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 2008  luglio 12 Sabato calendario

Ieri le Borse di tutto il mondo sono andate giù di brutto. 180 miliardi bruciati in Europa, crolli a Wall Street addirittura del 38 e del 40% per due banche pubbliche

Ieri le Borse di tutto il mondo sono andate giù di brutto. 180 miliardi bruciati in Europa, crolli a Wall Street addirittura del 38 e del 40% per due banche pubbliche. La valanga, che era attesa da un pezzo date le brutte notizie generali sull’economia, è stata spinta anche dal petrolio a 147 dollari, nuovo record, e dalle voci di un possibile attacco all’Iran da basi irachene, attacco a cui starebbero lavorando militari israeliani. Queste voci, fino al momento in cui scriviamo, non hanno riscontri, ma i corsi di Borsa, per andare giù, non aspettano le prove.

• Milano? L’Italia?
Milano ha fatto meglio di tante Borse: ha perso appena il 2,68. Solo che dentro questo calo ci sta la Fiat di nuovo sotto i 10 euro (più o meno a nove e mezzo), Telecom a 1,2 (cioè meno 4,24% su giovedì), Mediolanum a -5,83 e gli altri bancari a precipizio: Intesa a -4,83%, Monte dei Paschi a -4,34, eccetera. Draghi sta facendo ispezionare sia Intesa che Unicredit, per via dei derivati. Ma il crollo non è dovuto a queste ispezioni, resta infatti ferma la sensazione che il sistema italiano sia stato poco toccato dai subprime.

E allora che cosa ha provocato il crollo?
La situazione sempre più difficile di queste due banche americane che hanno due nomi strani: Freddie Mac e Fanny Mae. Si tratta di due banche praticamente pubbliche, che avevano il compito di mantenere liquido il mercato. In sostanza hanno passato la loro vita a comprare mutui dalle altre banche, a chiuderli in obbligazioni e a vendere queste obbligazioni alla clientela (tra cui magari altre banche) offrendo tassi molto bassi. I tassi bassi si giustificavano col fatto che la garanzia era pubblica dunque c’era la sicurezza di rientrare dei soldi. Perciò chi comprava, per avere qualche soddisfazione, doveva investire molto. Ora da gennaio sia Freddie che Fanny hanno perso quasi l’80 per cento e ieri hanno aperto a -50, ripeto: meno cinquanta per cento in un solo colpo, una posizione spaventosa migliorata appena un po’ nel prosieguo delle trattazioni. Hanno chiuso ala fine una a -40 e l’altra a -38.

Non hanno più soldi?
Sarebbero esposte per cinquemila miliardi. Vale a dire: hanno comprato e rivenduto mutui per cinquemila miliardi. una somma che rappresenta la metà di tutto il capitale mosso dai mutui americani ed è cinque volte la perdita ipotetica di tutto il sistema mondiale sui subprime (che sarebbe di almeno 1000 miliardi). L’anno scorso Freddie e Fanny sono state autorizzate a cartolarizzare un bel mucchio di mutui cosiddetti jumbo, cioè quelli superiori a 400 mila dollari. “Cartolarizzare” significa: rivendere sul mercato. Non ci sono dati al momento su come sia andata questa cartolarizzazione, ma i crolli di ieri farebbero capire che la roba è rimasta nella pancia delle due banche e che denari se ne son visti pochi. Oltre tutto alla fine di ottobre il procuratore di New York Andrew Cuomo mise sotto inchiesta la Washington Mutual, quella che periziava gli immobili su cui poi si accendevano i mutui. L’ipotesi era che queste perizie fossero gonfiate apposta per far uscire più soldi dalla banca. Un pasticcio.

Se sono banche pubbliche potranno fallire?
E una bella domanda. Ho letto un mucchio di pareri e l’unica risposta che posso darle è questa: probabilmente no, ma non si sa. Sylos Labini diceva che la superiorità del capitalismo sul socialismo era che nel sistema capitalistico è ammesso il fallimento, in quello socialista no. Qui avremmo il caso stranissimo di due banche da far fallire nella più capitalistica delle società e che però devono restare in piedi lo stesso. Gli americani stamperanno biglietti verdi a tutto spiano in modo da annegare la faccenda in un mare d’inflazione? Ieri dalla Federal sono arrivati allarmi importanti sul loro tasso d’inflazione, per il quale, una volta tanto, hanno misurato anche il costo dell’energia.

Perché ogni volta che parliamo di economia le notizie sono sempre pessime? E magari da lunedì sarà un susseguirsi di crolli?
Le notizie sono pessime perche la finanza è andata da un parte (a far rapine) e il lavoro è rimasto dall’altra. Le notizie pessime non riguardano solo le Borse. Ieri è stato comunicato l’ultimo dato sul nostro debito pubblico: 1661,4 miliardi di euro, un livello mai raggiunto prima. Questo mentre le entrate tributarie sono aumentate del 6,1 per cento. Ma c’è una notizia che, in prospettiva, io giudico peggiore: l’attivo commerciale della Cina è calato del 20% (giugno su giugno). Due ragioni. La prima è il prezzo del petrolio. La seconda è che americani ed europei comprano molto meno di prima. Cioè è ufficiale: siamo più poveri. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 12/7/2008]