsi? Sarkozy, dopo il caso Evrard, ha dichiarato guerra ai pedofili. Vuole aprire un ospedale specializzato a Lione e mandarci tutti i maniaci che hanno finito di scontare la pena. Rachida Dati ha elaborato tutto un quadro giuridico che introduce, accanto ai concetti di “colpa” e “pena”, anche il concetto di “sicurezza”. Ma è un terreno scivoloso. Per non restar chiusi a Lione, i pedofili dovrebbero accettare la castrazione chimica e il braccialetto elettronico.
• E pubblicare i nomi di queste persone?
Negli Stati Uniti la legge Megan (nome di una bambina-vittima), prevede che gli abitanti di un quartiere siano informati dell’arrivo tra di loro di un pedofilo. In Inghilterra c’è la legge di Sarah (nome sempre preso da una bambina-vittima). ancora sperimentale. Prevede che le autorità avvertano gli abitanti dell’arrivo tra di loro di un pedofilo. Ma senza dire chi è. L’impressione è che sia la legge Megan che la legge Sarah siano due mezzi mostri giuridici. Noi, d’altra parte, siamo, all’opposto, ossessionati dalla tutela della privacy... [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 18/2/2008]