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 2008  marzo 13 Giovedì calendario

Ermanno Rossi, il medico che a Rapallo s’è buttato dalla finestra, ha aspettato di vedere, da dietro i vetri, la moglie e i vigili del fuoco che correvano giù in strada

Ermanno Rossi, il medico che a Rapallo s’è buttato dalla finestra, ha aspettato di vedere, da dietro i vetri, la moglie e i vigili del fuoco che correvano giù in strada. Il caposquadra di Rapallo s’è persino accorto che col busto era mezzo sospeso nel vuoto e oscillava... Proprio quando i soccorittori erano alla porta dello studio, lui s’è lasciato andare giù dall’undicesimo piano.

• E’ la storia degli aborti clandestini, no?
Il dottor Rossi era un ginecologo del Gaslini di Genova, un ospedale specializzato nella cura delle malattie infantili, dove da qualche anno funziona un reparto di ostetricia che però non ha l’obbligo di applicare la 194, la legge che regola l’interrruzione volontaria di gravidanza o IGV. Insomma l’aborto. Tuttavia il Gaslini effettua aborti terapeutici, in tutto il 2007 ne ha praticati 60. Rossi lavorava qui e aveva due studi privati, uno nel grattacielo di Rapallo e un altro in via Venti Settembre a Genova. I carabinieri gli hanno perquisito questi studi, compreso quello che il dottore ha in ospedale, lunedì pomeriggio. Un giro lungo e meticoloso. Il medico non ha voluto chiamare un avvocato, è tornato a casa e ha cenato con la famiglia - moglie e figlio di undici anni - poi ha detto che la perquisizione gli aveva messo in disordine le carte ed è uscito. La moglie a un certo punto s’è vista comparire sul cellulare un sms in cui lui le chiedeva scusa, le spiegava dove aveva lasciato la macchina e le ricordava di spegnere la luce. La signora ha capito, ha chiesto aiuto, c’è stata la corsa da Genova a Rapallo... Tutto inutile.

• Ma questi aborti clandestini ci sono o non ci sono?
C’è la denuncia di un’antiabortista, a cui un’amica avrebbe raccontato di aver abortito di nascosto ricorrendo a studi privati di Genova. Questa donna avrebbe denunciato il fatto al pm ministero Sabrina Monteverde. Si indaga tra l’altro su otto donne, quelle che, appunto, avrebbero abortito clandestinamente. Se è vero, hanno commesso un reato anche loro.

• Mi domando che senso ha abortire clandestinamente quando c’è una legge che consente l’interruzione di gravidanza.
Nel caso in questione si tratterebbe, pare, di donne sposate che avevano bisogno della massima discrezione. Ma in genere gli aborti clandestini sono figli della miseria: li praticano soprattutto le immigrate e specialmente quelle che hanno meno di 20 anni o addirittura meno di 18. Per le minorenni, infatti, l’aborto deve essere autorizzato dal tribunale e una donna che si trova in Italia senza permesso non può sicuramente rivolgersi a un giudice. Il fenomeno, benché in netto calo, è ancora consistente. Gli aborti clandestini sono ogni anno 20 mila, una stima che molti considerano approssimata per difetto. Il suicidio di Ermanno Rossi ha anche acceso i riflettori sulla situazione particolare di Genova e sulla questione dell’obiezione di coscienza.

• Che cos’è?
Poiché esiste – legittimamente – un’opinione secondo la quale il feto è già un essere umano e l’aborto è quindi un omicidio, la legge ammette che un medico o un infermiere possano rifiutarsi, per ragioni di coscienza. di praticare l’interruzione di gravidanza. Il numero degli obiettori è molto alt il 60% tra i ginecologi, il 46% tra gli anestesisti, il 39% tra il personale medico. A Genova, in particolare, l’ospedale Galliera pretenderebbe dai medici l’obiezione scritta all’atto dell’assunzione. Lo dice il Corriere dell sera e deve essere vero. Certo, non so se è ammissibile. Il Galliera oltre tutto prende un contributo pubblico di cento milioni l’anno.

• Che succede se tutti i medici mettono in campo l’obiezione di coscienza?
Appunto. Poiché una legge dello Stato ritiene da 30 anni che l’aborto, praticato nei primi 90 giorni o fino al limite delle 22-25 settimane se mette in pericolo la salute della donna, è legittimo; e poiché la 194 è considerata una legge a tutela delle donne; non si vede come sia possibile boicottarla di fatto col sistema dell’obiezione. D’altra parte è anche escluso, come pretendono certe femministe, di imporre ai medici l’intervento. Siamo in presenza, come vede, di un conflitto di natura etica, impossibile da risolvere, perché mette in campo uno contro l’altro i cosiddetti “valori non negoziabili”: la tutela della donna e la sua autodeterminazione da un lato; la difesa della vita dall’altro. Naturalmente l’altra questione è: non sarà che tante obiezioni nascondono la volontà di lucrare privatamente su questa tragedia? Io non ti faccio abortire in ospedale, dove l’intervento non mi fa guadagnare niente, e ti costringo a venire nel mio studio, dove ti farò pagare tanto d’onorario. In Campania e in Sicilia gli aborti legali sono in netto calo e proprio qui, invece, si concentrerebbe il 40 per cento di tutti quelli clandestini. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 13/3/2008]