Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  giugno 23 Giovedì calendario

Sulle vie di Napoli giacciono tremila tonnellate di rifiuti…• Siamo tornati indietro di un paio d’anni?  Non proprio

Sulle vie di Napoli giacciono tremila tonnellate di rifiuti…

• Siamo tornati indietro di un paio d’anni?  Non proprio. Nel 2008 c’erano per terra 300 mila tonnellate, cento volte quello che si vede adesso. Il problema è che potremmo tornare abbastanza velocemente a quei livelli di degrado.

• Qual è il problema?
Detto in una parola: manca un buco in cui ficcare la spazzatura. Se non c’è un posto dove portarla, non si può raccogliere. Se non si raccoglie, si accumula in mezzo alle case. I giornali hanno gridato per via della pizzeria “Antica Capri”, eretta subito a simbolo dello sfacel l’immondizia l’ha circondata e il proprietario alla fine ha abbassato la saracinesca e messo un cartell «Mi vergogno di lavorare così».

• Quando lei dice “buco” intende una discarica? Siamo, mi pare di capire, ancora nella fase che precede un ragionamento moderno sul trattamento dei rifiuti? Raccolta differenziata eccetera?
A Napoli, in certi quartieri, la raccolta differenziata si fa e anche con buoni risultati. Ma a che serve la raccolta differenziata se i rifiuti restano fermi sull’asfalto? L’emergenza, con la pratica di mettere a capo del problema un commissario straordinario, è finita il 31 dicembre del 2009 come da decreto legge emanato da Berlusconi. Dal 1° gennaio 2010 non è più consentito, quindi, trasportare i rifiuti fuori della regione. È stato anche consegnato il termovalorizzatore di Acerra, che a regime dovrebbe essere capace di bruciare 2000 tonnellate. Ma si rompe di continuo, il collaudo – avvenuto lo scorso 16 luglio – non è stato certificato… insomma questa macchina che doveva essere risolutiva fa fuori al massimo 500 tonnellate al giorno. Tenga conto che Napoli, da sola, ne produce quotidianamente 1.250. È poi accaduto che alla fine di gennaio le discariche di Chiaiano e di Tufino si sono saturate. A Napoli, alla fine di una settimana, c’erano già in strada duemila tonnellate di spazzatura. Da allora ad oggi è stato un crescendo, con le solite scene: scioperi ben calcolati nelle ditte di smaltimento, comitati che si oppongono a qualunque cosa, roghi di cassonetti, eccetera eccetera. Un’evidente resistenza a qulunque soluzione del problema, che ha origine nella camorra, dato che il ciclo illegale di smaltimento dei rifiuti garantisce alla malavita proventi ingentissimi. È stata anche inventata una nuova espressione, “sito di trasferenza”. Significa: un posto dove far stare i rifiuti per 72 ore, in attesa di trovare una soluzione più stabile. Ne sono stati aperti tre, due ad Acerra e uno a Caivano. Ma il sindaco di Caivano, con un’ordinanza, ha impedito che i camion scaricassero nel suo territorio. S’è perso qualche altro giorno, poi il Tar, ieri, gli ha dato torto e il trasporto dei rifiuti potrà così ricominciare. Certo non so in 72 ore che cosa si potrà risolvere.

• E il nuovo sindaco De Magistris?
Da deputato europeo, ha chiesto pochi mesi fa alla Ue «la sospensione sine die dei fondi Ue stanziati per i rifiuti in Campania» e l’avvio di una procedura d’infrazione contro l’Italia (i calcoli non sono stati fatti, ma la procedura, quando l’Italia dovesse essere condannata, sarebbe costosissima). Adesso che è diventato sindaco, vorrebbe tanto quei soldi e si dice che sia pronto a partire per Bruxelles per chiederne lo sblocco. Non ha, naturalmente, nessuna speranza e l’unica consolazione è che nonpotremo essere condannati prima di settembre. Dunque abbiamo un paio di mesi per risolvere il problema. Ma, tornando a De Magistris, ha commesso una grande imprudenza: ha promesso che il problema rifiuti sarebbe stato risolto in cinque giorni. Il quinto giorno è scaduto ieri. La professione di sindaco è diversa da quella di pubblico ministero. De Magistris s’è sfogato su YouTube denunciando le forze oscure – criminali e politiche – che gli impediscono di fare quello che sarebbe tanto facile. Una predica che tanti altri hanno pronunciato prima di lui.

• Perché “resistenze politiche”? Berlusconi gli impedirebbe di risolvere il problema?
De Magistris proclama che la Campania farà da sé, eppure un decreto di Berlusconi che proclamasse nuovamente lo stato d’emergenza potrebbe riavviare il traffico extra regionale. Lo smaltimento più economico in assoluto è quello dei treni che portano la spazzatura in Germania, 215 euro a tonnellate contro i 290 che ci vogliono per lo smaltimento in Italia o in Campania (sono prezzi, però, del 2007). Berlusconi ha sentito l’odore del sangue e ha mormorat «Vedo che De Magistris non ce l’ha fatta in cinque giorni. Come sempre dovrò intervenire io». Certo la tentazione di lasciare De Magistris, sindaco spaccone, nelle peste deve essere forte. Ma in un caso come questo sarebbe meglio mettere da parte calcoli di parte o rancori personali. O Napoli sarà di nuovo travolta

[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 23 giugno 2011]