La Gazzetta dello Sport, 29 novembre 2008
Il peso di Tremonti in questo governo si vede anche da questo: che in giugno varò la famosa prefinanziaria con un consiglio dei ministri durato otto minuti
Il peso di Tremonti in questo governo si vede anche da questo: che in giugno varò la famosa prefinanziaria con un consiglio dei ministri durato otto minuti. E ieri ha esposto ai colleghi i 36 articoli del decreto legge «contenente misure a sostegno della famiglia, del lavoro, dell’occupazione e dell’impresa» in dieci minuti. Berlusconi aveva da fare a Milano e non c’era. Gli altri sono stati zitti. Ai giornalisti è stato consegnato un riassunto del decreto, sul sito del governo è stato piazzato il comunicato di quattro pagine e poi via, tutti di corsa a casa per il week-end, ben felici nonostante le piogge e la neve.
• Che cosa è uscito fuori?
Una cosa che all’opposizione e alla Cgil non è piaciuta: Epifani ha confermato lo sciopero generale. Cominciamo dalle famiglie. I provvedimenti più importanti sono due: il governo farà arrivare a casa un assegno di valore oscillante tra i 200 e i 1000 euro. Non a tutte le famiglie però: solo a quelle con un reddito inferiore a 22 mila euro annui oppure a 35 mila se tra i componenti il nucleo c’è una persona portatrice di handicap. Questo provvedimento vale 2,4 miliardi. C’è un sottinteso politico nell’aver scelto di soccorrere le “famiglie”: i cattolici chiedono da tempo “le quote”, cioè la reintroduzione di un sistema che moduli la tassazione non sul singolo, ma sul nucleo familiare. Il governo, quando può, si attiene a questo concetto.
• Il secondo provvedimento?
Riguarda i mutui variabili per la prima casa. Per quelli in corso, lo Stato si farà carico della parte di interesse eccedente il 4%. Per i nuovi mutui a tasso variabile, a partire dal prossimo 1° gennaio, le banche non dovranno più prendere a riferimento l’euribor, che è un tasso espresso quotidianamente dal mercato, quindi fuori controllo e teoricamente soggetto a sbalzi importanti verso l’alto (come è avvenuto in questo ultimo anno), ma il tasso di riferimento stabilito dalla Bce, quello che adesso è al 3,25 e che tra poco sarà ancora tagliato. Il price cup, cioè il limite invalicabile del 4%, servirà ad impedire alle banche di rifarsi sullo spread...
• Scusi?
Lo “spread”, pronuncia “spred”: ti dànno il mutuo dicendo che ti applicano questo 3,25 + una percentuale che sarebbe il loro guadagno. Questa percentuale è lo spread, in genere nel variabile non superiore all’1%. Già adesso si può ottenere in certe banche un mutuo ancorato al tasso della Bce e non all’euribor. Però le banche si rifanno facilmente mettendoti uno spread dell’1,5, cosa a cui tante volte il cliente, intimidito dai suoi furbi avversari, non fa caso. Il 4% impedisce questi trucchi e forse segnerà un rilancio del tasso fisso (che è invece da sempre legato al normale tasso della Bce).
• Le tredicesime?
Niente, non le hanno detassate. Hanno alleggerito il peso del fisco sui premi (l’esenzione passa da 30 a 35 mila euro) e raddoppiato l’area degli sconti, che passa da 3 a 6 mila euro. Poi sono stati bloccati gli automatismi delle tariffe, quelli che ti fanno aumentare la bolletta se aumenta l’inflazione o se si modificano altri indicatori automatici. Bloccati anche gli aumenti tariffari delle autostrade e quelli dei treni regionali, cioè i convogli che servono i pendolari. Ridotto del 3% l’acconto Irpef.
• E per le imprese?
L’Iva di cassa, che io considero importantissima, è prevista, ma ha bisogno del sì dell’Unione europea. Ricorderà che in pratica si tratta di versare non al momento della fatturazione, ma proprio al momento in cui si prendono i soldi. Riduzione degli acconti di Ires e Irap, bonus per i precari che resteranno senza lavoro pari a un 5% del reddito percepito l’anno precedente, cassa integrazione anche per i dipendenti delle agenzie turistiche che entrassero in crisi. I soldi per gli ammortizzatori sociali sono stati portati da 600 milioni a 1 miliardo e 86 milioni. Un punto importantissimo riguarda il finanziamento delle banche quotate: per aumentare il loro capitale queste banche potranno emettere bond che saranno comprati dallo Stato. Le banche a cui si daranno questi denari dovranno però accettare di erogare prestiti alle imprese secondo linee guida che saranno dettate dallo stesso governo. In questo modo si tenta di combattere la stretta creditizia da cui siamo afflitti in questo momento e si aumenta la patrimonializzazione degli istituti. Infine si deve citare la porno-tax: i produttori di video, dvd, film, giornali porno pagheranno un 25% in più di tasse. Questa norma era stata varata già dal precedente governo Berlusconi nel 2005 ma non era poi mai stata applicata. Adesso entrerà in vigore. I maligni dicono che è un modo per colpire Sky, che realizza un discreto fatturato con i filmetti a luce rossa in notturna. Anche se oggi questa roba si trova facilmente su Internet. E gratis. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 29/11/2008]