La Gazzetta dello Sport, 21 febbraio 2008
Ieri nuovo record del prezzo del petrolio, quotato a 100,27 dollari al barile. E nuovo record nel prezzo della benzina, che l’Agip ha portato a 1,399 euro
Ieri nuovo record del prezzo del petrolio, quotato a 100,27 dollari al barile. E nuovo record nel prezzo della benzina, che l’Agip ha portato a 1,399 euro. Le agenzie di stampa hanno ricominciato con i confronti: la benzina, che a febbraio 2007 costava 1,213 euro al litro, dodici mesi dopo risulta aumentata del 15%. Il gasolio del 20%. Secondo le associazioni dei consumatori questi aumenti sono costati agli automobilisti 216 euro in più in un anno.
• Adesso io dovrei farle la domandina: come mai questi aumenti? E lei risponderebbe come al solit i cinesi e gli indiani comprano a tutto spiano, il prezzo sale eccetera eccetera. Che ne parliamo a fare?
E’ più complicato di così. Tanto per cominciare, il prezzo del petrolio sale perché i ricchi, che hanno soldi da investire, lo comprano. E come mai lo comprano? Perché le Borse sono andate giù e andranno, a quanto pare, sempre più giù. Quindi chi ha aveva i soldi in Borsa (azioni oppure obbligazioni) ha venduto, e che cosa ha comprato quando ha avuto i soldi in mano? Materie prime. E qual è la materia prima destinata di sicuro ad aumentare nelle prossime settimane, mesi, anni? Il petrolio. Perciò c’è una corsa a comprare petrolio per far fruttare i propri soldi, e questa corsa fa aumentare i prezzi. Poi, lei sa che il 75 per cento del petrolio mondiale è prodotto da un certo gruppo di Paesi riunito in un’organizzazione che si chiama Opec. Nei giorni scorsi si è diffusa la voce che questa Opec ai primi di marzo taglierà la produzione. Forse non è vero, ma la notizia ha contribuito a far andare su i prezzi: se ci sarà meno petrolio per un taglio alla produzione, i prezzi saliranno, e la previsione che saliranno li fa in realtà salire subito perché tutti si precipitano a comprare.
• E perché questi paesi dell’Opec diminuirebbero la produzione?
L’Opec fa quello che vuole. Esiste per quest discutere con le compagnie e fare gli interessi dei suoi membri. Potrebbe esserci lo zampino della Russia, che dell’Opec non fa parte ma che col petrolio guadagna un mucchio di soldi? La Russia vuol far pagare al resto del mondo l’offesa del Kosovo, di cui abbiamo parlato l’altro giorno? Chi lo sa. La globalizzazione è proprio quest un piccolo movimento di qua provoca un grande movimento di là.
• Per esempio?
In Nigeria Henry Okah è morto in carcere. Questo farà aumentare il prezzo del petrolio? Sì, perché Okah era il capo del Mend, il Movimento per l’emancipazione del Delta. I guerriglieri del Mend pensano che Okah sia morto in seguito ai maltrattamenti subìti in cella. Lo hanno scritto in un comunicato. Leggendo il comunicato, i trafficanti del petrolio hanno pensat questi qui faranno qualche casino e ci sarà in giro meno petrolio nigeriano. I prezzi aumenteranno. Compriamo. Poi: in America fa molto freddo e la raffineria Alon di Big Spring s’è rotta e non rientrerà in funzione prima di un paio di mesi. Altro taglio sul lato dell’offerta e altra previsione di aumento del prezzo. E così via. Sono schizzate su anche le materie prime, per esempio il platin in Sudafrica c’è meno disponibilità energetica, quindi meno lavorazione di metalli, quindi improvviso calo dell’offerta di platino, oro, argento, persino palladio, che è prodotto soprattutto in Russia.
• In questo giro del mondo, io mi ritrovo con la benzina a 1,399. E secondo lei che dovrei fare?
Il governo starebbe pensando di tagliare un po’ di tasse sulla benzina. Il prezzo al distributore è infatti determinato solo per il 35% dall’andamento dei mercati mondiali. Il restante 65%, come abbiamo spiegato molte volte, sono tasse, caricate sul carburante negli ultimi settant’anni man mano che si produceva qualche catastrofe. In Finanziaria era già stato previsto che, in presenza di un certo andamento dei prezzi, si potessero ridurre le cosiddette accise di uno o due centesimi. Questo intervento si giustifica con un’altra assurdità: l’Iva si calcola sul prezzo pieno, tasse comprese. Cioè il meccanismo ci fa pagare l’Iva sulla tassa.
• Ma uno o due centesimi sono un taglio significativo? A me sembra niente.
Non è granché. Le associazioni dei consumatori stanno già protestando. Carlo Rienzi, del Codacons, ha detto: «Un taglio delle accise di 1 o 2 centesimi al litro appare del tutto inadeguato e insufficiente, se si pensa che nel corso degli ultimi 5 anni gli automobilisti hanno dovuto sborsare oltre 67 miliardi di euro solo per i prelievi fiscali sui carburanti». Capezzone chiede un taglio di cinque centesimi. Il consiglio dei ministri aspetta domani. Dice che solo domani avrà il quadro completo dei prezzi in Europa, ai quali si propone di adeguare la situazione italiana. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 21/2/2008]