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 2008  luglio 06 Domenica calendario

Ansia per la sorte di Federica Squarise, la ragazza di Padova scomparsa a Barcellona. E orrore in tutto il mondo per il massacro di due ragazzi francesi in un appartamento di Londra: legati, imbavagliati, accoltellati decine di volte, poi bruciati

Ansia per la sorte di Federica Squarise, la ragazza di Padova scomparsa a Barcellona. E orrore in tutto il mondo per il massacro di due ragazzi francesi in un appartamento di Londra: legati, imbavagliati, accoltellati decine di volte, poi bruciati.

• Lei mette questi due fatti insieme con l’aria di dire: i nostri ragazzi partono, vanno in giro per il mondo. Ma il mondo è pericoloso e forse sarebbe meglio non muoversi.
Non penso questo, ma so che in tante famiglie che hanno i figli fuori c’è paura. I nostri figli, in città sconosciute, di notte... Via, bisogna non essere padri o madri per non capire questi sentimenti.

Quindi?
Quindi niente, teniamoci le nostre paure e facciamo partire i figli. I figli hanno bisogno di togliersi almeno ogni tanto da questo Paese, i figli hanno bisogno di vedere il mondo. Meglio ancora se non si limitano ad andare in giro quando è estate e se si spostano anche per studiare, imparare, capire, magari lavorare.

Scusi, ma le storie che ci arrivano dall’estero sono orrende.
La storia di Barcellona purtroppo è banale e sarebbe potuta capitare anche da noi. Una ragazza va in discoteca con degli amici, questi a un certo punto se ne tornano a casa, lei è stordita per ragioni che ancora non sappiamo, a quanto pare si sdraia su una panchina del lungo mare e da quel momento in poi non se ne sa più nulla. A questa storia che demonizza – immagino – Barcellona, contrappongo la tragedia di Meredith, la ragazza inglese che era venuta a studiare a Perugia e che è stata sgozzata in casa sua. L’Italia non è meno pericolosa della Spagna e dell’Inghilterra.

No, la storia inglese è orribile.
D’accordo, è orribile. Ieri hanno arrestato un tizio di 21 anni che potrebbe essere l’assassino di Larent Bonomo e Gabriel Ferez, i due francesi ammazzati domenica scorsa. L’ipotesi è che questo tizio abbia inferto 196 pugnalate a Laurent e 47 a Gabriel solo per impossessarsi di un videogioco. Noel Gallagher, quello degli Oasis, ieri ha detto che tutta la violenza inglese va letta come conseguenza dei videogiochi, dove il delitto è troppe volte lo scopo stesso del gioco. Può essere. Però se uno potesse guardare i programmi di tutte e sette le reti televisive italiane che trasmettono in chiaro credo che alla fine della giornata avrebbe visto qualcosa come 50 mila omicidi (il calcolo è stato fatto e la cifra secondo me era anche più alta). Anche qui può nascondersi la ragione dell’apatia di certi ragazzi di fronte alla violenza. Però questo discorso è vero in Inghilterra ed è vero nello stesso modo anche da noi. Non si ricorda le due irlandesi ammazzate dal tizio di 35 anni che a Roma correva come un pazzo sul Lungotevere? Insisto: venire in vacanza in Italia può essere pericoloso come andare in vacanza in qualunque altro posto, Parigi o Buenos Aires.

Beh, a Londra ci sono le gang di adolescenti.
Ci sono anche da noi, anche se forse con caratteristiche sociologiche diverse. Da noi sono quasi sempre figli di papà che si annoiano e passano il tempo a rapinare per strada ragazzini più piccoli di loro. O non ritorna ciclicamente il problema del bullismo? vero che Londra ha in periferia un sistema di gang più prossime alla malavita. Quest’anno, prima dei due studenti francesi, sono morti accoltellati 17 ragazzi. L’ultimo dieci giorni fa: Ben Kinsella, fratello di un attore abbastanza noto in Inghilterra e pugnalato davanti a un night club di Islington. Okay, fa paura, ma che dire dei due slavi che l’anno scorso hanno seviziato i due vecchi vicino a Treviso? Le gang stanno pure da noi, si persuada. E lo dico soprattutto per convincere i genitori a non farsi prendere da queste ansie: i ragazzi devono andare e l’era dei mammoni o dei bamboccioni – una piaga che considero gravissima – deve finire. Viaggino, e possibilmente si guadagnino da vivere in giro per il mondo. I rischi che correranno nelle capitali d’Europa non saranno molto diversi da quelli che avrebbero corso nelle nostre città per niente tranquille. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 6/7/2008]