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 2008  dicembre 20 Sabato calendario

Il 5 gennaio Pescara, il cui sindaco si è dimesso e sta agli arresti domiciliari, sarà commissariata e si ritornerà a votare

Il 5 gennaio Pescara, il cui sindaco si è dimesso e sta agli arresti domiciliari, sarà commissariata e si ritornerà a votare. A Napoli, il sindaco Rosa Russo Jervolino – nonostante gli inviti di Veltroni, Cacciari, Anna Finocchiaro, due assessori dimessi, due in galera e un ex assessore suicida – non intende dimettersi, ma c’è una certa probabilità che non possa resistere troppo a lungo all’inchiesta della magistratura. L’altro giorno sull’Unità Marco Travaglio ha annunciato richieste dei magistrati alle Camere per l’uso di intercettazioni indirette di Dell’Utri, Latorre, Lusetti, Bocchino, Margiotta. Margiotta è il deputato del Partito democratico che la procura di Potenza vuole mandare ai domiciliari per una faccenda di appalti e tangenti in Basilicata e che Montecitorio, a quanto pare, è deciso a difendere.

Quindi, si potrebbe dire: mentre la magistratura sta facendo uscire il marcio che c’è dappertutto, la classe politica si chiude a riccio e impedisce ai giudici di andare avanti.
Di Pietro dice qualcosa del genere, e Veltroni si limita a raccomandare ai magistrati di andarci piano con gli arresti, dato che poi i giornali scrivono quello che scrivono. Veltroni ce l’ha con i giornali. Ieri, durante i lavori della Direzione del partito, li ha attaccati due volte. Ha fatto appello all’orgoglio di tutti: «Siamo gente per bene» e l’esistenza delle indagini in tre o quattro realtà locali non può cancellare la realtà di tanti («centinaia di migliaia») amministratori onesti. Secondo lui il problema del Pd si risolve cambiando la classe dirigente del partito, cioè immettendo giovani e immettendoli con frequenza. Promette che questo sarà fatto dopo il voto delle Europee e il Congresso. Poi: riforma della giiustizia sì, ma non contro magistrati e avvocati, e quindi facciamo questo tavolo e arriviamo a qualcosa in sessanta giorni. Quindi lotta per l’ambiente e cambio della legge elettorale. Ha chiesto al partito il permesso di commissariare le Federazioni con problemi. Dice che vuole praticare una politica delle alleanze in modo da essere il primo alle elezioni.

Quindi con Di Pietro ci resta? No, perché ho sentito che tanti del Pd non erano d’accordo su Di Pietro.
Sì, c’è questa opinione nel Pd, opinione strana, perché non credo che i Democratici abbiano perso voti perché sono alleati con Di Pietro e non credo che divorziando li recupererebbero. La parola ”alleanze” deve però riferirsi anche all’Udc. In Abruzzo ha fatto vedere di valere un 5%, la tentazione di prtovare a tirar dentro Casini è forte.

Gli altri che hanno detto?
Niente di speciale. D’Alema però ha affermato che la fusione tra Ds e Margherita « è un amalgama fin qui mal riuscito». L’analisi che segue è interessante: «Le difficoltà non dipendono dalle vicende giudiziarie, nè fanno scoppiare una questione morale. La destra ha più vicende giudiziarie di noi, ma non si presenta come una forza colpita, perchè appare aver risolto il problema del suo rapporto politico con la società italiana. Quindi le nostre difficoltà sono di carattere politico». Berlusconi, che aveva mostrato qualche apertura al dialogo, ha poi di nuovo chiuso tutto quando Veltroni ha dichiarato di non accettare lezioni di morale dal premier. Il Cavaliere, a proposito dell’arrivar primo alle elezioni, ha fatto sapere che lui ha il 72% dei consensi, il che non può essere vero perché significherebbe che a tutti gli altri resta appena il 28.

Ma Berlusconi questa riforma della magistratura la presenterà o no?
Dopo le vacanze, dice. «E’ tutto pronto. E se dall’opposizione arriverà qualche proposta sensata la accoglieremo senz’altro, come abbiamo sempre fatto». La Stampa ieri ha raccontato che una fetta non indifferente del Partito democratico (per esempio Reichlin) pensa che i magistrati siano partiti all’attacco dopo l’intervista di Violante al Corriere della Sera in cui si diceva che i giudici hanno troppo potere. Violante, che non sta più in Parlamento, è comunque sempre un pezzo grosso del partito. Nel ”92-’93, all’epoca di Mani pulite, lo si considerava il referente politico della Procura di Milano.

E potrebbe essere?
Le intercettazioni di Napoli, per esempio, mostrano un’intimità tra l’imprenditore Romeo (che si proclama del tutto innocente) e i politici davvero imbarazzante. Le tre inchieste si basano tutte su intercettazioni. E le intercettazioni, buone per disegnare il quadro generale, non sono prove. Persino la frase che Travaglio racconta di aver sentito in una telefonata dell’inchiesta di Potenza: «Salvato’, ti porto 200 mila euro» non è una prova. L’ha detto, ma potrebbe non averlo fatto. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 20/12/2008]