Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  aprile 10 Venerdì calendario

Oggi bisogna parlare soprattut­to di questa importante afferma­zione del presidente della Repub­blica Giorgio Napolitano: «Ha ra­gione chi dice che nessuno è sen­za colpa»

Oggi bisogna parlare soprattut­to di questa importante afferma­zione del presidente della Repub­blica Giorgio Napolitano: «Ha ra­gione chi dice che nessuno è sen­za colpa».

Accidenti. E Berlusconi che co­sa ha risposto?
Nessuno ha fiatato, né dal go­verno né dall’opposizione. Il presidente, ieri all’Aquila, ha spiegato che la frase «Nessuno è senza colpa» gli è stata detta da un rappresentante dell’opposi­zione. In effetti come negarlo? C’è una colpa dei costruttori che hanno tirato su edifici pub­blici e privati al risparmio, con materiali scadenti. Qualcuno ha sostenuto che questo è stato il prezzo pagato per dare la casa a tutti. Non ci credo, ma in ogni caso dopo gli anni Sessanta e Settanta la tecnica ha fatto pro­gressi enormi e a un certo punto sono pure arrivate le regole. Le responsabilità politiche – gra­vi per tutto il dopo guerra – ri­sultano se possibile ancora più gravi nel periodo 2005-2008. Il governo Berlusconi fece una leg­ge che imponeva l’applicazione di norme antisismiche, Prodi ne rinviò per due volte l’entrata in vigore piena (cioè con l’obbligo di rispettarle) e Berlusconi l’ha rinviata ancora lo scorso dicem­bre fino al 30 giugno 2010. Nel frattempo in Abruzzo, e ovun­que, si è continuato a costruire, generalmente ignorando ogni prudenza. E col permesso di chi? Proprio di quelle Regioni e di quei Comuni che la settima­na scorsa hanno preteso di far la parte dei difensori del territo­rio. «Nessuno è senza colpe» si riferisce a tutto questo. La frase completa di Napolitano è: «Biso­gna vedere come sia potuto ac­cadere che non siano state atti­vate indispensabili norme, che erano state tradotte in legge, e chiedersi anche come non siano scattati i necessari controlli. In questi casi nessuno dovrebbe chiudere gli occhi. Né chi vende né chi acquista un immobile. Ma al di là delle responsabilità, bisogna decidere cosa è possibi­le fare, affinché tutto ciò non ac­cada mai più. E questo si può fa­re non con profezie o impossibi­li previsioni dei terremoti, ma rendendo sicuri gli edifici, an­che quelli più antichi».

Ha picchiato duro su tutti?
No, subito dopo ha avuto paro­le di elogio per il governo, per gli enti locali, soprattutto per la Protezione civile, definita un ti­pico esempio di italianità. Nel senso che è stata capace di con­vogliare l’emotività del momen­to nella direzione giusta metten­do insieme corpi dello Stato che in genere operano separati e magari – ma questo il presiden­te non lo ha detto – anche fa­cendosi i dispetti. Ci sono due momenti della visita presiden­ziale che vanno però ricordati in modo particolare.

Quali?
Uno è lo scatto verso i fotografi, che lo bersagliavano. «Insom­ma, non rompete le scatole, non sono venuto qui per farmi fotografare». Significativo per­ché è innegabile che premier e ministri – al di là delle lodi che hanno meritato – abbiano poi usato l’Abruzzo come un formi­dabile palcoscenico mediatico, al punto che Gianni Letta ha do­vuto coordinare le visite («oggi tu, domani lui») per evitare che la smania di apparire intralcias­se i soccorsi. L’altro è il momen­to terribile della sosta nella ca­serma della Guardia di finanza di Coppito, dove sono state alli­neate le 287 bare. Il capo dello Stato si è commosso e non so chi non avrebbe pianto in quel­l’hangar pieno di casse, alcune delle quali bianche.

Il governo ha deciso qualcosa? Quanto stanzieranno?
Il decreto vero e proprio verrà emanato la prossima settima­na. Ieri è stata diramata una lun­ga ordinanza in cui si assegna­no 800 euro mensili a commer­cianti, artigiani e agricoltori, 400 agli sfollati (500 se più vec­chi di 65 anni), si sospendono i pagamenti di tasse, luce e gas, si allungano i termini processua­li per i contenziosi regionali, so­prattutto si sospendono i paga­menti delle rate di mutuo, un provvedimento indispensabile. Ieri Repubblica ha raccontato che funzionari di certe banche si sono messi a telefonare a clienti rimasti senza niente per sapere quando e come avrebbe­ro fatto fronte alle scadenze. Gente a cui era morta la figlia o la moglie domenica scorsa. Quei disgraziati, sorpresi che si potesse arrivare a tanto, rispon­devano stupefatti: «Ho perso tutto, non ho che cinque euro».

Ho sentito che ci sono problemi anche con gli alberghi della co­sta.
Sì, gli albergatori si sono lamen­tati che non ce la fanno a dar da mangiare e dormire a tutta que­sta gente, si dice che chiedano 10mila euro al giorno per alber­go e che minaccino chiusure «entro massimo dieci giorni». Il capo della protezione civile Ber­tolaso, a cui ieri uno sfollato ha riportato le voci, ha risposto: «Non date retta. I terremotati staranno negli alberghi finché sarà necessario». [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 10/4/2009]