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 2008  agosto 29 Venerdì calendario

Le cose che il ministro Gelmini ha detto nelle ultime settimane, e che qui abbiamo puntualmente riferito e discusso, sono a un tratto diventate legge: ieri il Consiglio dei Ministri ha emesso un decreto che reintroduce il voto numerico (da 1 a 10) alle elementari e alle medie e stabilisce che nei licei e negli Istituti tecnici il voto in condotta, finora ininfluente, torni a far media e che col 5 si sia bocciati

Le cose che il ministro Gelmini ha detto nelle ultime settimane, e che qui abbiamo puntualmente riferito e discusso, sono a un tratto diventate legge: ieri il Consiglio dei Ministri ha emesso un decreto che reintroduce il voto numerico (da 1 a 10) alle elementari e alle medie e stabilisce che nei licei e negli Istituti tecnici il voto in condotta, finora ininfluente, torni a far media e che col 5 si sia bocciati. Inoltre, nelle scuole superiori si studierà l’Educazione civica, il Codice dela strada e l’ambiente (la materia dovrebbe chiamarsi Educazione alla Costizione e alla cittadinanza). Si annuncia poi il ritorno del maestro unico nelle scuole elementari, provvedimento che dovrebbe essere contenuto in Finanziaria, all’interno di un Piano programmatico della scuola, dove probabilmente si detteranno le regole per la reintroduzione di una divisa scolastica e si porranno limiti alle ristampe dei manuali, (non più di un’edizione ogni tre o cinque anni).

Manca solo che si stabilisca per legge che i ragazzi debbano tornare ad alzarsi quando entrano i professori.
Beh, dal mio archivietto ieri sera è uscita fuori una letterina che nel gennaio 1960 un giovane professore di 37 anne scrisse a Irene Brin, la Contessa Clara che rispondeva ai lettori della Settimana Incom: Sono un modesto e non vecchio (37 anni) docente universitario e quando entro nell’aula dove insegno, noto che alcune delle studentesse (tutte diciottenni) si alzano in piedi, mentre altre non lo fanno. Quali hanno ragione? Debbo io chiedere che restino tutte sedute, o che si alzino tutte? Non mi sognerei di chiedere un simile privilegio entrando in un salotto, ma mi pare di doverlo chiedere per la scienza che servo (Lettera firmata). Ed ecco la risposta di Irene: «Caro Professore, se mi capitasse di assistere ad una sua lezione, io, che sono vecchissima, mi alzerei ovviamente in piedi al suo ingresso in aula. D’altronde capisco che le sia difficile chiedere qualcosa di simile a ragazzine totalmente prive di educazione familiare e sociale. Mi perdoni se le apparirò snob, ma sono certa che le sue allieve di buona famiglia si alzano, mentre le figlie dei borsari neri stanno sedute, non per spregio verso di lei, ma perché nessuno ha insegnato loro l’educazione. Penso che l’antica frase Grazie, si accomodi, ed un sorriso speciale alle educatissime serviranno di lezione per le villane».

Accidenti. I giovani del 2008 sarebbero tutti figli di borsari neri.
Oppure di gente che non ha insegnato loro l’educazione. Sì, sarebbe bene stabilire che all’ingresso di un professore bisogna alzarsi in piedi e sono d’accordo col voto in condotta che fa media, con lo studio dell’Educazione civica e anche col ritorno del maestro unico, ideologicamente negato da una pedagogia faziosa e politicamente abrogato per pigliar voti. La Cgil sta gridando che così si perdono 250 mila posti e annuncia battaglia. Organizzazioni studentesche promettono battaglia per la faccenda del voto in condotta, annunciano grandi manifestazioni di piazza, e si dichiarano allibite per il “tradimento”, dato che l’emanazione del decreto impedisce ogni discussione. Su questo punto – e solo su questo punto – do ragione ai ragazzi.

Cioè?
Non è materia da decreto e non c’è tutta questa urgenza. È assolutamente indispensabile modificare il processo di formazione delle leggi, perché non si può andare avanti con questo sistema.

Non è male che si vogliano mandar via 250 mila insegnanti?
Dovrebbero essere 87 mila. Il 97% delle spese per la scuola se ne va in stipendi. Non può essere.

Quindi?
La Gelmini vuole ridurre gli orari scolastici, sostenendo che si può insegnare anche di più, in meno ore. Potrebbe essere vero. Ma, per favore, non lo stabilisca per decreto. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport, 29/8/2008]