La Gazzetta dello Sport, 14 agosto 2008
L’incidente tra Chiusi e Valdichiana provocato l’altra sera da un Tir il cui conducente aveva perso il controllo del mezzo sta facendo discutere parecchio
L’incidente tra Chiusi e Valdichiana provocato l’altra sera da un Tir il cui conducente aveva perso il controllo del mezzo sta facendo discutere parecchio. Una settimana fa un salto di corsia sulla Venezia-Trieste fece sette vittime. L’altro ieri, lo stesso giorno della tragedia sul tratto Chiusi-Valdichiana, un altro Tir risulta implicato nella morte di una donna di 32 anni all’altezza di San Bonifacio (Verona), mentre, sempre nel veronese, sulla tangenziale regionale 62, un camionista polacco di 36 anni perdeva il controllo del mezzo e sradicava il guard-rail per oltre 55 metri. Senza ferire o ammazzare nessuno, ma solo per fortuna.
• Stiamo criminalizzando una categoria di lavoratori?
No, ma il problema esiste. In autostrada, nel 40 per cento degli incidenti, è coinvolto un mezzo pesante. L’11 per cento dei morti in tutti gli incidenti è provocato da un Tir o da un camion. Sono numeri importanti. L’amministratore delegato di Autostrade - Italia, Giovanni Castellucci, ha detto a Repubblica che dal 1999, cioè dall’anno della privatizzazione delle autostrade, il tasso di mortalità si è ridotto di due terzi. Non abbiamo dati per controbattere questa affermazione. Castellucci avverte tuttavia che la mortalità zero è irraggiungibile.
• A meno di non togliere di mezzo ’sti maledetti Tir.
E come si fa? L’86% delle nostre merci viene trasportato su gomma. Questo servizio è assicurato da sei milioni e mezzo di veicoli e, di questi, 3,3 milioni superano la tonnellata e mezzo. In ogni istante ci sono in giro due milioni e duecentomila Tir, o camion, che portano qualcosa da qualche parte. Badi, è un segno di ricchezza, e il giorno in cui questi numeri dovessero diminuire significativamente vorrebbe dire che siamo in crisi sul serio. Le ditte che garantiscono il servizio sono 90 mila e realizzano il 18% del nostro Pil, una percentuale cioè molto importante (si tratta di quasi 300 miliardi di euro). D’altra parte, anche aderendo alla sua idea paradossale, e cioè che da domani mattina si fermino i mezzi pesanti, come faremmo col traffico che viene dall’estero? Il 30% di quei due milioni e passa di camion in circolazione è carico di merci importate. Ho sentito tante volte dire che c’è stato all’inizio un errore di programmazione, che bisognava evitare di affidarsi ai camion e preferire la ferrovia, eccetera. A parte che anche col trasporto in ferrovia esisterebbe sempre il problema dell’’ultimo chilometro”, ai camionisti non ha rinunciato nessun Paese. In Europa il trasporto via treno riguarda appena il 17% delle merci. Mettiamoci un 5% di traffico fluviale e viene fuori che il 76% dei beni viaggia su gomma. Ci sono paesi che sono vicini al cento per cento: Irlanda 99%, Grecia 98%, Portogallo 95%, Spagna 92%. Direi che il sistema così com’è è immodificabile, almeno nel breve e medio periodo.
• Allora bisogna farli circolare di meno o solo in certe ore. Per esempio: l’incidente tra Chiusi e Valdichiana è successo alle undici e mezza di sera. Ha senso, intanto, tenere aperto un cantiere a quell’ora e poi che i Tir girino?
Ma guardi che restringere il tempo di circolazione dei Tir significa intasare di traffico pesante il periodo di tempo ammesso. Siccome il trasporto su gomma è irrinunciabile, se io decidessi di far circolare i Tir solo – mettiamo – dall’alba al tramonto, renderei la circolazione nel day-time quasi insostenibile. La merce arriverebbe più tardi e ci sarebbero costi supplementari di magazzino. Il costo del trasporto dovrebbe assorbire gli ulteriori rallentamenti e quindi aumenterebbe. No, queste idee improvvisate e che si sentono tante volte nelle chiacchiere da bar non portano da nessuna parte.
• E allora che cosa si deve fare?
Tenersi stretti alle regole in vigore, applicarle e controllare che siano rispettate. La regola dice non puoi guidare più di nove ore al giorno e più di 56 ore a settimana e che dopo quattro ore e mezza di guida devi star fermo 45 minuti. A bordo ci sono degli apparecchi, delle scatole nere (cronotachigrafi e adesso tachigrafi digitali) che documentano il rispetto o meno di queste regole.
• E se il camion è mio non posso fare come mi pare?
Sì, purtroppo. E questo è uno dei problemi: le regole sulle ore di guida si applicano solo ai dipendenti, i padroncini possono fare quello che vogliono e questo li porta a spremere il massimo da se stessi e dalla macchina, per vincere la concorrenza e consegnare in tempo. Perché tante volte, se non consegni al momento stabilito, non vieni pagato. Ci vorrebbero più controlli, ma c’è il problema dei tagli. La Polstrada – a parte il degrado dei parco mezzi – dice che le mancano cinquemila uomini. E che non può fare più di quello che fa. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport, 14/8/2008]