La Gazzetta dello Sport, 20 novembre 2008
Il ministro Alfano stava per varare una specie di indulto, o forse solo una legge per cambiare il modo italiano di scontare le pene, e i giornali ieri mattina erano già usciti con fior di articoli generalmente critici
Il ministro Alfano stava per varare una specie di indulto, o forse solo una legge per cambiare il modo italiano di scontare le pene, e i giornali ieri mattina erano già usciti con fior di articoli generalmente critici. Ma poi non se n’è fatto niente, per l’opposizione ferma di Alleanza Nazionale (La Russa) e della Lega (Maroni).
• Non ho mica capito. Non hanno fatto un indulto all’epoca di Mastella e poi tutti a dire che era stata una scemenza?
Guardi, non so neanche se queso disegno di legge pensato da Alfano – otto articoli – si può chiamare indulto. In pratica si tratta di questo: quando uno ha avuto una condanna inferiore ai quattro anni, può barattare la reclusione con un lavoro socialmente utile. Questo lavoro socialmente utile, se soddisfacente, produrrebbe l’effetto di annullare pena, reato e tutto quanto: la fedina penale tornerebbe pulita. In questo senso, l’effetto sarebbe effettivamente quello di un indulto. I giornali, e in particolare Repubblica, hanno presentato la cosa come la solita furbata per permettere ad amministratori troppo furbi di scamparla dopo aver combinato pasticci con i bilanci o aver commesso reati finanziari di altro tipo (i reati finanziari stanno spesso sotto i quattro anni). Quindi, gli otto articoli sarebbero, per quel giornale, una scappatoia. Senonché il manifesto ha titolato: «Lavori forzati per uscire dal carcere» riprendendo un giudizio dell’associazione Antigone, che si occupa dei diritti di chi sta dentro. Quindi: troppo dura o troppo morbida?
• Lo dica lei.
Ieri sera, dopo la decisione di lasciar perdere (per ora), Alfano ha spiegato che la legge voleva far pagare qualcosa anche a chi gode in genere dei benefici della condizionale: da dieci giorni a due anni di lavori, in modo che il condannato non la passi proprio del tutto liscia. L’impressione generale, però – non so quanto corretta – era che il provvedimento fosse una mossa anche per affrontare il problema delle carceri. In effetti la situazione è tale che il governo dovrà inventare qualcosa. In termini di pene alternative, voglio dire, e sarà un rospo grosso da mandar giù perché il decreto sicurezza e qualche centinaia di dichiarazioni di tutti quanti dicono che il governo vorrebbe piuttosto sbattere in galera tutti quelli che si macchiano di qualunque reato.
• Le carceri sono di nuovo piene?
In primavera il cardinale Tettamanzi è andato in visita a San Vittore e all’uscita ha pronunciato davanti a testimoni la seguente frase, che i giornali hanno poi riferito: «Sono inorridito». Ai primi di ottobre, il neopresidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, ha scritto ad Alfano e facendo riferimento a vecchie norme che prescrivono tassativamente il trattamento umano dei detenuti ha fatto presente che non solo la legge risulta a questo punto violata, ma persino l’articolo 32 della Costituzione. Ha messo nero su bianco queste parole: «E’ assoluta l’esigenza che vengano a cessare le suddette modalità di esecuzione della pena e di custodia dei detenuti».
• Cioè – mi immagino – dormono per terra, ci sono gli scarafaggi, manca l’acqua?
Sì, e non hanno spazio. Al momento dell’indulto di Mastella (ma non era solo di Mastella: erano d’accordo tutti, compresi Forza Italia e An, allora all’opposizione) stavano in carcere 61.264 persone (è la cifra del 30 giugno 2006). Il 22 ottobre scorso erano di nuovo 57.239. Tra gennaio e marzo dell’anno prossimo, il limite di 61.264 sarà raggiunto e superato. Antigone sostiene che sono due leggi del centro-destra ad aver fatto precipitare la situazione, la Bossi-Fini e la Cirielli sulla recidiva. Ci credo fino a un certo punto: la prima inchiesta sul sovraffollamento delle carceri che ho letto in vita mia risale agli anni Settanta.
• Ma quanti sono i penitenziari in Italia? Non se ne possono costruire di nuovi?
In Italia ci sono 205 istituti, oltre a quelli per minori. Il 60 per cento degli edifici è stato costruito tra il 1600 e il 1800. Alfano dice che una delle cause principali del caos è la ”porta girevole”, cioè il detenuto arrestato e liberato in pochissimi giorni, mediamente tre. Questo andirivieni riguarderebbe la bellezza di 100 mila individui. Il ministro sostiene che si sta procedendo ad opere di ampliamento che dovrebbero rendere possibile ospitare 1.265 persone entro il 2008 e 2.100 in tre anni. Sono programmati 25 nuovi penitenziari e di questi dieci sarebbero in costruzione. Quando saranno terminati? Non si sa. Quanti detenuti potranno ospitare? 2.855. possibile che queste misure siano sufficienti. più probabile che il sistema carcerario così come lo conosciamo sia un retaggio del passato e vada ripensato alla radice. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 20/11/2008]