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 2008  dicembre 16 Martedì calendario

Ieri s’è votato in Abruzzo e a metà scrutinio la situazione è questa: la metà degli elettori non è neanche andata a votare, gli altri hanno nominato governatore il candidato del centro-destra, cioè Giovanni Chiodi, del PdL con il 50% dei voti

Ieri s’è votato in Abruzzo e a metà scrutinio la situazione è questa: la metà degli elettori non è neanche andata a votare, gli altri hanno nominato governatore il candidato del centro-destra, cioè Giovanni Chiodi, del PdL con il 50% dei voti. Il suo avversario, Carlo Costantini, un uomo di Di Pietro sostenuto da tutto il centro-sinistra, ha preso il 42%. Rifondazione ha avuto circa il 3% e Casini poco meno del 5, una percentuale insufficiente per contare qualcosa.

Ho sentito che il dato più impressionante è quello dell’astensionismo.
Domenica la Stampa ha pubblicato un sondaggio, commissionato alla società Contacta, sugli umori dell’elettorato piemontese. uscito fuori che un elettore su quattro, senza differenze di schieramento (destra, centro, sinistra) non tornerebbe alle urne se si votasse domani. Il giornale ha sostenuto che nessuna parte politica ha dato l’impressione di sapere come affrontare la crisi economica, e questo ha disgustato molti cittadini. Alle conclusioni del sondaggio – un risultato virtuale – ecco corrispondere adesso il risultato di un voto reale, quello abruzzese. Rispetto alle Politiche di aprile l’astensionismo supera il 16 per cento. Rispetto alle Regionali del 2005 – unico termine di paragone corretto – siamo oltre il 30 per cento. Quasi un elettore su tre, qui in Abruzzo.

Questa enfasi sull’astensione non servirà a nascondere il brutto dato del Partito democratico?
Ci sto arrivando. Quelli che hanno votato hanno poi sancito che Berlusconi, ad onta della depressione generale, tiene benissimo. Il PdL a metà scrutinio ha il 36,35% dei voti. Alle politiche di aprile aveva preso il 41,6, quindi avrebbe perso quasi cinque punti. Ma è un paragone improprio perché alle Politiche non ci sono le liste locali e adesso invece Berlusconi e Chiodi avevano in coalizione questo Rialzati Abruzzo che ha preso il 6,5. Alle Regionali del 2005 – dove vinse il centro-sinistra con Del Turco – Forza Italia e An ebbero il 27,2. Rispetto a quel voto (e questo è l’unico confronto corretto) il partito di Berlusconi ha guadagnato 9 punti. Praticamente un trionfo.

Per Veltroni invece è una débacle.
E’ difficile non ammetterlo. Regionali del 2005, Ds+Margherita = 35,4%. Politiche 2008, Partito democratico: 33,5%. Regionali 2008, Partito democratico: 20,32%. Quindici punti in meno sulle Regionali, tredici sulle politiche. Come si fa a far finta di niente? Ieri, mentre Veltroni stava altrove e parlava d’altro, è cominciato il bombardamento. Parisi: «Spero veramente che Veltroni rinsavisca, che legga finalmente il filo che lega i messaggi ripetuti che ci vengono dagli elettori a partire dal voto di aprile». Di Pietro: «I partiti che non sono né carne né pesce, che fanno riunioni, che dicono "ma anche" e che non si decidono, vengono puniti […] Noi dell’Italia dei Valori abbiamo rilanciato la questione morale senza la quale i cittadini vedono che nulla cambia: in Abruzzo abbiamo quintuplicato»

E’ vero?
Sì. Di Pietro aveva avuto il 2,4 alle Regionali del 2005, il 7 alle Politiche del 2008 e ha preso il 15% adesso. Un’avanzata impressionante, resa possibile da due errori tattici di Veltroni: aver voluto imbarcare l’Italia dei Valori alle Politiche nonostante la volontà dichiarata di andar da soli; non aver tenuto al suo posto l’Idv dopo il voto. Parlo non solo del caso Villari, ma di decine di episodi, tra cui anche per esempio la questione del gruppo che Di Pietro non doveva fare e che invece fece, guardandosi bene dal confluire nel Pd come aveva promesso. Venerdì prossimo il Pd tiene una direzione e vedremo se il voto abruzzese peserà o no. Nella previsione della vigilia non doveva pesare, dato che si trattava di una consultazione locale nella quale il centro-sinistra partiva col grave handicap dello scandalo che aveva portato in carcere (non importa ai fini del nostro ragionamento se a torto o a ragione) il presidente Del Turco. E però la botta è talmente forte che forse sarà difficile star zitti. Un tempo i Ds pigliavano il 17% da soli. Non sarà che Ds+Margherita, come capitava ai socialisti quando provavano a riunirsi, messi insieme continuano a valere come un partito solo?

Ma come si sono spostati i voti?
E’ presto per analizzare i flussi, ma si direbbe che la sinistra estrema ha votato per l’Italia dei Valori, mentre quel 9 per cento in più del PdL viene proprio dal Pd. Se l’analisi lo confermasse sarebbe clamoroso. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 16/12/2008]