Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  aprile 12 Domenica calendario

L’area interessata dal terremo­to s’è spostata verso nord di una quindicina di centimetri…• Accidenti

L’area interessata dal terremo­to s’è spostata verso nord di una quindicina di centimetri…

Accidenti.
Non deve meravigliarsi. Pensi alla parola: il terremoto è «la Terra che si muove», ”terra” con la ”T” maiuscola. Gli effetti sul­l’assetto complessivo possono essere importanti. Per esempio, lo tsunami che devastò l’Indone­sia il 26 dicembre 2004 fece sci­volare Sumatra di 30 metri ver­so sud-est e provocò lo sposta­mento di 6 centimetri dell’asse terrestre, evento che a sua volta ha determinato un accorcia­mento di tre microsecondi nella durata dell’anno solare. Signifi­ca che tra 26 mila anni dovremo apportare una correzione al ca­lendario, dato che l’accumulo dei tre microsecondi alla fine ri­sulterà sensibile. Naturalmente in questo lasso di tempo qual­che altro terremoto potrebbe spostare ancora l’asse o rimet­terlo dove stava prima.

Lo tsunami fu un terremoto? Che diamine è alla fine un ter­remoto?
Lo tsunami fu provocato da un terremoto molto violento, nono grado della Richter (in Abruzzo non è arrivato a 6), avvenuto in fondo al mare a grande distanza dalle coste. Pochi se ne accorse­ro. Il movimento della Terra fe­ce sollevare un’onda che corre­va verso gli insediamenti umani alla velocità iniziale di 500 km l’ora. Rallentando, l’onda si gon­fiò e arrivò sulla costa alta die­ci- quindici metri. Il terremoto venne provocato dallo scontro tra la placca indiana e quella bir­mano- cinese: una delle due placche si sollevò e l’altra gli si infilò sotto. Questo movimento liberò un’energia pari a 23 mila volte la bomba di Hiroshima. Con questo comincio a rispon­dere alla sua seconda domanda relativa alla natura delle terre­moto.

Scontro di placche? La Terra è fatta di placche?
Non la Terra, ma la litosfera, cioè lo strato più superficiale. La crosta terrestre, quella che noi calpestiamo tutti i giorni, è poggiata su 13 placche che a lo­ro volta galleggiano su un man­tello magmatico. Le placche si muovono di continuo, scontran­dosi o infilandosi una sotto l’al­tra alla ricerca di un equilibrio che, finché il nostro pianeta sa­rà vivo, non verrà mai raggiun­to. I terremoti sono il prodotto di questi movimenti. Si tratta di movimenti continui: se si pre­scinde dall’intensità ce ne saran­no un miliardo l’anno.

E perché ci sono posti dove i terremoti capitano di conti­nuo e altri dove non ci sono mai?
L’attività vulcanica e quella si­smica sono concentrate nelle zo­ne di confine, nei punti cioè do­ve le faglie si incontrano. La par­te di crosta terrestre che sta in mezzo a una placca è sicura: qui non succede mai niente.

L’Italia sta sopra una faglia?
E già. Siamo sopra la faglia che divide la placca africana da quel­la eurasiatica. L’Italia è tutta si­smica, e in base a quello che ha spiegato una volta Enzo Boschi – il famoso geologo – la fascia appenninica dall’Abruzzo in giù è esposta a terremoti fino a ma­gnitudo 7 e dall’Abruzzo in su fi­no a magnitudo 6. Il guaio nella comprensione e previsione di questi fenomeni è che sappiamo poco di come è fatta la Terra. Pensi che con i telescopi abbia­mo fotografato oggetti distanti 10-11 miliardi di anni luce, cioè una distanza inimmaginabile. Mentre abbiamo bucato la Ter­ra per appena qualche chilome­tro (il record fu stabilito a Kola in Russia: 14 chilometri) e per il resto procediamo ipotizzando, supposizioni e ipotesi che si ba­sano principalmente proprio sul­lo studio dei terremoti e delle on­de sismiche. Da come viaggia l’onda, gli scienziati cercano di capire che tipo di strati attraver­sa e, insomma, che cosa c’è sot­to. Per il momento si crede di aver capito solo questo: la cro­sta terrestre, il guscio più ester­no, è spesso 7-8 chilometri sotto gli oceani e 30-40 sotto i conti­nenti, fino a punte di una sessan­tina di chilometri sotto alcune catene montuose, tipo Himala­ya. Sotto la crosta, o litosfera, c’è l’astenosfera che rappresen­ta circa il 68% della massa terre­stre e si estende fino a una pro­fondità di 680 chilometri. Qui comincia la meosfera che termi­na a circa 2.890 chilometri, do­ve poi inizia il nucleo, cioè il cen­tro della Terra. Che cosa c’è in questo luogo mitico e irraggiun­gibile? Ferro e uranio, pare. Cioè un’immensa centrale nucle­are che fa della Terra una mera­vigliosa calamita. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 12/4/2009]