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 2008  settembre 30 Martedì calendario

Al piano da 700 miliardi di dollari di Bush, Paulson e Bernanke non credevno gli americani e non credevno neanche gli europei: la Camera ieri lo ha bocciato e Wall Strett ha vissuto una seduta simile a quella dell’11 settembre 2001: -6,63%, mentre il presidente si diceva molto contrariato

Al piano da 700 miliardi di dollari di Bush, Paulson e Bernanke non credevno gli americani e non credevno neanche gli europei: la Camera ieri lo ha bocciato e Wall Strett ha vissuto una seduta simile a quella dell’11 settembre 2001: -6,63%, mentre il presidente si diceva molto contrariato. In Europa la valanga è stata anticipata, quando ancora il Piano pareva un’opzione possibile: Londra e Parigi hanno perso il 5 e passa per cento, Milano il 4,70, Francoforte il 4,23. Unicredit è stata sospesa al ribasso per due volte. “Sospendere al ribasso” significa: il titolo viene ritirato dalla contrattazione perchè l’oscillazione è esagerata. Queste sospensioni si decidono in genere quando l’azione va su o giù di un 20%. Unicredit ha chiuso poi a 2,985 euro con una flessione del 10,23. Ma le frane peggiori sono nel resto d’Europa. Fortis, un gruppo assicurativo franco-olandese, ha perso il 30 per cento del suo valore la scorsa settimana e il 23% solo ieri. Per evitare che fallisse, lasciando milioni di clienti a secco, la compagnia è stata nazionalizzata col sistema di far entrare Belgio, Olanda e Lussemburgo nel 49% del capitale (cioè: ciascuno dei tre paesi ha acquistato il 49% della Fortis di casa sua). Ancora peggio l’Hypo Re: è andata giù del 73 per cento e la Merkel, come già aveva fatto l’anno scorso con la Landesbank Sachsen Girozentrale, ha costretto un pool di istituti a tirar fuori i soldi per non farla saltare. Gli inglesi stanno procedendo alla nazionalizzazione di Brandford and Bringly e i francesi sono molto in ansia per Dexia che ieri ha lasciato sul terreno il 28,5.

Le chiedo questo: la tempesta in Europa è collegata a quella americana? Certo che m’aspetto che lei dica di sì. Però: come fa un guaio combinato negli Stati Uniti ad avere riflessi così grandi anche da noi?
Dipende dal sistema delle garanzie. Quando lei va in banca a chiedere un prestito le chiedono una garanzia e, di solito, se la richiesta di finanziamento ha una certa consistenza, vogliono che lei impegni la casa. la stessa cosa tra le banche. La Banca A chiede soldi alla Banca B e la Banca B, per darglieli, vuole delle garanzie. Ora, mentre quando si tratta di una singola operazione con un privato cittadino c’è tutto il tempo e il modo di garantirsi con la casa (ci vogliono mesi e mesi, la perizia eccetera), per le migliaia di transazioni che le banche fanno tra di loro ogni giorno non c’è tempo per garanzie troppo pesanti. Mi prendo i soldi e ti passo un mucchio di obbligazioni ZZZ (nome inventato), ti pago la commissione e sei felice, poi la banca che s’è presa le ZZZ ha a sua volta bisogno di liquidità (diciamo tra le 11 e mezza e mezzogiorno) e gira un po’ di ZZZ a una consorella di Tananarive. Eccetera eccetera.

Carta per carta?
Carta per carta. Ora, il valore della valuta che ricevo – oscillante pure lui – è però quello che è, diciamo pure – per semplicità, perché non sarebbe vero neanche questo – che i dollari, gli euro o i franchi svizzeri sono una sicurezza e fanno la parte che un tempo era dell’oro. Ma l’obbligazione ZZZ? Io la piglio e di solito si tratta di un titolo che contiene pezzetti di altri titoli, ognuno dei quali contiene pezzetti di altri titoli, roba buona e roba andata male o non commestibile messa insieme. Non so neanche quello che è e alla fine non me ne importa perché le ZZZ che ho rifilato oggi a qualcuno mi torneranno magari domani in garanzia di altri movimenti e io le accetterò senza esitare. Questo fino a ieri, quando c’era la fiducia che le ZZZ avrebbero circolato senza problemi ovunque. Ma adesso? Nessuno vuole più le ZZZ, nessuno sa che cosa ci sia nelle ZZZ, nessuno sa quante ZZZ circolino al mondo e dove siano. Le banche americane si scambiavano soldi e ZZZ con le banche europee e le hanno impestate. Prima hanno cominciato ad andar giù loro e poi abbiamo cominciato ad andare giù noi. la stessissima barca. E tenga conto che adesso, oltre ai problemi delle ZZZ, c’è anche la questione dell’esposizione verso le banche fallite. Quanti soldi dovevano avere gli europei da Lehman Brothers, per esempio?

E i 700 miliardi avrebbero portato qualche beneficio anche a noi?
Non credo proprio. Alle loro banche pensano loro. Alle nostre dobbiamo pensare noi. Intanto Trichet non intende abbassare il tasso di sconto.

Unicredit?
Unicredit ha comprato nel 2005 la tedesca Hypovereinsbank, nome impossibile che si abbrevia in Hpv, la più grande fusione cross-border (cioè tra due confinanti) di tutti i tempi. Gli operatori credono di sapere che la Germania sia il mercato messo peggio. Unicredit ha un’importante presenza in Germania. Ergo, si vende, che la cosa abbia senso o meno. Faccio sapere che la Fondazione Cariverona ha approfittato del ribasso per comprare, e ha adesso un pacchetto del 5%.

Qualcuno ha capito se i subprime e il resto valgono mille miliardi, centomila o un milione?
No, non lo ha capito nessuno e questo è il problema. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 30/9/2008]