La Gazzetta dello Sport, 12 agosto 2008
L’assassino della signora Antonietta Mariani, di 77 anni, morta perché il suo scippatore, volendone vincere la resistenza, l’ha trascinata per parecchi metri sbattendole il capo sul selciato, ha confessato il suo crimine ai carabinieri che l’avevano arrestato poche ore dopo il fatto
L’assassino della signora Antonietta Mariani, di 77 anni, morta perché il suo scippatore, volendone vincere la resistenza, l’ha trascinata per parecchi metri sbattendole il capo sul selciato, ha confessato il suo crimine ai carabinieri che l’avevano arrestato poche ore dopo il fatto. Cercava soldi per comprarsi la droga, come i militi sapevano già, dato che l’uomo – un piemontese di 31 anni di nome Pierluigi Russello Saccullo – era noto alle forze dell’ordine proprio in quanto tossicodipendente. La cattura, avvenuta nell’appartamento di Desio dove Saccullo abita, è stata resa possibile dalla telecamera che ha filmato il misfatto. L’assassino era noto nella zona per via di parecchie prepotenze commesse sempre a bordo di una grossa moto.
• Sono impressionato dal fatto della telecamera, perché mi pare che siano ormai parecchi i casi risolti grazie a questo occhio piazzato all’angolo delle strade.
Sì, anche gli assassini del trans, lo scorso 29 luglio, sono stati trovati grazie alla telecamera di via Novara, sempre a Milano, che ha registrato la fase del sequestro. Con un profilo credibile dei due malviventi, gli inquirenti li hanno presi in pochi giorni. Idem per la strage sulla Venezia-Trieste dell’altro giorno, il camion che a Cessalte ha saltato la corsia e schiacciato un’automobile che veniva su dall’altra parte, sette morti e pareva che dipendesse tutto dal sorpasso di un camper. La telecamera, a quanto si sa, l’ha escluso.
• Ma quante ce ne sono di queste telecamere?
La città più sorvegliata d’Italia è proprio Milano: 700 telecamere del Comune, 1300 occhi elettronici nelle tre linee della metropolitana, più gli impianti privati installati da banche, centri commerciali, gioiellerie, ecc. Il comune ha anche comprato un paio di elicotteri spia, specie di dischi-volante con quattro eliche e una microcamera in pancia. Si alzano fino a 150 metri d’altezza, non hanno bisogno di pilota, si telecomandano da una centrale operativa, filmano e scattano foto. Sono stati comprati l’anno scorso.
• Non c’è un problema di privacy? Me ne vado per i fatti miei e qualcuno mi riprende e sa in ogni istante quello che faccio.
Bisogna scegliere tra due principi in conflitto: quello della mia intimità – diritto individuale – e quello della sicurezza, diritto collettivo. Anche se il caso è molto diverso, è una faccenda che tocca anche la questione delle intercettazioni, dunque alla fine siamo nel cuore del problema della democrazia. Sulle telecamere, però, ho sentito fino ad ora pochi dubbi. In definitiva sorvegliano luoghi pubblici, cioè tengono sotto controllo il comportamento di privati cittadini in luoghi però che appartengono a tutti. Questo, in un certo senso, taglia la testa al toro. Completamente diverso sarebbe il caso di telecamere che, ben appostate, curiosassero attraverso le finestre e quindi spiassero la vita privata delle persone. Per ora, non si sono verificati casi...
• Come no. E se me ne sto in macchina a far l’amore con la mia ragazza?
La strada dove si trova l’automobile è un luogo pubblico, ma la macchina – cioè l’abitacolo della macchina – è un luogo privato. I leghisti (ma non solo loro: una città storicamente di sinistra come Modena, per esempio, ha un sistema di videosorveglianza capillare e modernissimo) mettono le telecamere proprio per questo. Lo scrittore Antonio Scurati ha manifestato tutto il suo sconcerto quando un comitato privati di cittadini, per fermare il mercato del sesso nella zona di viale Abruzzi a Milano, ha installato delle telecamere ed è venuto fuori che si era contribuito senza volere alla produzione di una quantità impressionante di video porno.
• Come glielo hanno permesso?
Lo hanno fatto per protesta. E certo la questione è anche legata ai poteri che vengono dati ai sindaci e agli amministratori cittadini. In Inghilterra hanno varato una legge per la prevenzione del crimine (detta RIPA: Regulation of Investigatory Powers Act) addirittura prima dell’11 settembre e questa legge rende l’installazione delle telecamere un gioco da ragazzi. Infatti, dopo gli attacchi del terrorismo islamico, piazzare occhi elettronici è diventata una mania: 4 milioni e 200 mila videocamere e una banca dati di quattro milioni di profili genetici, molti di gente incensurata. L’anno scorso le richieste degli amministratori di installare un qualche sistema di controllo sono state 12.494, il doppio rispetto al 2006. A Poole, un centro del Dorset, hanno applicato la RIPA a una bambina di tre anni: i genitori volevano iscriverla alla scuola materna e gli uffici del comune hanno disposto un pedinamento tramite videocamere per verificare che dormissero davvero nella loro città. Il caso è finito in Parlamento. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport, 12/8/2008]