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 2008  marzo 10 Lunedì calendario

In Spagna ha vinto il socialista Zapatero, stando a quello che dicono gli exit poll: 172 seggi o addirittura 176, col 46% dei voti, cioè un consenso superiore a quello del 2004

In Spagna ha vinto il socialista Zapatero, stando a quello che dicono gli exit poll: 172 seggi o addirittura 176, col 46% dei voti, cioè un consenso superiore a quello del 2004. Il conservatore Mariano Rajoy, che aveva già perso 4 anni fa, avrebbe avuto il 38,6% e un numero di seggi tra 148 e 152. Ma si tratta di exit poll ed è possibile che questi numeri, alla fine, risultino modificati.

• Exit poll... Mi ricordi di che si tratta.
I sondaggisti fermano quelli che escono dal seggio e domandano per chi hanno votato. Poi costruiscono una previsione che rendono nota appena chiudono le urne. Il problema è che a volte gli elettori mentono. L’exit poll va perciò preso con le molle. Tuttavia, 46 a 38 è un punteggio abbastanza distanziato per essere credibile. Si potrà andare a un 43 a 40, ma è difficile che si ribalti il risultato.

• In che modo questa cosa spagnola ci interessa?
L’aspetto più interessante è lo scontro fra Zapatero e la Chiesa. Ieri il Papa è andato a predicare alla chiesa romana di San Lorenzo in Piscibus e partendo dalla resurrezione di Lazzaro ha parlato della vita umana e della scienza che «è una grande lotta per la vita». Ha detto: «L’uomo è sempre uomo con tutta la sua dignità, anche se in stato di coma, anche se embrione».

• Che c’entra col voto spagnolo?
 un’affermazione che ha una ricaduta decisiva nei Paesi cattolici, la Spagna ieri, noi tra un mese. Significa: niente eutanasia, niente aborto, nessuna concessione alla fecondazione assistita, quella pratica che provoca la creazione di embrioni e la loro successiva distruzione. Distruggere embrioni significa uccidere uomini. Mentre il Papa diceva questo e radio e tv di tutto il mondo rilanciavano il messaggio, gli spagnoli stavano andando alle urne a scegliere tra Zapatero e Rajoy in una competizione in cui la Chiesa s’è sbilanciata forsennatamente contro Zapatero. Il quale non ha minimamente limitato gli interventi relativi alla fecondazione assistita e alla creazione di embrioni: le cliniche private a disposizione delle coppie sono più di 150, non c’è ostacolo alla selezione genetica pre-impianto, quella che fa inorridire Ferrara (da noi la fecondazione assistita è praticamente proibita). Ha varato una legislazione che permette il matrimonio civile tra gay, l’adozione di bambini da coppie omosessuali, il divorzio-lampo. E nel contempo ha tentato di tener buona la Chiesa portando la quota versata dal contribuente dallo 0,52 allo 0,7% (ma le istituzioni ecclesiastiche devono pagare l’Iva).

• Non sembra che con i soldi abbia calmato i preti.
Per niente. La Chiesa ha appoggiato Rajoy e la sconfitta di ieri è per il clero molto grave. Se Zapatero non cade, come impedire all’ultimo partito socialista ancora al governo di diffondere il proprio verbo laicista nel resto d’Europa? Finché fanno i laici gli inglesi... Ma la cattolicissima Spagna!

• Zapatero la farà pagare alla Chiesa?
Prima del voto ha rilasciato un’intervista al quotidianoLa Vanguardia in cui ha detto che «i vescovi hanno superato il limite». E ha aggiunt «Dopo le elezioni metterò con loro i punti sulle i». Non credo che succederà niente, però. Il problema di Zapatero non sono i vescovi, alla fine, ma i baschi che ammazzano. E il sistema delle autonomie (17 regioni a statuto speciale) che rischia di mandare in frantumi il Paese. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 10/3/2008]