La Gazzetta dello Sport, 10 aprile 2009
Oggi bisogna parlare soprattutto di questa importante affermazione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Ha ragione chi dice che nessuno è senza colpa»
Oggi bisogna parlare soprattutto di questa importante affermazione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Ha ragione chi dice che nessuno è senza colpa».
• Accidenti. E Berlusconi che cosa ha risposto?
Nessuno ha fiatato, né dal governo né dall’opposizione. Il presidente, ieri all’Aquila, ha spiegato che la frase «Nessuno è senza colpa» gli è stata detta da un rappresentante dell’opposizione. In effetti come negarlo? C’è una colpa dei costruttori che hanno tirato su edifici pubblici e privati al risparmio, con materiali scadenti. Qualcuno ha sostenuto che questo è stato il prezzo pagato per dare la casa a tutti. Non ci credo, ma in ogni caso dopo gli anni Sessanta e Settanta la tecnica ha fatto progressi enormi e a un certo punto sono pure arrivate le regole. Le responsabilità politiche – gravi per tutto il dopo guerra – risultano se possibile ancora più gravi nel periodo 2005-2008. Il governo Berlusconi fece una legge che imponeva l’applicazione di norme antisismiche, Prodi ne rinviò per due volte l’entrata in vigore piena (cioè con l’obbligo di rispettarle) e Berlusconi l’ha rinviata ancora lo scorso dicembre fino al 30 giugno 2010. Nel frattempo in Abruzzo, e ovunque, si è continuato a costruire, generalmente ignorando ogni prudenza. E col permesso di chi? Proprio di quelle Regioni e di quei Comuni che la settimana scorsa hanno preteso di far la parte dei difensori del territorio. «Nessuno è senza colpe» si riferisce a tutto questo. La frase completa di Napolitano è: «Bisogna vedere come sia potuto accadere che non siano state attivate indispensabili norme, che erano state tradotte in legge, e chiedersi anche come non siano scattati i necessari controlli. In questi casi nessuno dovrebbe chiudere gli occhi. Né chi vende né chi acquista un immobile. Ma al di là delle responsabilità, bisogna decidere cosa è possibile fare, affinché tutto ciò non accada mai più. E questo si può fare non con profezie o impossibili previsioni dei terremoti, ma rendendo sicuri gli edifici, anche quelli più antichi».
• Ha picchiato duro su tutti?
No, subito dopo ha avuto parole di elogio per il governo, per gli enti locali, soprattutto per la Protezione civile, definita un tipico esempio di italianità. Nel senso che è stata capace di convogliare l’emotività del momento nella direzione giusta mettendo insieme corpi dello Stato che in genere operano separati e magari – ma questo il presidente non lo ha detto – anche facendosi i dispetti. Ci sono due momenti della visita presidenziale che vanno però ricordati in modo particolare.
• Quali?
Uno è lo scatto verso i fotografi, che lo bersagliavano. «Insomma, non rompete le scatole, non sono venuto qui per farmi fotografare». Significativo perché è innegabile che premier e ministri – al di là delle lodi che hanno meritato – abbiano poi usato l’Abruzzo come un formidabile palcoscenico mediatico, al punto che Gianni Letta ha dovuto coordinare le visite («oggi tu, domani lui») per evitare che la smania di apparire intralciasse i soccorsi. L’altro è il momento terribile della sosta nella caserma della Guardia di finanza di Coppito, dove sono state allineate le 287 bare. Il capo dello Stato si è commosso e non so chi non avrebbe pianto in quell’hangar pieno di casse, alcune delle quali bianche.
• Il governo ha deciso qualcosa? Quanto stanzieranno?
Il decreto vero e proprio verrà emanato la prossima settimana. Ieri è stata diramata una lunga ordinanza in cui si assegnano 800 euro mensili a commercianti, artigiani e agricoltori, 400 agli sfollati (500 se più vecchi di 65 anni), si sospendono i pagamenti di tasse, luce e gas, si allungano i termini processuali per i contenziosi regionali, soprattutto si sospendono i pagamenti delle rate di mutuo, un provvedimento indispensabile. Ieri Repubblica ha raccontato che funzionari di certe banche si sono messi a telefonare a clienti rimasti senza niente per sapere quando e come avrebbero fatto fronte alle scadenze. Gente a cui era morta la figlia o la moglie domenica scorsa. Quei disgraziati, sorpresi che si potesse arrivare a tanto, rispondevano stupefatti: «Ho perso tutto, non ho che cinque euro».
• Ho sentito che ci sono problemi anche con gli alberghi della costa.
Sì, gli albergatori si sono lamentati che non ce la fanno a dar da mangiare e dormire a tutta questa gente, si dice che chiedano 10mila euro al giorno per albergo e che minaccino chiusure «entro massimo dieci giorni». Il capo della protezione civile Bertolaso, a cui ieri uno sfollato ha riportato le voci, ha risposto: «Non date retta. I terremotati staranno negli alberghi finché sarà necessario». [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 10/4/2009]