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 2008  ottobre 09 Giovedì calendario

Quando ieri le banche centrali di tutto il mondo, con una mossa mai fatta prima, hanno concordemente abbassato di mezzo punto il tasso di sconto, le Borse si sono un po’ riprese

Quando ieri le banche centrali di tutto il mondo, con una mossa mai fatta prima, hanno concordemente abbassato di mezzo punto il tasso di sconto, le Borse si sono un po’ riprese. Ma poi sono di nuovo precipitate, a parte Wall Street a cui è giunta notizia di un buon andamento negli acquisiti di case e che su questo ha chiuso a +0,85% su ieri (dopo una giornata passata comunque sott’acqua). Milano ha chiuso a -5,71 per cento e tutte le Borse europee hanno terminato le loro contrattazioni in rosso: -6,02% di media e una diminuzione di valore dei titoli di 340 miliardi. Mosca ha interrotto del tutto le contrattazioni, che riprenderanno forse domani: la discesa del prezzo del petrolio, ormai tornato sugli 80 dollari, ha massacrato le aziende di quel Paese che vivono solo del commercio di materie prime. Ha chiuso pure la Borsa di Bucarest. Gli inglesi hanno nazionalizzato parzialmente otto banche e messo a disposizione del loro sistema 200 miliardi di sterline. Brown vuole un vertice mondiale e Bush una riunione del G8. Da noi s’è svolto ieri sera alle otto un consiglio dei ministri straordinario che ha emanato un decreto legge relativo a un fondo da destinare alla capitalizzazione delle banche. Prima lo stesso Tremonti è andato da Napolitano per spiegare il contenuto del provvedimento. Sul fatto che questa sia effettivamente un’emergenza e che ci voglia un decreto non c’è nessun dubbio. Stamattina il ministro riferisce prima alla Camera e poi al Senato. La situazione è talmente al limite che Veltroni ha ammesso la possibilità di rinviare la manifestazione del 25, se le cose dovessero precipitare.

Che cos’è questo decreto sul fondo delle banche?
Il governo ha creato un fondo di 20 miliardi che servirà a capitalizzare le banche eventualmente rimaste senza soldi. Se una banca avrà bisogno di soldi entrerà lo Stato, attingendo ai 20 miliardi. Non però con l’idea di nazionalizzare gli istituti: lo Stato infatti sottoscriverà aumenti di capitale costituiti da azioni privilegiate, prive cioè di diritto di voto. Il Tesoro quindi non avrà il governo della banca, che rimarrà in mano ai suoi azionisti privati. Berlusconi e Tremonti si sono profusi in rassicurazioni. Sentiamo Berlusconi: «Vorrei dire a tutti gli italiani di stare sereni, il sistema italiano è assistito dalle più forti garanzie che sono mutualistiche da parte delle banche, ma a questa garanzia si aggiunge anche la garanzia del Tesoro, la garanzia dello Stato. Quindi non c’è nessuna preoccupazione da avere. Non si devono neppure porre le domande“ma devo andare in banca a ritirare il mio libretto di deposito?” perché non credo che il materasso possa essere una cassaforte migliore di quella del sistema bancario italiano. Lo diciamo con totale serenità e assoluta convinzione»

Sarà vero?
Guardi, è un buon intervento, e mi dà la sensazione che il nostro sistema sia effettivamente molto più solido degli altri.

• Non lo so. Mi sarei sentito più sicuro con lo Stato che garantisce tutto, come ha fatto la Merkel.
Ma lei è pazzo. La Merkel s’è impegnata per molte migliaia di miliardi di euro, con una mossa di pura demagogia e alla quale non potrà dar seguito se si trovasse sul serio nella congiuntura di dover rifondere tutti. In Italia ci sono 30 milioni di conti correnti. Faccia l’ipotesi peggiore, cioè che salti tutto il sistema (è già successo in Svezia vent’anni fa): lo Stato italiano, con una misura tipo Merkel, si troverebbe a dover rifondere tremila miliardi di euro! Ma se noi giudichiamo intollerabile una finanziaria da 30 miliardi! Se nel decreto legge di ieri sera ci fosse stata una disposizione del genere avremmo dovuto concludere che siamo alla fine e il nostro governo stava solo facendo l’ultimo tentativo per frenare l’assalto agli sportelli. Fortunatamente non è così.

I mutui?
Come ho detto ieri, è possibile che il taglio del tasso di sconto porti qualche sollievo, ma non è affatto detto. I mutui sono legati all’Euribor e l’Euribor sta su. I problemi invece si cominciano a vedere sul fronte del lavoro. In novembre Mirafiori si fermerà due settimane invece che una e resteranno a casa 3500 operai di tutte le linee, ad eccezione dei lavoratori dell’Alfa Mito. Cassa integrazione doppia anche per Iveco e Powertrain. Profumo ha annunciato il taglio di 700 dipendenti sui 3.500 della divisione finanziaria. Il quadro mondiale è ancora più preoccupante: in Germania la Opel chiuderà gli impianti per due settimane (6.500 persone a casa). Soste anche alla Daimler, alla Bmw, alla Porsche.

E l’America?
In America sono senza soldi California e Massacchussetts. All’inizio del 2007 i disoccupati erano 7 milioni. Adesso sono 9 e mezzo e salgono al ritmo di centomila al mese. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 9/10/2008]