La Gazzetta dello Sport, 15 ottobre 2008
I giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano hanno ammesso al regime di semilibertà Pietro Maso
I giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano hanno ammesso al regime di semilibertà Pietro Maso...
• Chi, quello che aveva ammazzato i genitori?
Già, proprio lui.
• E quanti anni di galera ha fatto?
Il delitto è del 1991. La condanna del 1992. Ha fatto più di 16 anni di carcere. La semilibertà si può concedere dopo che si è scontata almeno la metà della pena. Maso era stato condannato a 30 anni, quindi sarebbe dovuto uscire nel 2022. Ma in Italia esiste la cosiddetta “liberazione anticipata”: se il detenuto si è comportato bene, se ha mostrato di prender parte attiva all’opera di rieducazione, ha diritto a uno sconto di pena pari a 45 giorni per ogni semestre. Si faccia un po’ di conti e vedrà che, nel caso di Maso, si tratta di quattro anni di sconto. Poi c’è l’indulto, che ha tagliato altri tre anni. Morale: tornerà libero definitivamente nel 2015. Lo spazio per la semilibertà c’è tutto.
• In che consiste poi questa semilibertà?
Il condannato passa alcune ore fuori dal carcere. L’ipotesi è che questo aiuti il reinserimento. Maso, quando ha cominciato ad avere qualche permesso-premio, andava sempre da don Mario Todeschini, il prete veronese che ha fondato Telepace. Le ultime volte invece è andato da una donna, di cui non conosciamo il nome, che s’è fatta garante per lui. Il Giornale ha anche fatto le foto alle coppia, appena scesa dal taxi di fronte al carcere di Opera. Si vede un bel bacio, molto affettuoso. Lei è di spalle, lui risulta molto stempiato. Del resto, quando ha ammazzato i genitori aveva 19 anni. Adesso è un uomo di 36.
• Non è stato un delitto atroce? Questo non conta nella decisione di concedere un regime carcerario più leggero?
E’ stato un delitto atroce, il secondo di questo genere nel dopoguerra. A metà degli anni Settanta, a Novara, Doretta Graneris, aiutata dal suo fidanzato, uccise a fucilate i nonni e i genitori che stavano guardando la tv e poi il fratellino in camera da letto. Era il 1975 e ci vollero 16 anni per assistere a un massacro simile a quello. I Maso erano una benestante famiglia di Montecchia Crosara, vicino a Verona, marito e moglie cattolicissimi con tre figli, il maschio Pietro e le sorelle Laura e Nadia. Pietro, piuttosto sfaticato, faceva la bella vita e voleva soldi. In particolare andava matto per la bmw bianca con la selleria dello stesso colore che si vedeva in Miami Vice (era l’auto di Don Johnson). Tentò di ammazzare i genitori almeno due volte, senza riuscirci. Poi, una sera, papà e mamma (si chiamavano Antonio e Rosa) andarono a una funzione religiosa. Allora Pietro e tre suoi amici staccarono la luce e s’acquattarono in cucina dove stava il contatore. S’erano messi in faccia maschere di Polifemo e di Satana. Alle 23 e 10 ecco tornare Antonio e Rosa. La luce è spenta, allora salgono in cucina e qui il loro figlio e i suoi tre amici li colpiscono con un tubo di ferro, due padelle e un bloccasterzo. Picchiano sulle loro teste per cinquanta minuti, senza fermarsi mai. Quando il primo dei due cade a terra, lo stesso Maso gli preme il piede sulla gola per soffocarlo... Sulle prime Pietro vuol far credere che si tratta di una rapina. Ma dopo due giorni viene smascherato e confessa. Sarà impressionante il suo comportamento anche dopo: pretende di avere la sua parte di eredità, non manifesta alcun pentimento o turbamento, definisce quello che ha fatto “una cazzata”. Piglierà l’ergastolo. Fino al delitto di Erika, che con l’amichetto Omar massacrò madre e fratellino (Novi Ligure, febbraio 2001), sembrò a tutti che un’atrocità simile non potesse essere superata. Sul caso si produssero libri, si girò un film e si scrissero migliaia di articoli.
• La crudeltà di allora non avrebbe dovuto fermare la mano del giudice? Questa clemenza non rischia di essere controproducente, anche come messaggio?
Chi sa. Sedici anni non sono comunque pochi. Maso si mostra in ogni circostanza pentito e credente. Ha dato un’intervista a Repubblica in cui racconta di ricevere centinaia di lettere da adolescenti che vogliono ammazzare i genitori. E lui li dissuade. Lo seguono dei sacerdoti, ci sono persone che giurano sul suo ravvedimento. tutto falso? L’uomo conserva in realtà lo stesso cuore di pietra di tanti anni fa? Chiedo io a lei: come potremmo pretendere di rispondere a una domanda simile? [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 15/10/2008]