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 2008  agosto 09 Sabato calendario

Mentre in Cina sfilano, celebrando la pace e la concordia dei popoli, più Paesi di quanti aderiscano alle Nazioni Unite, in Europa scoppia un guerra vera, con invasioni e bombardamenti, tra Russia e Georgia

Mentre in Cina sfilano, celebrando la pace e la concordia dei popoli, più Paesi di quanti aderiscano alle Nazioni Unite, in Europa scoppia un guerra vera, con invasioni e bombardamenti, tra Russia e Georgia. I morti sarebbero già mille e quattrocento. La comunità internazionale reclama un cessate il fuoco immediato, ma, a quanto si capisce fino al momento in cui scriviamo, nessuna delle parti in causa sembra intenzionata a smetterla.

• Che è successo?
La questione dell’Ossezia... Sì, esiste un Paese che si chiama Ossezia ed esiste persino una lingua osseta, una delle seimila lingue che ancora si parlano nel mondo. Gli osseti sono distribuiti in due regioni, l’Ossezia del Nord e l’Ossezia del Sud. Queste due regioni sono un po’ come i nostri Piemonte e Liguria, uno sopra l’altra sotto, con la differenza che in Ossezia per andare da una all’altra bisogna passare un valico molto stretto... Siamo tra le montagne del Caucaso. In ogni caso, l’origine di tutti i guai sta nei fatto che il Piemonte del nostro esempio – cioè l’Ossezia del Nord – sta in Russia, cioè è una delle 22 Repubbliche che compongono la Federazione russa. La Liguria invece, cioè l’Ossezia del sud, sta in Georgia. Lei mi dirà: Russia e Georgia non sono la stessa cosa? E so anche perché ha questa impressione: ai tempi dell’Unione sovietica la Georgia in quanto tale non esisteva, stava sotto Mosca. E del resto in Georgia è nato pure Stalin. Ma, con la fine del comunismo e il ridisegno di quell’area molto complicata, la Georgia è diventata uno stato indipendente, tanto è vero che fa i campionati con la sua Nazionale e infatti noi incontrammo la Georgia durante le qualificazioni agli Europei 2008 e dovremo incontrarla di nuovo per le qualificazioni ai Mondiali il prossimo 10 settembre a Udine, dopo aver affrontato Cipro. Ma su questo, chissà.

Stava spiegando le ragioni per cui è scoppiata la guerra con i russi.
Già. Gli osseti del Sud vogliono riunirsi agli osseti del Nord e considerano la Russia una patria. Dei georgiani non vogliono saperne. Hanno tenuto dei referendum e questi referendum hanno sempre dato ragione alla linea separatista. Gli osseti hanno una certa autonomia, ma l’attuale presidente georgiano – di nome Saakashvili – s’è buttato con gli americani e gli ha ridotto gli spazi d’autonomia. Poi c’è stata la svolta del Kosovo.

Cioè?
Il Kosovo – una regione serba – s’è proclamato indipendente, con gran furore del governo di Belgrado, e la comunità internazionale, pur dicendo ogni cinque minuti che non si fa così, ha però riconosciuto di fatto questa indipendenza. Putin, che ha tuonato contro i kosovari e il mondo occidentale che gli dà retta, ha gridato in tutte le sedi possibili: «E se facessero lo stesso anche gli osseti e gli abkhazi?».

Gli abkhazi?
E’ un’altra regione georgiana che ha lo stesso problema, vuole ottenere l’indipendenza facendosi proteggere dai russi. In ogni caso, il Kosovo s’è proclamato indipendente lo scorso febbraio, il mondo ha accettato, dunque nessuno potrà dir nulla agli osseti che si dichiarassero a loro volta indipendenti dalla Georgia. Da febbraio, infatti, la tensione tra georgiani e russi è salita e gli incidenti si sono fatti sempre più numerosi. In luglio ci sono state tre esplosioni in Abkhazia (a Gagra, Sukhumi e Gali), nel Kodori superiore si son stati scontri tra georgiani e separatisti, poi il 9 e il 10 luglio un apparecchio militare russo ha violato lo spazio aereo osseto. Alla fine della scorsa settimana gli osseti hanno accusato i soldati di Tbilisi (Tbilisi è la capitale della Georgia) di aver ucciso sei persone e di prepare un intervento militare su vasta scala. Tre giorni fa è cominciata una battaglia vera e propria tra separatisti e georgiani. L’altro ieri Mosca ha mandato l’aviazione a bombardare la base di Vaziani, a 25 chilometri da Tbilisi. Ieri mattina Saakshvili ha ordinato la mobilitazione generale, fatto evacuare dalla città donne e bambini e chiesto l’intervento dell’Unione europea. Dice adesso che i georgiani hann. La guerra tuttavia è in corso ed è possibile che diventi sempre più vasta.

Gli americani?
L’unica che può mediare è l’Unione europea, come ha fatto capire anche Putin. A Pechino il presidente russo - molto tranquillo - ha incontrato Bush e s’è sentito dire che l’integrità della Georgia non si discute e che gli americani seguono la cosa con molta attenzione. Putin ha risposto: «Ci sono volontari russi pronti a partire per liberare l’Ossezia e noi non siamo in grado di fermarli». L’Onu non è riuscita a partorire neanche un documento. L’Italia (ci sono 120 italiani in Georgia) ha invocato, per ora vanamente, un cessate il fuoco e l’apertura di una trattativa. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport, 9/8/2008]