La Gazzetta dello Sport, 22 febbraio 2008
Ieri le agenzie hanno sommerso le redazioni di dispacci relativi a una storia d’amore di McCain, che, sposato com’è, sarebbe andato a letto con una lobbista
Ieri le agenzie hanno sommerso le redazioni di dispacci relativi a una storia d’amore di McCain, che, sposato com’è, sarebbe andato a letto con una lobbista...
• Una lobbista? Cioè?
“Lobbista” si dice di qualcuno che, volendo rappresentare gli interessi di una categoria, avvicina membri del governo, parlamentari, talvolta addirittura lo staff del presidente per sostenere il varo di una certa legge che farebbe tanto comodo oppure la bocciatura di un’altra legge che invece sarebbe assai dannosa. Le lobby e i lobbisti stanno dappertutto, l’Italia è piena di personaggi così. Solo che qui da noi agiscono di nascosto, mentre nei paesi anglosassoni, e in particolare negli Stati Uniti, si sa che Tizio si muove per conto dei petrolieri e Caio per conto delle banche. Non che questo garantisca da corruzioni e altre porcherie. Ma insomma, c’è un po’ più di trasparenza. Bene, l’altro giorno il New York Times ha scritto di questa lobbista, una bella donna di nome Vicki Isemann, che avrebbe frequentato l’ufficio del senatore McCain per chiedere favori e il senatore si sarebbe in effetti dato da fare per favorirla e l’avrebbe poi frequentata un po’ troppo, al punto che i suoi collaboratori sarebbero intervenuti per difenderlo da se stesso... Così racconta il New York Times e naturalmente McCain, che ha in tasca la nomination repubblicana, ha convocato una conferenza stampa e s’è presentato a quelle iene dei giornalisti stringendo a sé la moglie indignata come lui e giurando di non averla mai tradita, eccetera eccetera. «Lo standard del New York Times non è più quello di una volta» ha gridato. Questo scandaletto in realtà non dovrebbe portargli troppi danni e in ogni caso non farà dimenticare la vera notizia del momento, la notizia cioè che Obama sta battendo Hillary, un evento che, ancora tre mesi fa, nessuno avrebbe preso minimamente in considerazione.
• Ma la sta battendo nel senso che può essere lui a correre per i democratici?
Il successo di Obama in questo momento è talmente clamoroso che un sondaggio Zogby lo dà vincente anche su McCain per 47 a 40. Cioè, il nostro uomo è virtualmente il nuovo presidente degli Stati Uniti. Sempre se si dà retta ai sondaggi.
• Beh, non dovremmo esser contenti? Avevo capito che Obama è una specie di nuovo Kennedy, ha idee grandiose e moderne, persino Veltroni vuol essere come lui...
Sì? Ne è sicuro? Tanto per cominciare i tre anni di presidenza Kennedy sono molto controversi e lo stesso giudizio su quel presidente mitico è, per gli storici, molto meno scontato che per i giornali popolari. Quanto a Obama, lei conosce sul serio le sue idee? Glielo chiedo perché con certezza quello che pensa Obama veramente, quello che Obama intende fare davvero nelle enormi questioni che l’America ha di fronte non lo sa nessuno. Non si tratta solo dell’Iraq o dell’Afghanistan. Il presidente dovrà prendere decisioni gravi sull’indebitamento americano che ha praticamente messo gli Stati Uniti nelle mani della Cina. E sulla recessione che avanza. E sulla debolezza del dollaro. E sui rapporti con l’Europa, assai incerti. Un paese impoverito – come pare sarà l’America nei prossimi anni – sopporterà un sistema sanitario studiato sostanzialmente per i ricchi? Lo Stato potrà continuare a star fermo di fronte alle banche che requisiscono le case di quelli che non pagano il mutuo? E c’è il problema dei rapporti con l’Islam, la politica contro il terrorismo, Putin che va tenuto a bada, la faccenda dello scudo spaziale... L’aria è che di queste cose Obama sappia molto poco.
– E allora perché ha tutto questo successo?
Cynthia Ozick dice che la gente va dietro a Obama come si va dietro a un messia. Obama sarebbe una specie di santone che canta salmi gospel alla musica dei quali la gente cade in ginocchio. Sembra che i democratici impegnati per Hillary siano decisi, in caso di sconfitta della loro candidata, a far blocco su McCain pur di non far vincere Obama. Lo considerano un pericolo, per l’inconsistenza delle idee e la mancanza assoluta di concretezza.
• Ma Hillary non ha più alcuna possibilità?
Ci sono le primarie del 4 marzo in Ohio e Texas. Due appuntamenti che per la Clinton sembravano in discesa e che invece si annunciano difficili. Parecchi sindacati – da ultimo quello dei camionisti – sono passati con Obama. L’analisi del voto del Wisconsin e delle Hawaii – le ultime due vittorie di Barack – mostra che Hillary viene battuta in tutti i segmenti di popolazione, tranne in quello degli ultrasessantacinquenni. Perde tra le donne, perde tra i giovani, è in calo anche tra gli ispanici. Il risultato parziale è per ora di 1303 delegati per Obama contro 1233 per Hillary. Si vince a quota 2025. McCain, scelta sicura per i repubblicani, ha già cominciato ad attaccare Barack. Anche per lui, evidentemente, la partita democratica è pressoché finita. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 22/2/2008]