La Gazzetta dello Sport, 12 aprile 2009
L’area interessata dal terremoto s’è spostata verso nord di una quindicina di centimetri…• Accidenti
L’area interessata dal terremoto s’è spostata verso nord di una quindicina di centimetri…
• Accidenti.
Non deve meravigliarsi. Pensi alla parola: il terremoto è «la Terra che si muove», ”terra” con la ”T” maiuscola. Gli effetti sull’assetto complessivo possono essere importanti. Per esempio, lo tsunami che devastò l’Indonesia il 26 dicembre 2004 fece scivolare Sumatra di 30 metri verso sud-est e provocò lo spostamento di 6 centimetri dell’asse terrestre, evento che a sua volta ha determinato un accorciamento di tre microsecondi nella durata dell’anno solare. Significa che tra 26 mila anni dovremo apportare una correzione al calendario, dato che l’accumulo dei tre microsecondi alla fine risulterà sensibile. Naturalmente in questo lasso di tempo qualche altro terremoto potrebbe spostare ancora l’asse o rimetterlo dove stava prima.
• Lo tsunami fu un terremoto? Che diamine è alla fine un terremoto?
Lo tsunami fu provocato da un terremoto molto violento, nono grado della Richter (in Abruzzo non è arrivato a 6), avvenuto in fondo al mare a grande distanza dalle coste. Pochi se ne accorsero. Il movimento della Terra fece sollevare un’onda che correva verso gli insediamenti umani alla velocità iniziale di 500 km l’ora. Rallentando, l’onda si gonfiò e arrivò sulla costa alta dieci- quindici metri. Il terremoto venne provocato dallo scontro tra la placca indiana e quella birmano- cinese: una delle due placche si sollevò e l’altra gli si infilò sotto. Questo movimento liberò un’energia pari a 23 mila volte la bomba di Hiroshima. Con questo comincio a rispondere alla sua seconda domanda relativa alla natura delle terremoto.
• Scontro di placche? La Terra è fatta di placche?
Non la Terra, ma la litosfera, cioè lo strato più superficiale. La crosta terrestre, quella che noi calpestiamo tutti i giorni, è poggiata su 13 placche che a loro volta galleggiano su un mantello magmatico. Le placche si muovono di continuo, scontrandosi o infilandosi una sotto l’altra alla ricerca di un equilibrio che, finché il nostro pianeta sarà vivo, non verrà mai raggiunto. I terremoti sono il prodotto di questi movimenti. Si tratta di movimenti continui: se si prescinde dall’intensità ce ne saranno un miliardo l’anno.
• E perché ci sono posti dove i terremoti capitano di continuo e altri dove non ci sono mai?
L’attività vulcanica e quella sismica sono concentrate nelle zone di confine, nei punti cioè dove le faglie si incontrano. La parte di crosta terrestre che sta in mezzo a una placca è sicura: qui non succede mai niente.
• L’Italia sta sopra una faglia?
E già. Siamo sopra la faglia che divide la placca africana da quella eurasiatica. L’Italia è tutta sismica, e in base a quello che ha spiegato una volta Enzo Boschi – il famoso geologo – la fascia appenninica dall’Abruzzo in giù è esposta a terremoti fino a magnitudo 7 e dall’Abruzzo in su fino a magnitudo 6. Il guaio nella comprensione e previsione di questi fenomeni è che sappiamo poco di come è fatta la Terra. Pensi che con i telescopi abbiamo fotografato oggetti distanti 10-11 miliardi di anni luce, cioè una distanza inimmaginabile. Mentre abbiamo bucato la Terra per appena qualche chilometro (il record fu stabilito a Kola in Russia: 14 chilometri) e per il resto procediamo ipotizzando, supposizioni e ipotesi che si basano principalmente proprio sullo studio dei terremoti e delle onde sismiche. Da come viaggia l’onda, gli scienziati cercano di capire che tipo di strati attraversa e, insomma, che cosa c’è sotto. Per il momento si crede di aver capito solo questo: la crosta terrestre, il guscio più esterno, è spesso 7-8 chilometri sotto gli oceani e 30-40 sotto i continenti, fino a punte di una sessantina di chilometri sotto alcune catene montuose, tipo Himalaya. Sotto la crosta, o litosfera, c’è l’astenosfera che rappresenta circa il 68% della massa terrestre e si estende fino a una profondità di 680 chilometri. Qui comincia la meosfera che termina a circa 2.890 chilometri, dove poi inizia il nucleo, cioè il centro della Terra. Che cosa c’è in questo luogo mitico e irraggiungibile? Ferro e uranio, pare. Cioè un’immensa centrale nucleare che fa della Terra una meravigliosa calamita. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 12/4/2009]