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 2008  ottobre 18 Sabato calendario

Grande successo ieri sera per l’ultimo film della Disney – con il marchio Pixar - vale a dire Wall-E, storia di un robottino rimasto solo sul nostro pianeta a ripulire la Terra e preso d’amore, a un tratto, per una sinuosa macchinina bianca di nome Eve

Grande successo ieri sera per l’ultimo film della Disney – con il marchio Pixar - vale a dire Wall-E, storia di un robottino rimasto solo sul nostro pianeta a ripulire la Terra e preso d’amore, a un tratto, per una sinuosa macchinina bianca di nome Eve.

Intanto le domando se ha qualche possibilità di verificarsi sul serio l’eventualità che il film ha messo alla base della sua trama: a un certo punto la Terra sarà ricoperta di rifiuti a un punto tale che gli umani preferiranno andarsene da qualche altra parte e lasciare dei robot a ripulirla.
Il film si svolge nel 2800 e spiega che la razza umana è emigrata da 700 anni. Dunque, secondo quelli della Walt Disney, la situazione si farà insostenibile intorno al 2100. Quello a cui gli sceneggiatori non hanno pensato (o hanno volutamente ignorato) è il destino del mondo una volta che gli uomini se ne saranno andati. Cioè: scompariamo tutti quanti dall’oggi al domani. Che fine fanno, allora, le centrali elettriche, i sotterranei delle metropolitane, gli orologi piazzati sui campanili, insomma quei milioni di automi di cui abbiamo sparpagliato il mondo?

Che fine fanno?
Ci ha scritto su un libro Alan Weisman, uscito la scorsa primavera da Einaudi: Il mondo senza di noi. Partiti per un altro posto gli uomini - oppure scomparsi per qualche ragione senza lasciare eredi -, in due giorni le acque sommergeranno i manufatti, in una settimana le metropolitane si saranno trasformate in canali sottomarini, qualche ora ancora e dalle 400 centrali nucleari del Pianeta prenderanno a uscire fiamme e radiazioni, le esplosioni nei grandi impianti impianti petrolchimici oscureranno il sole... E questo renderebbe difficile la vita anche al nostro Wall-E, che ricarica le proprie batteire grazie all’energia solare. Beh, Weismann pensa che basteranno poche settimane per rendere la Terra del tutto inabitabile d gli uomini. Se gli uomini si allontaneranno, cioè, non potranno più tornare perché il loro vecchio pianeta sarà diventato la patria dei veleni. Sopravviveranno però per sette milioni di anni, a testimonianza della nostra vacuità, i Ritratti dei Presidenti sul Monte Rushmore, riconoscibili non si sa fa chi.

E i rifiuti?
I rifiuti potrebbero in effetti essere all’origine della fine. Gli europei, che nel 1995 producevano ogni anno un sacco da 460 chili a testa, nel 2004 erano arrivati a 520 e nel 2020, tutto restando così com’è, ne accumuleranno per 680 chili. Si tratta di una massa di 340 milioni di tonnellate l’anno. Se la schiacciassimo in uno strato di 30 centimetri, copriremmo tutto il Lussemburgo. Lo sa che Goethe racconta dei palermitani del Settecento? Spazzavano i marciapiedi con molta cura e accumulavano i rifiuti in mezzo alla strada. Così gli pareva di aver risolto il problema. Beh, ogni tanto anche noi pensiamo che, togliendo la spazzatura dalla nostra vista, siamo autorizzati a non pensarci più.

La soluzione esiste o no?
Tecnologicamente la soluzione esiste, ci sono persino i robot-spazzini del film, per esempio DustBot che tra un po’ pulirà le strade, anche le più impervie, di Massa, Pontedera, Peccioli (in provincia di Pisa), Bilbao e Orebro, in Svezia. Poi c’è la raccolta differenziata, con cui non intendo annoiarla perché lei sa già benissimo cos’è. Però è interessante notare che ci sono posti, tipo Yokohama, dove la mania di differenziare è arrivata a definire dieci classi, che il cittadino governa seguendo le istruzioni di un libretto di 27 pagine. In questo opuscolo si spiega, per esempio, che il rossetto va nell’inceneritore, mentre il contenitore del rossetto va buttato nel contenitore degli oggetti di metallo o in quello degli oggetti plastica. Prima di liberarsi di una pentola, bisogna misurarla: se ha un diametro inferiore ai 30 centimetri va nel cesto dei rifiuti piccoli, se no in quello dei rifiuti ingombranti. Ma sa che se lei butta via un calzino solo lo deve dare all’inceneritore e se li butta tutti e due li deve consegnare al raccoglitore di abiti usati?

E in questo modo il problema si risolverebbe? Mi sa che ci vuole il dittatore...
Io penso che si tratti di belle idee, ma non riesco a persuadermi che la soluzione stia nella costruzione di un mondo tanto disciplinato. Penso che sia più efficace un governo della produzione che elimini per quanto possibile la produzione dei rifiuti, riadoperando prima di tutto quello che già esiste, eliminando gli imballaggi, rinunciando a una gran parte delle attività minerarie, responsabili di una produzione di rifiuti enorme. Conuiamo a pensarci, per favore, mentre ci distraiamo con Wall-E. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 18/10/2008]