La Gazzetta dello Sport, 2 agosto 2008
Berlusconi ieri ha detto: «Crediamo che in questa Finanziaria, in cui si cercheranno di ridurre gli sprechi e i privilegi, ci siano i numeri che ci consentiranno di sopportare e superare bene anche questa grave crisi»
Berlusconi ieri ha detto: «Crediamo che in questa Finanziaria, in cui si cercheranno di ridurre gli sprechi e i privilegi, ci siano i numeri che ci consentiranno di sopportare e superare bene anche questa grave crisi».
• Come mai questa dichiarazione? Qualcuno lo ha intervistato?
Ha tenuto una conferenza stampa dopo che il Senato aveva approvato la Finanziaria estiva. Voto con fiducia.
• Ah. Non c’era la storia dei precari e delle pensioni alle casalinghe?
La faccenda dei precari è stata corretta: l’indennizzo invece dell’assunzione vale solo per le cause in corso. Anche il punto relativo alle pensioni sociali da 400 euro è stato cambiato in modo da non togliere la pensione alle casalinghe. Poi: dal 2010 le carte d’identità dureranno dieci anni e dovranno contenere le impronte digitali. Le pensioni si potranno cumulare con gli altri redditi, anche se uno s’è ritirato in anticipo. I tagli ai ministeri sono stati aumentati. Gli stipendi dei sindaci e degli amministratori comunali che stanno con i conti in disordine sono stati tagliati del 10 per cento. Sono stati investiti 5 milioni per gli accertamenti fiscali e il «contrasto delle residenze all’estero». Entro sei mesi sarà messa a punto la strategia per costruire centrali nucleari. Si cercherà il petrolio nella laguna di Venezia...
• E c’è speranza di trovarlo?
C’è speranza. Il problema è se non ci saranno danni ambientali a perforare un sito tanto delicato. Ma lei è del tutto disinteressato alla dichiarazione di Berlusconi che abbiamo riportato all’inizio e che segue un’apparizione del presidente del Consiglio al Tg5 dell’altro giorno. C’è la crisi, amico, l’inflazione sta al 4,1%, i giornali di ieri erano pieni di tabelle da cui si deduceva che con i nuovi aumenti di prezzi le famiglie perderanno tra i mille e i mille e cinquecento euro l’anno...
• Posso dirle che questi allarmi forse fanno meno impressione di prima? Gli aumenti di prezzo li verifica ognuno di noi sulla sua pelle, i titoloni dei quotidiani non sono di conforto a nessuno.
Beh, noi siamo colpiti più di tutti gli altri, per via degli aumenti ulteriori di pane e pasta di cui siamo i più forti consumatori al mondo. Il Corriere ha messo a confronto le marche: mezzo chilo di Barilla costava nel 2007 57 centesimi e adesso ne costa 87. La Garofalo stava a 79 e adesso è a 1,09. La Divella sarebbe passata da 45 centesimi a 75. La Stampa ha spedito il giornalista Gigi Padovani nel cosiddetto triangolo d’oro della pasta, tra Gragnano, Castellammare di Stabia e Torre Annunziata, dove si trovano gli stabilimenti che producono i maccheroni di alta qualità, quelli che poi si vendono in tutto il mondo. I titolari del marchio Di Nola – Angelo Fornaro e Giovanni Assante – hanno spiegato al nostro bravo collega che loro devono comprare la semola di grano duro in Australia, Canada e Israele e «quest’anno l’abbiamo pagata fino al 135 per cento in più, nel luglio del 2007 costava 35 centesimi al chilo, oggi mediamente 65 con punte di 80». Sostengono che, rispetto a questo, hanno aumentato di poco il prezzo, perché la percentuale di prezzo determinata dal costo della materia prima non è – nella pasta di qualità – troppo alta. Con un chilo di semola si fanno 900 grammi di pasta. Dicono di vendere le loro confezioni a due euro.
• Mi pare che ci sia gran confusione di prezzi anche sui giornali. Io mezzo chilo di pasta lo pago in genere un euro e mezzo.
E’ così. Proprio per questo era stato istituito da Prodi e confermato poi da Berlusconi un Mister Prezzi che, per lo meno in termini conoscitivi, dovrebbe darci qualche sicurezza. Il giornale più interessante, ieri, era il Sole 24 Ore. Ha annunciato una pagina quotidiana di consigli per risparmiare (ieri si sono dedicati alla benzina: si raccomandano, per spendere meno, di tenere in ordine le gomme, andare piano e non esagerare con l’aria condizionata). E ha riferito di un’indagine dell’Antitrust su pane, pasta e latte. “Antitrust”, cioè l’autorità che sta attenta al comportamento delle imprese, che non si mettano d’accordo tra loro per salassarci tutti quanti. L’indagine sul prezzo del latte parte adesso, quella sulla pasta è in corso, quella sul pane «ha accertato l’esistenza di un cartello a danno dei consumatori». Come mai, se c’è un cartello del pane, non è successo niente? Il presidente dell’Antitrtust, l’altro giorno in Parlamento, ha risposto: abbiamo poco potere. «In America, per gli stessi fatti illeciti si va in prigione e si sconta interamente la pena». Potrebbe questa dichiarazione dare qualche idea a Tremonti per la Finanziaria d’autunno? Chissà. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 2/8/2008]