La Gazzetta dello Sport, 19 novembre 2008
C’è questa faccenda di Facebook, arrivata a un punto tale che le Poste hanno messo un filtro per impedire ai dipendenti di collegarsi
C’è questa faccenda di Facebook, arrivata a un punto tale che le Poste hanno messo un filtro per impedire ai dipendenti di collegarsi...
• Facebook sarebbe un sito Internet?
Si chiamano ”social network”, cioè reti sociali, posti dove si va per fare comunella. Facebook mette in fila delle fotografie e per qualche ragione risulta più seducente di altri network che si propongono più o meno la stessa cosa. Cioè, far incontrare le persone. Dipende probabilmente dal fatto che l’esca iniziale è stata: ritrova un vecchio amico, un compagno di scuola, un primo amore. Metti la foto e fatti cercare. Oppure dicci chi vuoi trovare e magari quello si fa vivo. successo davvero: uno spiega di essere stato nella sezione E del liceo Albertelli in una certa era preistorica e spuntano quelli che si trovavano in classe con te. Qualcuno mette la foto di classe. Da un certo punto di vista è spaventoso, perché - come ha detto qualcuno - se uno ha salutato i compagni di scuola o un primo amore quarant’anni fa una ragione ci deve essere. Eppure, da un altro punto di vista - e qui deve stare la ragione del successo - cercarsi e ritrovarsi è una delle illusioni più grandi, quella di poter riannodare i fili, avere un’altra occasione, rivivere ciò che è già stato vissuto... Kundera l’ha chiamata ”insostenibile leggerezza dell’essere”, cioè l’impossibilità di tornare indietro e decidere diversamente da come si è deciso.
• Non la fa troppo lunga? Alla fine sarà come al solito un posto per rimorchiare.
Sì e no. In ogni caso è interessante questo problema che si sono trovati di fronte le Poste: la gente, dall’ufficio, passava ore su Facebook (o fb, come si dice) e non combinava più niente. So che stanno adottando provvedimenti analoghi la Regione Lombardia e il Veneto, al comune di Napoli hanno preso la curiosa decisione di permettere l’accesso solo sei volte al giorno e solo per dieci minuti alla volta. Un’ora in tutto. Ma è un problema che noi scopriamo solo adesso, mentre all’estero i filtri che bloccano l’accesso sono ormai ovvi.
• Perché da noi si interviene solo adesso?
La versione italiana di Facebook è stata approntata solo in primavera e il vero boom c’è stato dopo le vacanze. Gli iscritti adesso sarebbero quattro milioni. Da un lato è un’occasione di svago, dall’altra di business. In Fiat non hanno messo nessun filtro perché dicono che su fb fanno vedere le macchine e questo è business. Obama ha radunato sulle sue pagine tre milioni e mezzo di amici e si dice che abbia vinto le elezioni anche perché più pratico di queste cose rispetto alla sessantenne Hillary e al settantenne McCain. Veltroni è entrato da poco, ha già i 5000 amici ammessi e ne ha quasi 10 mila in lista d’attesa. Ha convocato una festa per il 13 dicembre, con il solito messaggio struggente: «Nelle ore più strane del giorno e della notte affiorano ricordi, si scoprono pensieri comuni, le foto che caricate raccontano la vostra vita e a volte la mia. bello e le richieste sono tantissime, allora perché non incontrarci?» eccetera.
• Ma sta in linea lui? Non ha delegato tutto a qualche segretario?
Gli esperti dicono che la presenza autentica è decisiva. La rete percepisce subito l’interposta persona, che non può non essere fredda. Un sacco di gente si iscrive sostenendo di essere Berlusconi o Scamarcio. La Perego ha dovuto rivelare un particolare della Talpa in onda la sera che poteva sapere solo lei per essere creduta. Dopodiché è stata subissata. Ci sono quelli che si lamentano d’essere entrati e di non poter più uscire. Andrea Bajani sul Sole 24 Ore ha scritto un articolo di clamoroso humour: dopo essersi fatto convincere ad entrare non riesce più a cancellarsi. Era toccato lo stesso alla giornalista canadese Carmen Joy King.
• Chi è che ha inventato ’sta cosa?
Il solito studente-genio. Si chiama Mark Zuckerberg, ha cominciato a 19 anni a Harvard (era il 2004). All’inizio si trattava soltanto di mettere la propria foto sul sito e di cercare, tra le foto altrui, qualcuno che si conosceva. L’affare avrebbe adesso 100 milioni di utenti in tutto il mondo e un valore di 16 milioni di dollari. Anche se non si sa bene come stia in piedi: ha raddoppiato i ricavi e ha incassato l’anno scorso 350 milioni di dollari, ma la sua quota di mercato pubblicitario è appena dell’1% (la rivale Myspace ha il 15,9). In Internet gira una mail secondo cui fb si vende le liste di clienti, non so, tu dici che ti piacciono i maglioni a collo alto e loro lo fanno subito sapere a una ditta d’abbigliamento. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 19/11/2008]