La Gazzetta dello Sport, 3 settembre 2008
Il petrolio continua a scendere e la benzina continua a salire e a questo punto non si più che tipo di analisi o di ragionamenti bisogna fare
Il petrolio continua a scendere e la benzina continua a salire e a questo punto non si più che tipo di analisi o di ragionamenti bisogna fare.
• A quanto è arrivato il petrolio?
Ieri a New York stava a 108,33. Gli operatori prevedevano i futures – cioè le scommesse sul prezzo futuro – a 100 dollari. Cento dollari è il prezzo del 1° gennaio. Quindi staremmo rapidamente dirigendoci verso il punto di partenza.
• E la benzina invece?
La settimana 22-29 agosto – cioè quella appena conclusa – ha il segno + dovunque: segno + per il diesel, per la benzina e per tutte le marche, nessuna esclusa. Lo scorso 7 agosto abbiamo però affrontato lo stesso argomento e in quell’occasione registrammo, qui in in questa rubrica, i prezzi di giornata. La benzina più cara si vendeva nei distributori Api e IP a 1, 489. La meno cara nel distributori Q,8 a 1,477. Rispetto a quei prezzi, in poco meno di un mese, qualcosa è successo. Le meno care ieri erano la Erg e la Tamoil a 1,473, quattro millesimi in meno del prezzo meno caro del 7 agosto. Le più care – ancora Api e Ip – stavano a,479, dieci millesimi in meno. Qualcosa è successo. Ma come si spiega l’apprezzamento della settimana scorsa?
• Come?
Stando al comunicato della Federconsumatori i petrolieri tengono alto il prezzo della benzina per rifarsi della Robin Tax istituita da Tremonti un mese fa. Con la Robin Tax Tremonti vuol far pagare ai petrolieri, in via straordinaria, i forti guadagni realizzati l’anno scorso con la corsa del greggio. I petrolieri, però, hanno risposto – secondo la Federconsumatori – scaricando l’imposta sui consumatori, per esempio col sistema di rendere liberi i benzinai di praticare il prezzo che vogliono, però salassandoli con prezzi più cari. Pensi un po’: la Federconsumatori, ieri – che dovrebbe essere controparte dei petrolieri – ha chiesto al governo di abolire la Robin Tax! I petrolieri, invece, zitti. Non s’è sentita neanche una parola. La Federconsumatori chiede la completa liberalizzazione del settore con una decisa apertura alla grande distribuzione, il blocco, la riduzione e la restituzione del carico fiscale sui carburanti. La sospensione della Robin Tax. Badi, dentro c’è anche della politica: la Federconsumatori è un’articolazione della Cgil, la liberalizzazione – avversata dai gestori – stava nelle famose lenzuolate di Bersani, la Robin Tax invece è un’invenzione di Tremonti.
• Ma perché il petrolio scende?
L’ultima scusa è che il ciclone Gustav ha fatto meno danni del previsto. Un mese fa si trattava del tornado Edouard: anche lui s’era comportato bene e quindi il petrolio aveva potuto continuare a scendere. Sono ragioni un po’ così, date in pasto ai giornalisti tanto per dir qualcosa. La ragione vera sta, come abbiamo già detto, nella diminuzione della domanda, che riguarda la Cina, l’India, ma anche l’Occidente, anche l’Europa. Ieri sono stati diffusi i dati della vendita di automobili ad agosto.Dire che rispetto ad agosto 2007 c’è stato un crollo è un eufemismo: -26,42%, il che significa che in Italia si sono vendute appena 77,156 macchine contro le 104.857 dell’anno scorso. Il periodo gennaio-agosto porta a una caduta del 12,04 per cento. Il disastro (dal quale si salva parzialmente la Fiat che ha cifre negative dimezzate rispetto alla media generale) riguarda anche l’usato. Sta dunque avvenendo un cambiamento profondo nelle abitudini di vita dei consumatori. Forse si comincia a rinunciare all’automobile. Tenga conto che un operatore su due crede che il mercato automobilisto peggiorerà.
• Si diceva così anche del petrolio, che sarebbe aumentato di prezzo all’infinito. E invece...
La discesa del petrolio è anche aiutata dal rafforzamento del dollaro. vero che i due fenomeni sono interdipendenti e non si sa bene quale dei due influenzi l’altro. In ogni caso, ieri l’euro è sceso sotto il dollaro e 45 e questa forse è per noi una buona notizia. La febbre del petrolio si propagava infatti subito al biglietto verde: i venditori di greggio, che possono trattare il greggio solo in dollari, aumentavano il prezzo anche per via della moneta svalutata che erano costretti a incassare. E poi la davano via subito in cambio di euro. Il rallentamento del prezzo del petrolio ha avuto un effetto virtuoso su tutto il circuito, tranne che sulla benzina. Almeno da noi. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport, 3/9/2008]